Aziende e regioni

Bollini RosaArgento: Fondazione Onda premia 205 tra Rsa e case di riposo. Focus sulla "solitudine" del caregiver e sulle possibili soluzioni

S
24 Esclusivo per Sanità24

Sono 205 le Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) e le Case di riposo premiate da Fondazione Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, nell’ambito della quarta edizione dei Bollini RosaArgento. Il riconoscimento su base biennale viene attribuito alle strutture, pubbliche o private accreditate, attente al benessere, alla qualità di vita e in grado di garantire una gestione personalizzata, efficace e sicura degli ospiti. L’iniziativa gode del patrocinio di 15 società scientifiche e associazioni in ambito geriatrico e della collaborazione di 6 enti e organizzazioni.
Anche questa edizione, come la precedente, è dedicata alla memoria del Prof. Carlo Vergani, punto di riferimento nella clinica e ricerca geriatrica, col quale Fondazione Onda ha collaborato per tanti anni, avviando insieme proprio il progetto dei Bollini RosaArgento.
Uno degli obiettivi dei Bollini RosaArgento è quello di fornire alle famiglie uno strumento di orientamento utile nella scelta delle Rsa e delle case di riposo più attente al benessere e alla tutela della dignità degli ospiti. Tutti i servizi delle strutture premiate nel Bando 2023-2024 sono consultabili sul sito www.bollinirosargento.it .
«I Bollini RosaArgento sono uno strumento prezioso per guidare, nella scelta del luogo più adatto alle loro esigenze, coloro che hanno a cuore il benessere dei loro familiari più fragili - affermano Francesca Merzagora, Presidente Fondazione Onda e Giorgio Fiorentini, Presidente Advisory Board Bollini RosaArgento -. Le strutture che premiamo con i nostri bollini crescono in numero biennio dopo biennio, a dimostrazione del fatto che sempre più Case di riposo e Rsa mirano all’offerta di servizi di qualità per quanto concerne il benestare dei loro ospiti e delle loro famiglie. È un aspetto che va in netta controtendenza con i pregiudizi e lo stigma che negli scorsi due anni hanno attorniato queste realtà, e ne siamo orgogliosi».
L’attribuzione dei bollini avviene secondo un punteggio, elaborato da un algoritmo e validato dall’Advisory Board, ottenuto tramite la compilazione di un questionario di candidatura. Le domande hanno lo scopo di valutare specifici requisiti considerati fondamentali dall’Advisory Board stesso e che tengono conto dell’assistenza clinica e dei servizi generali offerti, ma non solo; viene infatti ampiamente valutato anche il lato umano dell’assistenza alla persona, per garantire agli ospiti una buona qualità di vita e una permanenza dignitosa.
Sulla base di questi criteri, è stato attribuito il massimo riconoscimento (3 bollini) a 94 strutture, mentre 101 hanno ricevuto 2 bollini e 10 strutture hanno ottenuto 1 bollino.
Durante la premiazione sono anche presentati dei dati di un’indagine condotta nel 2022 da Fondazione Onda in collaborazione con l’Istituto di ricerca partner Elma Research, con lo scopo di approfondire il ruolo e i bisogni dei caregiver dell’anziano in Italia, permettendo dunque di ipotizzare le modalità con cui le Rsa potrebbero venire incontro a tali esigenze. Dall’indagine è emerso infatti che 1 intervistato su 2 fornisce quotidianamente un’assistenza completa al proprio assistito, anche nei bisogni primari, generando inevitabilmente un impatto consistente sulla vita del caregiver stesso; non a caso, il 65 per cento del campione ammette di risentire molto di tale impegno, mentre oltre l’80% sarebbe d’accordo nel ricevere aiuto per gestire il proprio caro.
Nonostante emerga chiaramente la necessità di supporto, solo 1 caregiver su 3 prende in considerazione l’affidamento del proprio assistito a una Rsa. Infatti, pur ritenute luoghi sicuri dal punto di vista sanitario da più della metà degli intervistati, il senso di colpa che si proverebbe nell’affidare il proprio caro a qualcuno di diverso sarebbe insostenibile per oltre due terzi di loro. Inoltre, per quasi 2 intervistati su 3, un ulteriore ostacolo potrebbe essere rappresentato dai costi elevati di tale servizio e da come si andrebbe a penalizzare il rapporto tra famiglia ed ospite a causa del poco tempo a disposizione per le visite.
«L’indagine condotta da Onda, pur con i limiti del campione, conferma l’elevato stress cui i caregiver famigliari sono sottoposti, ed evidenzia la loro richiesta di un aiuto da parte dei servizi territoriali - commenta Luigi Bergamaschini, già Professore associato in Medicina Interna presso l’Università degli Studi di Milano -. La recente legge delega sulla non autosufficienza va in questa direzione, purtroppo dice ancora poco sulle Rsa e su come lo Stato intenda sostenerle e valorizzarle».


© RIPRODUZIONE RISERVATA