Dal governo

ANTEPRIMA/ Pet therapy, ecco le linee guida nazionali

di Lucilla Vazza

Nessuno potrà più dire con leggerezza che quel medico è un cane o peggio un asino, perché gli amici a quattro zampe potranno finalmente avere la "patente" di terapeuti, in grado di migliorare il percorso di guarigione di alcune categorie di pazienti. Il dottore insomma potrà farci dire «miao» ed essere autorizzato. È pronto infatti a passare il vaglio della Stato-Regioni il testo a cui tutti gli interessati postranno "attingere" per regolamentare l'accesso degli animali nella cosiddetta pet-therapy e per preparare gli strumenti di formazione per chi dovrà addestrare ed essere responsabile dei "dottori" a quattro zampe.

Percorso normativo rigoroso. Già qualche Regione aveva fatto da sé, ma presto a livello nazionale gli amici animali non saranno più compagni "abusivi" e potranno mettere piede, anzi, zampa in reparto o al contrario, i malati potranno recarsi nelle strutture dedicate alla terapia, a patto di seguire regole scrupolose. Tecnicamente li hanno chiamati "interventi assistiti con animali" (Iaa) e sono regolamentati in modo preciso, prevedendo percorsi di formazione per gli animali, ma ovviamente anche per le equipe multispecialistiche, che saranno chiamate a educare i pet e a seguire i pazienti. In base agli ambiti, la legge classifica gli Iaa in altri sottogruppi: terapia, educazione e attività assistita con gli animali.

Nel testo oltre ai percorsi di formazione per operatori e animali, sono previste le linee guida per l'organizzazione di strutture specializzate, idonee a ospitare cuccioli e pazienti.

Al bando l'improvvisazione. La buona volontà e l'amore per gli animali non basterà più, la legge finalmente riconosce anche nel nostro Paese che la pet therapy è molto di più che una "coccola", è un percorso di cura che va affrontato con la giusta serietà e preparazione. Gli animali "doc" riconosciuti dal provvedimento e "autorizzati" a curare sono: cani, cavalli, asini, gatti e conigli, che saranno a loro volta protetti e il cui benessere dovrà essere messo al primo posto insieme a quello del paziente seguito. Tolleranza zero nei confronti di possibili maltrattamenti, forzature, o peggio: gli animali dovranno essere sani, puliti e felici per poter "esercitare" efficacemente le terapie.