Dal governo

Farmaci: 2 tetti, payment by result e prezzo/volume, innovatività: ecco cosa chiedono le Regioni

di r.tu.

Un tetto per la convenzionata in farmacia al 7,50%con pay back al 50% per la filiera e un altro tetto al 7,35% per tutti i farmaci acquistati fuori farmacia a prezzo ex factory con ripiani fifty-fifty industrie-Regioni. Prezzi legati ai volumi di vendita, ai pazienti trattati e alle estensioni delle indicazioni. Nuovi criteri per definire l’innovatività dei medicinali. Pagamento alle aziende legato al risultato (payment by result) per i farmaci ad alto costo e a rilevante impatto sociale. Riduzione automatica dei listini dei farmaci a brevetto scaduto. Allineamento dei prezzi dei farmaci «sovrapponibili». Sostituibilità automatica dei biosimilari con gli originator biotecnologici in base alle linee guida sulle equivalenze terapeutiche. E uno sconto del 10-20% alle industrie sul pay back da 1,75 mld per il rosso dell'ospedaliera nel 2013-2015 rimasto impigliato nelle sentenze dei giudici amministrativi.

La rivoluzione dei governatori
Eccola la rivoluzione della governance farmaceutica attorno alla quale stanno ragionando le Regioni. I lavori sono in pieno corso e potrebbero arrivare domani alla messa a punto di un documento comune da sottoporre al Governo alla prossima riunione del tavolo a palazzo Chigi. Non tutto è deciso, ma molto è già stato discusso, e non solo a livello tecnico. Oggi potrebbe esserci il rendez vous tra i governatori in Conferenza dei presidenti. Certo è che non tutto piacerà alle industrie farmaceutiche. E forse anche al Governo. Vedremo le prossime puntate.

I due tetti
Il tetto sulla farmaceutica convenzionata (farmaci acquistati a prezzo al pubblico in farmacia) potrebbe essere proposto al 7,5%, con eventuale ripiano pagato dalla filiera. Tra l’altro si stima che soltanto la genericazione nel 2017 della rosuvastatina indurrebbe risparmi intorno a 150 mln.

Il secondo tetto riguarderebbe la farmaceutica non convenzionata (prezzi ex factory) distribuiti con Dd (distribuzione diretta) e Dpc (per conto): potrebbe arrivare al 7,35% con ripiano a metà tra industrie e Regioni. Il tetto totale resterebbe a 14,85%.

Pagamento prezzo/volume
La proposta è di introdurre la regola prezzo/volume nei confronti elle imprese: il prezzo, cioé, si ridurrebbe o verrebbe scontato progressivamente a seconda dell’aumento dei pazienti trattati, dell’indicazione delle estensioni di cura, delle terapie combinate e dall'aumentare della durata delle terapie stesse. Si stima che in questo modo la spesa farmaceutica ospedaliera potrebbe ridursi via via fino alla metà.

Pagamento per «risultato»
Se una terapia fallisse - parliamo di prodotti ad altissimo costo - scatterebbe una sorta di calcolo automatico di pay back per le industrie attraverso una piattaforma informatica di gestione dei registri presso l’Aifa.

Brevetti scaduti, listini giù subito anche se non c’è il generico
La proposta è di ridurre automaticamente del 20% i prezzi dei farmaci a brevetto scaduto, anche se non esiste già sul mercato il suo generico o biosimilare. Si stima che l’anno scorso gli italiani hanno pagato da sé 954 mln come differenziale prezzo tra generici e originator, con una crescita del 4,5% sul 2014. L’accusa è che decidono i medici di famiglia e che il cittadino nulla decide, o quasi mai. Quanto ai biosimilari, a pagare è l’ospedale.

Qual è l’innovatività?
La proposta è di definire nuovi criteri per l’attribuzione di innovatività a un farmaco., senza affidarsi alla «discrezionalità» della Cts (commissione tecnico-scientifica) dell’Aifa. Come modelli si indicano quelli di Francia e Germania che hanno 5 diversi gradi di innovatività.


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