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Tumori/ Le proposte guida per portare l'oncologia di precisione a tutti i pazienti. Fedriga: porterò il tema in commissione Salute

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Portare l’innovazione al letto del paziente. È questa la parola d’ordine del nuovo corso dell’oncologia ormai proiettata verso trattamenti di precisione, ritagliati “su misura” per ogni singolo paziente, che stanno cambiando le prospettive di cura per i malati di cancro. Una rivoluzione copernicana, caratterizzata da innovative metodiche di sequenziamento genico esteso e nuovi farmaci attivi su diversi bersagli molecolari, che necessita però di una profonda riorganizzazione clinica e gestionale del lavoro nelle corsie ospedaliere.
La sfida è garantire l’implementazione dei nuovi strumenti di valutazione professionale - tra i quali figura il Molecular Tumor Board (MTB), comitato interdisciplinare che vede schierati oncologi, patologi, biologi molecolari, farmacisti e genetisti per assicurare accesso e appropriatezza delle cure per tutti i pazienti delle Strutture di Oncologia medica, senza distinzioni tra Regione e Regione.
Tra le molte azioni da mettere in campo, occorre quindi: identificare con chiarezza i livelli di attività dei Molecular Tumor Board (aziendale, infra-regionale, per la gestione clinica o regionale per attività di coordinamento e programmazione) assicurando la presenza di specifiche figure professionali; garantire laboratori dotati di tecnologie di sequenziamento multi-genico (Ngs), identificati e certificati dalle Regioni, con standard di expertise legati a bacini di utenza e sottoposti a controlli di qualità nazionali ed internazionali. E ancora, identificare livelli di appropriatezza nell’utilizzo del sequenziamento dei geni tumorali al fine di evitare eccessi di dati non fruibili (al di fuori della ricerca) e dagli alti costi che potrebbero non essere giustificati, assicurando inoltre una corretta conservazione e gestione dei dati prodotti dai sequenziamenti e delle valutazioni effettuate dai Mtb. Infine, definire le modalità per l’acquisizione di uno specifico consenso informato, aspetto delicato sul piano etico soprattutto quando si parla di analisi del materiale genetico.
A indicare le coordinate per portare l’innovazione al letto del paziente è il progetto "Oncologia di Precisione", realizzato dall’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale (Asufc) in collaborazione con la Sda dell’Università Bocconi di Milano e con il Collegio dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri (Cipomo), presentato nel corso del Workshop Nazionale di Consenso il 6 ottobre a Udine – condiviso con l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), il Collegio Oncologi Medici Universitari (Comu) e la Società Italiana Anatomia Patologica e Citologia Diagnostica Divisione Italiana della International Academy of Pathology (Siapec) - partner istituzionale la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
Un progetto - nato nel luglio del 2021 dal confronto tra diverse aziende sanitarie, una ricognizione nazionale tra le oltre 150 strutture di Oncologia afferenti a Cipomo con la collaborazione di diversi panel professionali - dal quale sono emerse proposte operative che saranno sottoposte alla valutazione delle società scientifiche e delle Associazioni dei pazienti per essere presentate alla Conferenza delle Regioni.
«L’innovazione non arriva automaticamente ai pazienti quando i risultati della ricerca vengono pubblicati sulle riviste scientifiche – spiega Gianpiero Fasola, Direttore Dipartimento di Oncologia presso il Presidio ospedaliero Universitario Santa Maria della Misericordia Asu Friuli Centrale –. Bisogna tenere conto delle ricadute organizzative e dei cambiamenti necessari nei sistemi per favorire un accesso omogeneo, appropriato e sostenibile alle nuove possibilità di cura del cancro. Questo può avvenire solo attraverso la cooperazione tra i professionisti, che assumono la responsabilità di governo clinico, e le Istituzioni, che si sforzano di affrontare tempestivamente le conseguenze che la veloce innovazione ha sul Servizio sanitario».
Attualmente in Italia non esiste un modello strutturale di riferimento di Mtb in ambito oncologico e non esistono modelli organizzativi che abbiano validato l’efficacia e la sostenibilità dell’implementazione dell’oncologia di precisione nella pratica clinica. A livello locale sono state adottate alcune Delibere regionali, che hanno prodotto differenti modelli organizzativi, e che non affrontano il tema delle modalità di integrazione dell’attività dei Mtb nei Pdta esistenti. Le proposte contenute nello Statement rappresentano quindi - spiegano i promotori - un solido punto di partenza.
«Sono fermamente convinto che l’incontro di Udine, su una tematica di grande attualità come l’oncologia di precisione, sia un evento quanto mai utile ed importante – afferma Luigi Cavanna, Presidente Cipomo – riunire in un confronto tutte le società scientifiche interessate, istituzioni, associazioni di pazienti, oltre a decisori, credo possa permettere di costruire un futuro migliore per tanti malati oncologici. È di fondamentale importanza che le innovazioni, sia di tipo diagnostico che di tipo terapeutico, di dimostrata efficacia siano fruibili per tutti i malati di tumore, indipendentemente dalla Regione di residenza, o dalla sede di residenza, urbana, o rurale. Il Cipomo, collegio cui fanno capo tantissimi primari di oncologia, di ospedali diffusi su tutto il territorio nazionale è impegnato, proprio attraverso questa capillarità, a garantire una reale equità di accesso alle cure oncologiche innovative. Con il convegno di Udine si gettano quindi le basi per un miglioramento organizzativo, che permetta per tutti i malati di tumore, del nostro Paese, cure oncologiche innovative e personalizzate».
L'impegno di Fedriga. «Trasmetterò il documento che mi è stato consegnato al termine dell’importante workshop alla commissione Salute della Conferenza delle Regioni affinché si possa avviare questo percorso collaborativo con gli specialisti del settore. Sarà un passaggio fondamentale per costruire la medicina del futuro. L’oncologia di precisione va certamente in quella direzione cercando di proporre modelli efficaci nella gestione della sanità», ha dichiarato il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, nel ruolo di presidente della Conferenza delle Regioni, al termine del workshop. «La sfida che il convegno si è posto – ha aggiunto - è ricercare nuovi modelli per l’applicazione dell’oncologia di precisione affinché siano efficaci e possano essere strutturali all’interno dei percorsi sanitari previsti dalle diverse Regioni. Noi siamo più che favorevoli ad aprire un’interlocuzione costruttiva che in poco tempo possa portare a dei risultati con le diverse istituzioni coinvolte, una di queste è sicuramente la Conferenza delle Regioni. Il progetto parte dalla nostra Regione ma ha un respiro e una valenza nazionali e vuole essere una proposta che possa aiutare la sanità del sistema Paese ad affrontare questa tematica in modo costruttivo».


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