Dal governo

Rimborsabilità ciclosporina: i chiarimenti del ministero ai farmacisti

di L.Va.

Sulla rimborsabilità della ciclosporina “di marca” è arrivato in giornata il parere del ministero della Salute in risposta a Federfarma. Per i tecnici del Lungotevere Ripa se già oggi, in assenza di un’indicazione esplicita di «non sostituibilità» nella ricetta, i farmacisti possono proporre ai pazienti un farmaco con prezzo di rimborso inferiore a quello prescritto, analogamente potranno proporre un medicinale che abbia lo stesso prezzo del farmaco di marca.

La vicenda
Federfarma aveva chiesto chiarimenti sulla rimborsabilità della ciclosporina branded, dopo che da venerdì scorso, l’Aifa aveva comunicato che il farmaco (che da aprile ha perso il brevetto) è tornato interamente rimborsabile com’era prima della genericabilità. L’equivoco nasceva dal fatto che nel parere Aifa non era stato esplorata la possibilità che in commercio fosse presente un farmaco generico con un prezzo di rimborso uguale (e non inferiore) a quello branded. I farmacisti chiedevano in pratica se andava applicato il normale sconto Ssn o in alternativa vi fosse la possibilità di applicare il regime previsto per gli equivalenti, che hanno costo pari al prezzo di riferimento.

Nella nota del 24 aprile, l’Agenzia aveva allineato la quota di rimborso delle ciclosporine al prezzo dell’originator, tuttavia specificando che fino al prossimo 15 ottobre, i farmaci a base di ciclosporina rimarranno nella lista di trasparenza dell’Aifa che divide per classi di equivalenza le specialità con brevetto scaduto, mantenendo così la piena rimborsabilità.

Per il ministero la mancanza nel testo dell’Aifa di un’indicazione specifica assimila il comportamento del farmacista a quanto previsto per i generici più economici, ferma restando la possibilità per il paziente di richiedere il farmaco di marca ed evitare così un pericoloso switch.


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