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Febbre West Nile: registrati i primi casi ma nel 2023 sarà meno diffusa

di Fabrizio Montarsi*

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24 Esclusivo per Sanità24

Non sarà come nel 2022. I dati finora raccolti ci dicono che la West Nile Disease quest’anno sarà meno diffusa. Ad oggi abbiamo registrato solo sei positività nelle zanzare, nelle province di Verona, Rovigo, Padova e Venezia su circa 1.500 pool di zanzare analizzati. L’unico caso di contagio in un uomo a Verona, qualche giorno fa, lascia supporre che il virus sia certamente presente su vaste zone del Veneto ma che la probabilità che si diffonda in modo massiccio nell’uomo è più bassa rispetto a un anno fa.
Ci aspettiamo di trovare altre positività, ma non con i numeri dell’anno scorso, quando in Europa si verificarono 1.112 casi di West Nile nell’uomo, di cui 723 in Italia. Il Veneto fu la regione più colpita con ben 500 casi, di cui 166 forme neuro-invasive e 22 decessi. Una situazione drammatica che ha confermato ancora una volta la necessità di rafforzare la collaborazione fra medicina umana e veterinaria.
La febbre West Nile è una malattia provocata dal virus West Nile trasmesso da zanzare infette della specie Culex pipiens, ovvero la comune zanzara notturna. Le zanzare si infettano pungendo uccelli infetti e possono poi trasmettere il virus anche ad ospiti accidentali come il cavallo e l’uomo.
Nella maggior parte dei casi le persone infette non manifestano sintomi. Le forme sintomatiche si presentano con disturbi simil-influenzali lievi, in rari casi può manifestarsi una malattia neuroinvasiva, con meningite, encefalite o paralisi flaccida. Il rischio di malattia neuroinvasiva è più elevato per le persone immunocompromesse e per le persone anziane. È bene ricordare che le persone infette non possono trasmettere il virus ad altre persone.
La Regione del Veneto è stata la prima ad attivare la sorveglianza delle febbri estive nell’uomo, mentre la ricerca del virus negli animali e nelle zanzare è stata avviata in tutte le aree endemiche seguendo il Piano nazionale di sorveglianza. Inoltre, esiste un programma di screening per i donatori di sangue e organi che si attiva immediatamente alla prima evidenza di positività, al fine di evitare la trasmissione del virus con trasfusioni e trapianti. Questo modello di prevenzione consente di gestire una problematica sanitaria in modo efficiente ed efficace con un risparmio di centinaia di migliaia di euro per il Sistema sanitario nazionale.
Ma in Italia non abbiamo solo la zanzara comune, altre specie invasive sono state introdotte come la zanzara tigre, la zanzara giapponese e la zanzara coreana. La zanzara tigre in particolare può veicolare malattie “esotiche”, come Dengue, Zika e Chikungunya. Fortunatamente il rischio sanitario per questi virus è limitato e i pochi casi registrati annualmente sono riferiti a persone di rientro da viaggi in zone tropicali, sulle quali le autorità sanitarie effettuano un monitoraggio costante e continuo all’emergere dei primi sintomi.
Le zanzare non sono l’unico “nemico” dell’estate. E’ facile imbattersi anche nelle zecche, presenza abituale di boschi e qualche volta di parchi cittadini. Le zecche possono trasmettere malattie che non vanno sottovalutate, come l’encefalite da zecca (TBE, Tick-Borne Encephalitis) e la malattia di Lyme, entrambe trasmesse dalla zecca dei boschi (Ixodes ricinus). La TBE è un’infezione virale, che nella maggior parte dei casi si manifesta con lievi dolori muscolari, ma in rari casi può dare forme neurologiche gravi. Per la TBE esiste un vaccino che è consigliabile fare se frequentiamo zone collinari o pedemontane. La malattia di Lyme è un’infezione causata da un batterio del genere Borrelia, che si manifesta con un arrossamento esteso, fino a sintomi acuti come febbre, dolori articolari e meningiti. Per questa patologia esiste una terapia antibiotica. Se abbiamo in programma un’escursione per boschi è opportuno indossare un abbigliamento adatto: pantaloni lunghi, calze e scarponi, utilizzare repellenti cutanei, e a fine giornata controllarsi per verificare se ci sono zecche attaccate al nostro corpo, nel caso rimuoverle interamente.
Zanzare e zecche hanno conosciuto una discreta espansione nel corso degli anni, dovuta a molteplici fattori. Per esempio, i ricercatori concordano sul ruolo fondamentale dei cambiamenti climatici nelle dinamiche di insorgenza dei focolai di West Nile Virus nel serbatoio animale (uccelli) e nei vettori di malattia (zanzare). L’innalzamento della temperatura negli ultimi anni in Europa potrebbe aver influenzato i meccanismi di diffusione della malattia, aumentando i tassi di crescita della popolazione di zanzare e di trasmissione del virus. Di fronte a fenomeni complessi e globali la risposta deve essere collettiva. La possibilità di contrastare con successo queste nuove malattie dipenderà molto dalla capacità della sanità pubblica di fare “sistema”. È essenziale quindi integrare le competenze professionali in una cultura della multidisciplinarietà, in modo da identificare quei fattori sociali, economici, culturali e comportamentali che possono favorire la diffusione di un patogeno nell’ambiente e suggerire delle strategie efficaci di intervento.

*Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie


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