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Covid/ Fiaso: il 74% dei ricoverati in terapia intensiva è no vax

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I ricoveri per Covid negli ultimi sette giorni sono aumentati dell'8% con una lieve decelerazione rispetto al 7 dicembre ma con un balzo delle terapie intensive del 17%. Lo comunica la Fiaso (Federazione di aziende sanitarie e ospedaliere) sottolineando che la percentuale di no vax presenti nei reparti di rianimazione dei 16 ospedali sentinella è del 74%. "I ricoverati nelle terapie intensive - spiega una nota - hanno in media 70 anni e nell’80% dei casi sono affetti da altre patologie. Tra i no vax, invece, solo il 52% ha comorbidità e l’età media scende a 64 anni".

Crescono anche i ricoveri nelle terapie intensive di pazienti a cui è stato somministrato il vaccino con doppia dose da oltre 4 mesi e che non ha ancora ricevuto la terza dose (+45%). "Il report dell’ultima settimana degli ospedali sentinella evidenzia la necessità e l’urgenza della terza dose per i pazienti fragili, ad oggi una priorità assoluta se vogliamo controllare le terapie intensive - commenta il presidente di Fiaso Giovanni Migliore -. Il report dell’ultima settimana degli ospedali sentinella evidenzia la necessità e l’urgenza della terza dose per i pazienti fragili, ad oggi una priorità assoluta se vogliamo controllare le terapie intensive. I dati ci dicono infatti che i vaccinati in Rianimazione, sia pur una minoranza rispetto al totale, sono quasi tutti pazienti fragili che non hanno ancora avuto accesso alla dose addizionale necessaria a completare il ciclo vaccinale per chi soffre di altre patologie. È opportuno ricordare che per i soggetti estremamente vulnerabili la dose addizionale è raccomandata anche a distanza di 28 giorni dalla seconda dose e non è necessario aspettare i 5 mesi”.

Il focus sui ricoveri pediatrici
Un lievissimo aumento (4 casi in più) si registra per i ricoverati in reparti Covid pediatrici, che possono considerarsi stabili. Ci sono due soli pazienti in terapia intensiva. Nell’ultima settimana è stato registrato negli Ospedali Riuniti di Ancona un decesso di un paziente pediatrico in Rianimazione affetto da una grave patologia e non vaccinato né vaccinabile.“Vaccinare i bambini rappresenta uno scudo contro il Covid per i più piccoli e per i più fragili: serve non solo a proteggere se stessi, ma anche gli altri. Penso in particolare ai pazienti fragili che si trovano in situazioni di immunosoppressione e non possono essere vaccinati; per tutelarli dalla malattia servirebbe stringere attorno a loro un cordone, fatto non solo di familiari ma anche di compagni di classe e di giochi, di persone vaccinate. È auspicabile da questo punto di vista un’ampia adesione alla campagna vaccinale”, commenta il Direttore generale degli Ospedali Riuniti di Ancona, Michele Caporossi.

Il 40% dei minori ricoverati ha un’età superiore a 5 anni e nessuno, anche i 4 pazienti che hanno tra 12 e 18 anni, risulta vaccinato. “L’avvio della campagna vaccinale per i pazienti in età pediatrica consentirà di proteggere i più piccoli e di ridurre i ricoveri, garantendo a bambini e ragazzi la ripresa della socialità, così importante durante l’infanzia e l’adolescenza”, conclude Migliore.


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