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Salute della donna, priorità alla ricerca. Melazzini (Aifa): «Linea specifica nel bando 2016». Il Manifesto del ministero

di Rosanna Magnano

Approccio alla salute femminile secondo la medicina di “genere” per il contrasto alle malattie croniche non trasmissibili e attenzione alla ricerca scientifica mirata specificamente alle esigenze e peculiarità delle donne. È questo il primo punto del Manifesto lanciato oggi dalla ministra della Salute Beatrice Lorenzin in occasione della prima Giornata nazionale sulla salute della donna.

E sul fronte della ricerca l’Aifa, che ha partecipato all’iniziativa del ministero, annuncia che il bando 2016 sulla ricerca indipendente - finanziata dal contributo pari al 5% delle spese promozionali, versato dalle aziende farmaceutiche - avrà un canale specifico sulla donna. «Vorremmo rilanciare una linea specifica della ricerca indipendente AIFA - spiega il presidente dell’Agenzia, Mario Melazzini - completamente dedicata allo studio dei farmaci nel genere femminile, già a partire dal prossimo bando 2016. Ci piacerebbe premiare i progetti avanzati dalle donne per le donne, a sostegno di una sperimentazione che includa nel modo adeguato e significativo questa popolazione speciale, che resta ancora sotto-rappresentata nella valutazione dei trattamenti farmacologici ad essa destinati».

Uno dei problemi che ostacola la «Gender pharmacology» è l’inadeguatezza dei dati disponibili e delle metodiche di valutazione, insufficienti a far emergere differenze statisticamente significative nell'uso dei farmaci, che per il momento possono essere indirizzati solo da criteri di buona pratica clinica. Finora infatti le donne sono state poco presenti nelle sperimentazioni cliniche e solitamente il farmaco viene studiato
su un tipo di maschio ideale per lo più giovane, bianco e sui 70 kg di peso.

«Il genere maschile - sottolinea il dg Aifa Luca Pani - risulta ancora arruolato in percentuali maggiori nelle sperimentazioni cliniche dei farmaci, soprattutto in quelle iniziali. Possiamo aspirare a una parità di coinvolgimento fra uomini e donne nei protocolli di studio di fase 3. È inoltre fondamentale che i risultati dei trial siano veramente rappresentativi dell'universo di genere che nella pratica clinica reale utilizzerà il farmaco. Ci muoveremo in questa direzione a livello europeo nella valutazione dei dossier che accompagnano le domande di autorizzazione dei nuovi farmaci».

A questo proposito Pani ha anche annunciato che l’Agenzia utilizzerà in modo mirato i dati dei Registri dei farmaci sottoposti a monitoraggio: «Sono 140 registri per oltre cento indicazioni terapeutiche - spiega il direttore generale di Aifa - e contengono i dati di 813.195 pazienti. Di questi il 53% sono femmine e possiamo già dire che abbiamo rilevato differenze tra i due generi nei dosaggi medi».

Il genere come determinante di salute in tutte le aree mediche
Le donne vivono di più ma gli anni aggiuntivi spesso non sono in buona salute e alla femminilizzazione del lavoro corrisponde una situazione di non piena parità di diritti e opportunità. Un gap che ostacola lo sviluppo economico e sociale del nostro Paese.

Il genere come determinante di salute deve quindi «diventare una nuova dimensione della medicina in tutte la aree mediche - si legge in una nota della Salute - per garantire equità e appropriatezza della cura a tutte le donne. È necessario promuovere politiche di coinvolgimento di tutte le istituzioni, ricerca, società scientifiche, sperimentazione farmacologica, medicina di base, farmaceutica, e convogliare risorse economiche e professionali per operare un rinnovamento culturale che accompagni il progresso scientifico».

Il Manifesto è la base su cui costruire le iniziative dei prossimi cinque anni e il ministero, per ciascuna delle linee direttrici si impegna ad avviare una serie di progetti, a partire da quelli suggeriti dai dieci tavoli tecnici riunitisi a Roma in occasione della Giornata nazionale .

Le direttrici del Manifesto
1. approccio alla salute femminile secondo la medicina di “genere”, per il contrasto alle malattie croniche non trasmissibili, e attenzione alla ricerca scientifica mirata specificamente alle esigenze e peculiarità delle donne;
2. strategie di comunicazione per accrescere la consapevolezza delle donne sulle tematiche di salute, per sé e per la sua famiglia;
3. tutela e promozione della salute sessuale e riproduttiva, anche attraverso la prevenzione delle infezioni sessualmente trasmesse e la tutela della fertilità, favorendo una procreazione responsabile e consapevole e sostenendo la salute materna e neonatale;
4. disponibilità di un'alimentazione sana e nutriente, sin dal concepimento, per favorire una nascita sana;
5. disponibilità e accesso a efficienti strumenti per la prevenzione dei tumori femminili, anche attraverso la promozione degli screening di provata efficacia;
6. tutela della salute mentale della donna e contrasto alle condizioni che favoriscono l'insorgenza di disturbi mentali, soprattutto in alcune epoche della vita femminile, e attenzione per la peculiare relazione della donna adolescente con il suo corpo e per la conseguente prevenzione dei disturbi del comportamento alimentare, delle dipendenze, degli stili di vita scorretti;
7. prevenzione, individuazione e contrasto della violenza sulle donne, assistenza medica, supporto psicologico e riabilitazione e impegno per il diritto alla salute delle donne vulnerabili ed emarginate, con una speciale attenzione alla condizione sanitaria delle donne migranti;
8. tutela della salute della donna lavoratrice ed attenzione alle problematiche specifiche nel mondo del lavoro;
9. sicurezza della cosmesi e della medicina e chirurgia estetiche per una “sana” cura della bellezza;
10. strategie per favorire l'invecchiamento sano ed attivo dell'universo femminile



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