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Telemedicina in carcere: firmata la convenzione Giustizia-Federsanità Anci. Pronti 400mila euro. Orlando: «Più salute, più sicurezza, meno sprechi»

di Rosanna Magnano

Il detenuto si curerà anche con la telemedicina e le carceri saranno «in rete» con il Ssn per migliorare l’assistenza sanitaria dietro le sbarre e conciliare esigenze di sicurezza e sostenibilità economica. Creando un fascicolo sanitario elettronico e una cartella clinica digitale e realizzando una piattaforma informatica a livello nazionale che consenta ad Asl e istituti di detenzione di dialogare e avviare un servizio di teleassistenza in ambito carcerario, sia adulto che minorile. I fondi sono quelli previsti dalla legge di Stabilità: 400mila euro per un anno. Sono questi i principali obiettivi di una convenzione siglata oggi dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap), il Dipartimento Giustizia minorile e di comunità, la Direzione generale Sistemi informativi e automatizzati del ministero della Giustizia e Federsanità Anci. Lo comunica una nota del Dap.

Si tratta nello specifico della «Convenzione per l'integrazione socio-sanitaria e per la realizzazione all'interno del Servizio Sanitario Nazionale di una piattaforma informatica di trasmissione dei dati sanitari delle persone detenute per la gestione di un servizio di telemedicina in ambito carcerario (adulti e minorenni)».

«Più salute, più sicurezza, meno sprechi». Queste le linee guida del ministro della Giustizia: «Nella scorsa legge di stabilità - dichiara il ministro Andrea Orlando - ho chiesto di investire nella telemedicina come modalità di assistenza sanitaria per le persone detenute. Con l'accordo siglato oggi saremo in grado di realizzare cartelle cliniche digitali e modalità diagnostiche che consentiranno innanzitutto di assicurare livelli più elevati di assistenza sanitaria. Inoltre, si ridurrà esponenzialmente il numero dei trasferimenti dagli istituti penitenziari alle strutture ospedaliere, abbattendo i costi molto elevati di questi trasferimenti e i rischi legati alla sicurezza».

Quindi risparmi ma anche cure appropriate. «È al contempo interesse della Amministrazione della Giustizia - si legge nel testo della Convenzione - garantire il miglior servizio di salute ai detenuti, senza dover incorrere in un crescente uso di risorse umane e di costi per le traduzioni dagli istituti di pena nelle strutture sanitarie del territorio, in un contesto che vede da un lato la spending review che riduce i finanziamenti complessivi e dall'altro il blocco del turn-over che aumenta i carichi di lavoro della Polizia Penitenziaria».

E la telemedicina rappresenta lo strumento principe. «La convenzione pone le basi per un nuovo servizio di medicina penitenziaria - spiega la nota del Dap - attraverso la telemedicina in grado di assicurare alle persone detenute il corretto, efficace e tempestivo accesso ai servizi sanitari territoriali. La telemedicina in ambito penitenziario fornisce strumenti moderni per la tutela della salute del paziente-detenuto, coniugando l'obiettivo della qualità della cura con una significativa riduzione della spesa (traduzioni e piantonamenti del paziente/detenuto nei luoghi di cura o di accertamento clinico, ecc.)».

Si tratta di uno step importante alla luce del passaggio delle competenze sanitarie dalla Autorità Penitenziaria al Ssn. Un passaggio definito nel 2008, che ha determinato una serie di problematiche logistiche, oltre che sanitarie, molto diverse da quelle che quotidianamente vengono gestite sul territorio o all'interno degli Ospedali. «La Telemedicina consente - spiega il Dap - di rilevare e trasmettere informazioni mediche e di fornire servizi medici a distanza utilizzando innovative tecnologie biomediche associate ai moderni sistemi di telecomunicazione».

Con la nuova infrastruttura di integrazione prevista dalla convenzione la circolazione delle informazioni all'interno delle strutture sanitarie territoriali dovrebbe inoltre avvenire in sicurezza attraverso la realizzazione di una piattaforma di interoperabilità tra i sistemi.

Obiettivo immediato, come richiesto dal Capo del Dap Santi Consolo, è quello di realizzare il fascicolo sanitario elettronico del detenuto con l’acquisizione e manutenzione delle informazioni cliniche provenienti da fonti differenti (anagrafe detenuti, digitalizzazione di documenti sanitari, ecc.).

Un’impresa non da poco data la non omogenea informatizzazione della gestione sanitaria del paziente-detenuto all’interno delle carceri (l’uso della carta è ancora largamente diffuso) e gli ostacoli burocratici e autorizzativi spesso incontrati nel corso di progetti di comunicazione e teleconsulti tra ospedali e carceri finora realizzati a livello locale.

La tabella di marcia del progetto
1. Piattaforma di interoperabilità: sistema di integrazione in grado di organizzare attraverso meccanismi di workflow ed uno specifico motore di regole, lo scambio e l'accesso di informazioni sanitarie fra le diverse Strutture coinvolte;

2. Integrazione dei sistemi informativi dei detenuti (adulti e minori): selezionare e inviare al Ssn le informazioni anagrafiche dei soggetti e ricevere, dal Ssn, le indicazioni e osservazioni sensibili (classificazioni, prescrizioni, trattamenti, ecc.);

3. Dossier Clinico: in questo applicativo confluiscono sia il sistema documentale utilizzato per la digitalizzazione del Fascicolo sanitario cartaceo del Detenuto sia la documentazione sanitaria prodotta dalle Strutture Sanitarie (referti, risultati di accertamenti diagnostici, …);

4. Diario Clinico del Detenuto: questo modulo si configura come una Cartella Clinica a supporto di tutti i processi operativi (visita nuovo giunto, prescrizioni, anamnesi, …) e sarà completamente integrato con il Dossier Clinico;


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