Dal governo

Poletti: «Lotta alla povertà, priorità assoluta». Presto il decreto che rinnova il Sostegno per l’inclusione attiva

di L.Va.

«Il Governo, sulla scorta del lavoro già avviato dal precedente Esecutivo, considera una priorità assoluta l'impegno per l'attuazione di una misura universale di contrasto alla povertà e all'esclusione sociale. Per questo considera apprezzabile ogni iniziativa del Parlamento che vada nella direzione di renderla rapidamente attuabile ed è pronto a sostenerla. Peraltro, come previsto dalla legge di bilancio 2017, in queste settimane il ministero sta predisponendo un nuovo decreto che rinnova e dà continuità al Sia (Sostegno all'inclusione attiva), ampliandone i beneficiari, in modo tale da rendere comunque utilizzabili tutte le risorse previste per il 2017». Dopo le polemiche di fine anno con le parole criticatissime sui giovani “expat” italiani all’estero («Certa gente meglio perderla» aveva detto), il ministro per il Lavoro Giuliano Poletti, in una nota fa il punto sui prossimi adempimenti per la lotta contro la povertà e lancia il decreto ministeriale che rinnoverà il Sia (Sostegno a inclusione attiva) previsto già lo scorso anno. L’obiettivo concreto, chiarisce Poletti «è quello di raggiungere, nel 2017, circa 400mila famiglie, con 800mila minori e oltre 1 milione e mezzo di persone».

Un provvedimento “veloce”, che darà nuovo sprint alle misure che erano confluite nel cosiddetto ddl Povertà, varato nel febbraio 2016 dal consiglio dei ministri e approvato dalla Camera già prima dell’estate, ma poi di fatto congelato e ancora all'esame della commissione Lavoro di palazzo Madama. La delega proposta un anno fa dal ministro Poletti prevede l'introduzione di una misura «nazionale» definita reddito di inclusione (Rei). Un beneficio economico che prevede servizi di inclusione sociale e lavorativa, con progetti personalizzati verificati sulla base dei requisiti Isee e parametrati sul presenza di minori in famiglia. La misura è finanziata, a partire dal 2017, con un miliardo di euro l'anno.
Il disegno di legge delega, che ricordiamo, era collegato alla legge di Stabilità 2016, oltre a introdurre il reddito di inclusione prevedeva anche una componente di servizi alla persona.

Nuovo Sia: decreto ministeriale in arrivo a marzo
«La dotazione strutturale di 1 miliardo, prevista dal Fondo nazionale per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale istituito con la legge di stabilità 2016 - spiega Poletti nella nota diffusa oggi - è stata incrementata di 150 milioni con l'ultima legge di bilancio. A queste risorse potranno inoltre aggiungersi quelle non ancora impegnate per l'attuazione del Sia (Sostegno per l'Inclusione Attiva), una misura “ponte”, attiva da settembre dello scorso anno, in vista della realizzazione del reddito di inclusione, concepito come una misura universale di contrasto alla povertà basata su un sostegno economico condizionato all'attivazione di percorsi verso l'autonomia, sostenuti da servizi personalizzati e da una rete integrata di interventi individuati dai servizi sociali in rete con i servizi per l'impiego, i servizi sanitari, le scuole e con i soggetti del terzo settore e di tutta la comunità».

Subito aiuti alle famiglie
Il ministro ha ricordato che per rendere più efficace quest’attività di «presa in carico e di attivazione dei nuclei familiari beneficiari del Sia, nel 2016 è stato inoltre finanziato, con quasi 500 milioni, un avviso pubblico rivolto ai Comuni per la realizzazione di interventi volti a rafforzare la rete dei servizi in tutte le regioni».
Per questo il ministero del Lavoro «sta predisponendo un decreto, efficace a partire da marzo, per consentire la concreta utilizzazione di tutte queste risorse e per ridefinire, sulla scorta dell'esperienza già realizzata con il Sia, i criteri di accesso alla misura - che privilegiano le famiglie con figli minori o disabili o con una donna in stato di gravidanza - allo scopo di ampliare la platea dei beneficiari in ragione dell'aumentata disponibilità di risorse».

Sia 2016, Cilap: troppa burocrazia
Ma, i primi mesi di applicazione della misura non sono andati come forse si sperava. Gli esperti del Cilap, sezione italiana dell’Eapn European Anti Poverty Network, nei giorni scorsi avevano lanciato l’allarme: «Nei primi mesi dall'entrata in vigore del Sia (2 settembre 2016) - avvisa Nicoletta Teodosi presidente Cilap - La misura non sta dando i risultati attesi. Troppi i vincoli richiesti, basta un errore, anche di comprensione, nella compilazione della domanda che l'Inps la rigetta. Le domande rifiutate per non aver raggiunto i 45 punti per avere riconosciuto il beneficio, vanno dal 40% all'80%, anche con picchi superiori. C'è qualcosa che non va e non vorremmo che fosse attribuita la causa sempre ai potenziali beneficiari che compilano domande “mendaci”. Sono stati esclusi i nuclei familiari più giovani, con un solo figlio, che invece il Sia- nelle sue intenzioni - avrebbe voluto sostenere». L’identikit tipo del nucleo familiare che fa richiesta del SIA è formato da genitori 30-35enni disoccupati o con bassa intensità lavorativa, uno o due figli in media, Isee sotto i 3 mila euro. Cilap sottolinea il fatto che restano esclusi gli over 50 che pure avrebbero grande necessità di supporto.


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