Aziende e regioni

Sardegna: un piano da 13 milioni per la continuità dell'assistenza ospedaliera nei piccoli ospedali

di Davide Madeddu

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24 Esclusivo per Sanità24

Un'ancora di salvezza da 13 milioni di euro per supportare i piccoli ospedali della Sardegna. È quanto prevede l'accordo siglato tra l'amministrazione regionale e le organizzazioni sindacali per affrontare le emergenze che interessano gli ospedali minori alle prese con le problematiche dovute alla carenza di personale. In base all'accordo medici, infermieri e addetti del comparto che lavorano o sceglieranno di lavorare nei presidi più svantaggiati saranno incentivati economicamente. L'accordo, come rimarcano dalla Regione, «consentirà di regolare l'applicazione delle 'RAR', Risorse aggiuntive regionali, 13 milioni di euro stanziati nella legge Omnibus».

Per il presidente della Regione Christian Solinas si tratta di un «accordo storico per una misura importante, che non si era mai vista prima in Sardegna». Un passo avanti che dovrebbe diventare un "passo avanti" per affrontare la situazione. «La carenza di personale è un problema che non risparmia nessun presidio, alcuni ospedali però soffrono più di altri - sottolinea il presidente della Regione -. Oggi stiamo affrontando questa criticità spingendo sui ribilanciamenti delle forze in campo e, in questo senso, le 'RAR' rappresentano uno strumento indispensabile per incentivare chi si renderà disponibile a prestare servizio e a dare rinforzo agli ospedali in difficoltà».

Gli accordi riguardano tutti i medici e il personale del comparto (infermieri, tecnici di laboratorio e tecnici di radiologia) in servizio nelle aziende del sistema sanitario regionale e stabiliscono dei premi per il lavoro svolto negli ospedali in difficoltà che abbiano sede al di fuori delle città di Cagliari e Sassari.

Il documento sottoscritto con i sindacati fissa gli obiettivi strategici di ‘interesse regionale’, che puntano a “garantire la continuità dei servizi di assistenza ospedaliera – si legge nel testo – e valorizzare il contributo delle professionalità impegnate nel raggiungimento degli standard organizzativi”.

Più nel dettaglio gli accordi riguardano tutti i medici e il personale del comparto (infermieri, tecnici di laboratorio e tecnici di radiologia) in servizio nelle aziende del sistema sanitario regionale e stabiliscono dei premi per il lavoro svolto negli ospedali in difficoltà che abbiano sede al di fuori delle città di Cagliari e Sassari. Il documento sottoscritto con i sindacati fissa gli obiettivi strategici di ‘interesse regionale’, che puntano a “garantire la continuità dei servizi di assistenza ospedaliera – si legge nel testo – e valorizzare il contributo delle professionalità impegnate nel raggiungimento degli standard organizzativi”. L’attribuzione degli incentivi passa attraverso gli accordi integrativi predisposti dalle singole aziende sanitarie, che dovranno definire progetti specifici seguendo due linee di intervento a “garanzia della turnazione notturna” e “della copertura delle assenze non programmate, né programmabili”. Per quanto riguarda i medici, l’accordo fa riferimento al personale impegnato nei reparti di cardiologia, pronto soccorso, chirurgia generale e anestesia e rianimazione, ma non esclude per le aziende sanitarie la possibilità di indicare altri reparti a seconda della necessità. Un dirigente medico in servizio in uno degli ospedali individuato all’interno di un progetto che dovesse dare la propria disponibilità a coprire nell’arco di un mese un minimo di quattro notti riceverà un premio di 400 euro per ogni turno. “Questo si traduce in un incentivo non solo per il personale già in servizio nell’ospedale – spiega l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu – ma rappresenta un elemento di attrattività anche per i medici che, in seguito ai concorsi o altre opportunità di reclutamento, si troveranno a scegliere la propria destinazione. Il fatto che in un ospedale siano attive premialità di questo tipo può costituire una discriminante non di poco conto”.Gli incentivi si applicheranno anche alle prestazioni eseguite dai rinforzi in arrivo da altri ospedali, 600 euro a turno per i medici la cui sede dista entro i cinquanta chilometri e 690 per quelli oltre i cinquanta, a condizione che ci sia un allineamento tra le prestazioni esterne e quelle svolte nella propria sede. Per il personale del comparto gli incentivi previsti, parametrati alla retribuzione, sono modulati tra i 155 euro a turno, per il personale già in sede, ai 230 e i 275 euro per chi arriva da altri ospedali entro una distanza di cinquanta chilometri o oltre. In tutti i casi, chiariscono dalla Regione, le risorse si intendono "aggiuntive" perché gli incentivi andranno a sommarsi a quanto già previsto per la prestazione lavorativa. In caso di lavoro svolto con la formula della prestazione aggiuntiva, ad esempio, il premio non andrà a sostituirsi a questa tipologia di prestazione, ma si sommerà a quest'ultima. «La carenza di personale – dice l'assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu – rappresenta oggi la prima emergenza del nostro sistema sanitario e questo ci vede impegnati su ogni fronte con l'obiettivo di garantire l'assistenza e le cure ovunque. La sanità della Sardegna deve marciare unita, non esistono cittadini di 'serie a' o 'b'. Il nostro sistema sanitario deve ripartire dai territori. Stiamo mettendo in campo ogni strumento per potenziare i servizi e questa è senza dubbio una misura concreta, coraggiosa e innovativa».


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