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Incendio di Tivoli/ Smi: distrutto in poche ore un altro pezzo di una sanità pubblica allo sbando

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"Il grave incendio scatenatosi nella notte tra l'8 e il 9 dicembre all'ospedale di Tivoli ha causato tre morti e reso completamente inagibile, chissà per quanto tempo, un altro importante presidio sanitario, di vitale importanza in quella zona d'Italia. Al di là di una doverosa e umana solidarietà già espressa nei confronti dei familiari delle vittime, dei pazienti sfollati e delle loro famiglie, e ancor più per tutti gli operatori che in quell'ospedale già svolgevano il loro quotidiano lavoro con sacrificio, dedizione ed elevata professionalità, ma che in questa circostanza hanno superato se stessi per evacuare prontamente l'ospedale e mettere in sicurezza i pazienti lì ricoverati si pone la necessità di rifondare la sanità italiana, ormai allo sbando in molte realtà, mettendola con coraggio e senza più indugi al primo posto degli sforzi dello Stato e delle Regioni, insieme alla scuola e alla sicurezza, come necessità primarie per il presente e il futuro della nostra nazione". Lo afferma Andrea Figà-Talamanca, responsabile nazionale Area dirigenza Smi (Sindacato medici italiani) secondo cui "il Paese necessita tutto, a livello nazionale, di una radicale e coraggiosa revisione delle priorità degli interventi per il benessere dei cittadini e per salvaguardare la produttività presente e futura". E "al primo posto deve essere posta la salute", insiste Figà-Talamanca, definendo "profondamente incivile che uno Stato non tuteli gli individui più deboli e malati".

Il vertice Smi riconosce da un lato "gli sforzi" messi in atto dal governatore Francesco Rocca per intraprendere "nei mesi passati una capillare opera di messa in sicurezza degli edifici sanitari del Lazio", e dall'altro "le buone intenzioni del ministro Schillaci". Tuttavia, ammonisce, "questa tragedia è un chiaro segnale che rivela, non solo simbolicamente, tanto la fatiscenza di molte strutture italiane quanto l'esaurimento psico-fisico e numerico del personale che vi opera". "Crediamo che il Governo attuale, come i precedenti - osserva Figà-Talamanca - non mostri di aver ancora compreso il livello di emergenza in cui sta rovinosamente precipitando il Servizio sanitario nazionale pubblico, sempre meno equo, solidale, universalistico. Ignora infatti che" a molti operatori sanitari, "schiacciati dalla sofferenza, dal dolore e, soprattutto in alcuni settori, dalla paura di sbagliare o di subire attacchi, aggressioni, denunce, percependo ormai il sistema senza freni, diretto allo schianto finale, non resta altro che fuggire dalle maglie di una macina che tritura menti ed entusiasmi e che risponde ormai male anche solo a se stessa".

"Basti pensare - evidenzia il responsabile Area dirigenza Smi - a quanti giorni stazionano i pazienti sulle barelle dei pronto soccorso in rassegnata attesa di un posto letto in un reparto qualunque, con aumento di rischio, fra l'altro, di incorrere in temibili infezioni nosocomiali; il tutto nell'impotenza degli operatori preposti, ai quali non viene nemmeno riconosciuto il valore usurante del lavoro che svolgono". O alle "responsabilità insostenibili che gravano sugli psichiatri del territorio ai quali, in grave carenza di strutture, mezzi e risorse adeguate, viene demandata la cura e, di fatto, il contenimento di gravi autori di reato, spesso incurabili, che fino a pochi anni fa venivano custoditi, trattati e se necessario contenuti negli ospedali psichiatrici giudiziari".

"Tutto ciò nonostante analisti del settore - ricorda Figà-Talamanca - abbiano dimostrato che investire in salute sia economicamente vantaggioso e produca ricchezza per il Paese anche in termini di prodotto interno lordo, oltreché di civiltà e di benessere, e che il degrado delle strutture e del personale, risorsa insostituibile che tantissimo costa in termini di formazione di base e specialistica oltreché di aggiornamento continuo, abbia costi diretti e indiretti molto più elevati di una attenta gestione attuata con investimenti adeguati sia in termini di risorse umane sia di risorse strutturali".


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