Aziende e regioni

I tre vantaggi della Sanità digitale aspettando la rivoluzione culturale

di Giorgio Casati *

S
24 Esclusivo per Sanità24

Affrontare le crescenti sfide di una società che invecchia e fa sempre meno figli richiede una rivoluzione del nostro sistema sanitario. Gli investimenti previsti dal Pnrr e i provvedimenti di programmazione nazionale e delle regioni aprono a una profonda trasformazione guidata dalla digitalizzazione delle attività sanitarie, argomento intorno al quale si è discusso molto a Roma in occasione di Welfair 2023. Tuttavia, non si è ancora diffusa, sia tra gli operatori della sanità che nella popolazione, la piena consapevolezza dei vantaggi che possono derivare da una sanità digitale. In parte ciò deriva dalla naturale diffidenza degli esseri umani nei confronti del cambiamento e, in parte, dalla convinzione che fare una visita "a distanza" sia una sorta di ripiego riservato a coloro che abitano lontano da una struttura sanitaria o che, per motivi di salute (o di solitudine), non possano accedere alle strutture per ottenere una visita in presenza. In realtà, la medicina digitale comporta lo sviluppo di un nuovo paradigma di salute (fare cose nuove, supportati da strumenti nuovi), entro un ecosistema digitale che presenta vantaggi estremamente concreti.
Il primo vantaggio riguarda la possibilità di rendere operative le reti cliniche mettendo in relazione fra loro i nodi che le compongono. La vera forza della digitalizzazione consiste nella capacità di abbattere le barriere tra i professionisti della salute, di natura spaziale ma anche istituzionale e contrattuale, in un confronto multidisciplinare e interprofessionale che facilita la formulazione di piani terapeutici inclusivi della molteplicità dei fabbisogni del paziente: clinici, assistenziali e sociali. Per il paziente, ciò significa poter accedere all’intero sistema di offerta sanitaria o socio sanitaria che lo riguarda, ottenere informazioni univoche da parte dei suoi interlocutori, ridurre o eliminare la ripetizione di indagini diagnostiche inutili e, anche, i tempi necessari per il loro ottenimento, e soprattutto non svolgere più la funzione di intermediazione e integrazione tra i diversi professionisti.
Il secondo vantaggio è legato all’evidenza che i nuovi strumenti modificano il modello di servizio di assistenza e cura. Ad esempio, il telemonitoraggio non è sostitutivo di una "prestazione" che prima veniva effettuata in presenza (poiché prima questa opportunità non c’era). Il telemonitoraggio è una componente di servizio nuova che si innesta su un modello preesistente, innovandolo. Un paziente "telemonitorato" può avere un minor bisogno di controlli programmati perché garantito da interventi mirati quando necessario. E la televisita non rappresenta una modalità sostitutiva, ma, al contrario, una prestazione aggiuntiva da assicurare quando i dati del telemonitoraggio segnalino criticità. Una nuova modalità di servizio che fa sentire la persona seguita e protetta dal sistema sanitario. Dunque, non l’idea di distanza e di ripiego di una prestazione fatta “da remoto”, ma un forte senso di vicinanza.
Il terzo vantaggio è conseguente ai precedenti: la capacità di prevedere la domanda futura e organizzare dinamicamente l’offerta, riducendo o eliminando l’annosa questione delle liste d’attesa. La realizzazione del modello a rete e i nuovi servizi di telemedicina determinano, infatti, la necessità di dotarsi di strumenti digitali di pianificazione dei percorsi, nella forma di piani di salute individuali globali (ossia inclusivi della molteplicità dei bisogni della persona). Inoltre, la digitalizzazione delle attività sanitarie consente di disporre di elementi conoscitivi analitici sullo stato di salute della persona e non solo, la cui elaborazione, anche attraverso sistemi di intelligenza artificiale, consente di passare (finalmente) da un modello di sanità reattiva (vado dal medico quando sto male) a una proattiva o, addirittura, predittiva, con interventi mirati di prevenzione, per intercettare anticipatamente l’insorgere delle patologie, rendere più efficace l’azione di cura e migliorare la qualità di vita delle persone.
Vantaggi tangibili il cui perseguimento, è meglio essere chiari su questo punto, non è subordinato alla semplice messa a disposizione della tecnologia. È necessario, infatti, avviare un profondo cambiamento culturale, tanto nella popolazione quanto nei professionisti, che richiederà diverso tempo. L’importante, ora, è lavorare affinché questo tempo, necessario a introdurre e consolidare le innovazioni, venga aggredito con immediatezza per evitare il rischio che si continuino a fare cose vecchie con strumenti nuovi, vanificando o riducendo sensibilmente le opportunità derivanti dai finanziamenti europei.

* Direttore generale Asl Roma 2


© RIPRODUZIONE RISERVATA