Aziende e regioni
Natalità: De Palo, istituire Agenzia nazionale come cabina regia
di Radiocor Plus
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«Proponiamo di creare un’Agenzia per la natalità che concretamente possa affrontare questo tema, una struttura snella composta dalle forze migliori del paese. L’obiettivo è quello che questa agenzia per i primi sei mesi possa ragionare e fare proposte, non a parole ma in maniera seria ed efficace per far ripartire le nascite in Italia. Una struttura governativa come ha fatto il Giappone, dotandola di strumenti e fondi necessari per attivare concretamente le politiche che un tema come questo necessita». È la proposta di Gigi De Palo, presidente della Fondazione per la natalità, in apertura a Roma della IV edizione degli Stati generali della natalità. «Un’agenzia neutra - ha proseguito De Palo - che metta al centro politiche familiari impattanti condivise da tutte le forze politiche. Che crei un dialogo tra tutti i ministeri, in primis quelli dell’Economia, della Famiglia e del Lavoro, indispensabili per immaginare quei provvedimenti che il paese necessita. Che faccia da regia sulle tante cose che vengono fatte in modo irrazionale e caotico nel Paese su queste tematiche. Noi come Fondazione per la Natalità siamo a disposizione per attivare e sostenere questo progetto. Nelle prossime settimane - ha concluso - ci attiveremo con i canali istituzionali per lavorare su questa proposta, che ci auguriamo che possa essere discussa in un consiglio dei ministri entro fine 2024».
L’apertura del Forum è stata anche teatro di bagarre da parte delle associazioni nei confronti della ministra della Famiglia, della Natalità e delle Pari opportunità Eugenia Roccella, a cui così come era accaduto in occasione del Salone del libro di Torino dello scorso anno non è stato consentito di parlare e che ha lasciato la sala. Al centro della contestazione, da parte di collettivi studenteschi, l’emendamento inserito nel decreto Pnrr-quater sulla presenza di associazioni anti abortiste nei consultori. Da Roccella è arrivata immediata la risposta: «Ho scelto questa mattina di lasciare gli Stati generali della Natalità - ha dichiarato in una nota - per consentire alle persone che erano sul palco con me, una mamma incinta di otto mesi che portava la sua testimonianza e il presidente del Forum delle famiglie Adriano Bordignon, di poter parlare senza subire la mia stessa sorte di censura. E invece neanche questo è stato sufficiente: io ho lasciato il palco ma anche alla mamma, sommersa dai fischi, e a Bordignon è stato impedito di parlare tranquillamente. Tanto che l’evento è stato sospeso. Questa è la dimostrazione che non si è trattato soltanto di una censura verso di me o verso il governo, ma di una profonda ostilità verso la maternità e la paternità, verso chi decide di mettere al mondo un figlio, esercitando la propria libertà e senza nulla togliere alla libertà altrui, ma contribuendo a dare un futuro alla nostra società. Insomma quello che si contesta, alla fine, è la maternità come libera scelta».
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