Dal governo

Dm appropriatezza, teatrino Lorenzin-Regioni

Non si ferma il diabattito sul Dm appropriatezza e si rincorrono le prese di posizione pro e contro la proposta Lorenzin che ieri ha scatenato aspre reazioni da parte dei sindacati medici . Con le Regioni schierate prevalentemente a favore del provvedimento. E non è mancato un teatrino Lorenzin-Regioni sulla partita delle sanzioni per i camici bianchi iperprescrittori.

E’ intervenuto in giornata il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino acorreggere il tiro rispetto ad alcune dichiarazioni rilasciate alla stampa dalla ministra Lorenzin sulle sanzioni ai medici iperprescrittori previste nel Dm appropriatezza («Quelle sanzioni non le volevo e non le avrei messe. Le hanno volute le Regioni»). «Se ognuno cerca di scaricare il problema sugli altri per ragioni di consenso - sottolinea Chiamparino - non si condivide più nulla. Francamente non mi sembra un atteggiamento corretto e non ho ragioni per negare che le verifiche di appropriatezza sono necessarie e vanno fatte». «Nell'ambito dei tagli che il governo ci ha chiesto di 2,3 mld di euro - continua - ci è parso, ed è parso anche al governo perché lo abbiamo condiviso, che una delle misure che sono utili per risparmiare e necessarie per migliorare la qualità dell'assistenza fosse quella di andare un po' più a fondo sull'appropriatezza» delle prescrizioni, «ma non è una misura voluta dalle Regioni nonostante il governo, ma una misura condivisa in uno spirito di collaborazione».

Uno stop al tentativo di «scaricabarile» della ministra è arrivato anche dall’assessore alla Salute dell’Emilia Romagna Sergio Venturi, succeduto al veneto Luca Coletto come coordinatore degli assessori regionali alla Salute: la decisione di tagliare gli esami inutili e le sanzioni per i medici che prescrivono in modo non motivato «è frutto di un'intesa tra Ministero della Salute e regioni», dichiara. Non ha senso quindi «rigirarsi la colpa a vicenda». Una posizione, aggiunge, «potremo meglio esprimerla davanti a un testo». Ancora, infatti, «l'unico che abbiamo visto è quello uscito sulla stampa dopo che il ministro lo ha illustrato ai sindacati». Appena trasmesso, spetterà alle regioni esprimersi. «Auspico che troveremo una proposizione comune su testo», aggiunge Venturi in merito al confronto che seguirà e che, viste le posizioni del Veneto, si annuncia acceso. «Se ci sono aggiustamenti da fare possono essere fatti - prosegue Venturi - ma il principio da cui muove il decreto è sacrosanto: se si decide, con il parere di società scientifiche, che ci sono prestazioni a rischio appropriatezza, non possono essere a carico Ssn». Il tema, conclude , «va però di pari passo con la depenalizzazione dell'errore medico. I due provvedimenti devono andare avanti insieme, sennò è un cane che si morde la coda».

A favore del provvedimento anche la Toscana.«Diciamo che la direzione del governo, per quello che ci riguarda - afferma l’assessore per il Diritto alla Salute, Stefania Saccardi - è condivisibile ed è anche giusto che non si faccia ogni Regione per conto proprio, ma che ci siano delle linee guida a livello nazionale. Naturalmente, tutto ciò dovrà passare anche attraverso la conferenza delle Regioni, che su questo credo potrà dare contributi».

E una voce concorde con il Dm appropriatezza è arrivata dal Capogruppo di Ncd in Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, Raffaele Calabrò: «Appropriatezza e lotta alla medicina difensiva - sottolinea il deputato - sono le uniche strade percorribili per ridurre sprechi di risorse e migliorare la qualità dei servizi sanitari. Altre strade non esistono. E' giusto e doveroso difendere con le unghie il finanziamento del Servizio sanitario e opporsi ai tagli lineari, ma è da irresponsabili opporsi al giro di vite su esami inutili, spesso reiterati, soltanto per rispondere all'ansia del paziente o per il timore del medico di trovarsi in un'aula di tribunale con tutte le conseguenze che ne derivano in termini di aumento della spesa, allungamento delle liste d'attesa e riduzione della qualitàdell'assistenza».

«Ben vengano linee di indirizzo per le principali patologie - continua Calabrò - che traccino i binari da seguire, ferma restando la libertà del medico, che non è in discussione, di poter scegliere sulla base dei dati clinici del singolo paziente. L'inserimento delle linee guida e delle buone pratiche nella legge sulla responsabilità professionale, ormai in dirittura d'arrivo dalla XII Commissione, rappresenta un ulteriore argine al dilagare della medicina difensiva e riporterà il rapporto medico-paziente nei giusti parametri, a vantaggio dell'efficacia e dell'efficienza che il Servizio sanitario nazionale ci impone».


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