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La Federazione cure palliative compie 25 anni: appello per portare il Terzo settore ai tavoli istituzionali
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Una rete di 103 organizzazioni non profit associate alle quali fanno riferimento oltre 5000 volontari attivi su tutto il territorio nazionale: sono questi i numeri con cui la Federazione italiana cure palliative si prepara a festeggiare il 25 esimo anniversario della nascita.
Era il 6 aprile del 1999 quando, dopo che con la Legge n.39/1999 le cure palliative erano state ufficialmente riconosciute e inserite nel nostro Sistema sanitario nazionale, nasceva a Milano la Federazione Cure palliative Onlus per iniziativa di 22 Organizzazioni Non Profit (Onp) già attive da anni nel settore. In un quarto di secolo, se ne sono aggiunte un centinaio e i volontari si sono moltiplicati, facendo della Federazione una protagonista assoluta del percorso che ha portato alla nascita e allo sviluppo delle cure palliative nel nostro Paese. L’impegno della Federazione, oggi come allora, è quello di porsi come un punto di riferimento a livello nazionale per la cura e il sostegno alle persone inguaribili e alle loro famiglie, tutelando il diritto alla dignità e al rispetto della persona malata fino al termine della vita.
Una necessità sempre più sentita. Oggi, tra le 450 e le 540 mila persone hanno bisogno di cure palliative nell’ultimo periodo di vita e il numero è destinato a salire. Ma se negli anni è aumentato molto il grado di consapevolezza sul tema da parte dei cittadini, tanto che secondo un’indagine Ipsos rispetto al 2008 si è quasi azzerata la quota di chi non ne ha mai sentito parlare (41% contro l’attuale 6%), e 8 su 10 sanno che si tratta di un diritto, molto resta ancora da fare per garantire a tutti l’accesso questo genere di cure.
Secondo un modello elaborato dalla Società italiana Cure palliative, per soddisfare i bisogno di cure domiciliari manca oltre il 50% dei medici e due terzi degli infermieri. Un problema legato alle carenze sul tema del Ssn e del sistema nel suo complesso che non valorizza il Terzo Settore adeguatamente, come sottolinea la presidente di Fcp, Tania Piccione che lancia un appello affinché Fcp sieda ai tavoli istituzionali, in primis quelli ministeriali, per portare la voce del Terzo Settore, ad oggi determinante per la gestione delle cure palliative, nelle sedi decisionali sul tema.
«È necessario vigliare affinché tutte le Regioni adottino i modelli di accreditamento istituzionale previsti per Legge e che siano definitivamente superate pratiche di esternalizzazione dei servizi, tramite gare e appalti, che prevedono il ribasso economico come criterio prioritario – spiega -. L’accreditamento istituzionale assicura una ragionevole stabilità e continuità nel tempo alle strutture che erogano cure palliative, requisito indispensabile per lo sviluppo di forme di integrazione sul territorio e di equipe competenti e stabili. È inoltre urgente intraprendere azioni istituzionali volte alla valorizzazione del ruolo del terzo settore come risorsa indispensabile per le politiche di welfare e di tutela della salute. Oggi è più che mai necessario un Terzo Settore fortemente orientato all’innovazione sociale, ai processi di confronto e di co-progettazione e co-produzione delle azioni di welfare dentro reti multi stakeholder. Non dimentichiamo infine l’urgenza di garantite la rappresentatività del Terzo Settore nel contesto della programmazione politica e del confronto con le istituzioni al fine di migliorare le capacità di individuazione dei problemi e di elaborazione di soluzioni anche sui tavoli legislativi».
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