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Sardegna, telemedicina in carcere con il progetto Metaverso

di Davide Madeddu

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24 Esclusivo per Sanità24

La telemedicina entra in carcere. Grazie al progetto Metaverso, presentato i giorni scorsi nella colonia penale di Mamone in provincia di Nuoro, che per la prima volta ha visto i pazienti detenuti di un penitenziario visitati da remoto. Nel corso della presentazione è stata effettuata anche la prima visita a distanza con il medico del servizio psichiatrico del San Francesco di Nuoro che, supportato dal tecnico della società State 1, ha indossato il visore e dalla sala della Casa della comunità di Nuoro, ha eseguito la prima visita al “paziente X”, a 54 chilometri di distanza. I settori al centro del progetto sperimentale che si pone l’obiettivo di migliorare l’assistenza sanitaria nelle carceri, abbattendo le barriere dell’isolamento e le liste d’attesa, potenziando le attività specialistiche all’interno del carcere e riducendo i costi legati agli spostamenti sono psichiatria e fisiatria. «Un passo nel futuro», non solo per la colonia penale ma, come è stato ribadito dai promotori dell’iniziativa, «anche per le realtà periferiche e le aree interne distanti dagli ospedali». Il progetto è frutto della collaborazione tra la Asl di Nuoro, la casa di reclusione di Mamone, lo spin-off accademico Chain Factory, l’Università di Cagliari, il Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali e State1, società operante nel settore del Metaverso.
«La direzione strategica dell’azienda sanitaria - ha detto il manager della Asl territoriale Paolo Cannas - ha da tempo messo in campo un’attività multimediale e digitale all’avanguardia, avviata con la telemedicina. Questo ci consente di seguire nel proprio domicilio 400 pazienti con scompenso cardiaco, con conseguente abbattimento dei ricoveri impropri grazie alle nuove tecnologie. Una pratica che ci permette oggi di mettere in piedi un progetto sperimentalmente con i pazienti delle carceri che, per primi tra i detenuti italiani, potranno beneficiare di questo strumento». Un progetto che, come auspicato dai sindacati, potrebbe essere replicato anche nelle diverse realtà territoriali extracarcerarie.


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