Dal governo

Farmacie, via libera del Comitato di settore all’atto d’indirizzo per la nuova convenzione

di Rosanna Magnano

Una nuova convenzione nazionale per le farmacie che tenga conto del loro nuovo ruolo, richiesto dal processo di invecchiamento della popolazione, con la fornitura di servizi sempre più fruibili nel territorio, soprattutto per la prevenzione e la cura delle patologie croniche. Una farmacia inserita in un sistema integrato, che deve rappresentare la prima interfaccia del cittadino con il Ssn e che dovrà privilegiare la professionalità sanitaria rispetto agli aspetti commerciali che non hanno connotazione sanitaria. È questa la mission della farmacia prevista dall’atto di indirizzo per il rinnovo della convenzione nazionale con le farmacie pubbliche e private approvato dal Comitato di Settore Regioni-Sanità. Per il Presidente del comitato di settore, Massimo Garavaglia (Assessore al Bilancio della Regione Lombardia), «la decisione assunta è di notevole importanza perché disegna la farmacia del futuro». Una rete capillare di presidi sul territorio che dovrà dare il proprio contributo nel governo della spesa e nelle attività di affiancamento ai servizi territoriali del Ssn.

L'atto di indirizzo arriva dopo «una adeguata riflessione e il necessario coinvolgimento della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni». «La farmacia – ha spiegato Garavaglia – con le sue professionalità e per la capillare distribuzione sul territorio rappresenta spesso la prima interfaccia del cittadino con Servizio Sanitario per questo è opportuno utilizzare le farmacie come tassello fondamentale di un sistema integrato per cui alla tradizionale attività di dispensazione dei medicinali deve affiancarsi un impegno ulteriore sul fronte dell'informazione relativa a un uso corretto della conservazione dei farmaci. Non solo, le farmacie – ha aggiunto Garavaglia – possono rivelarsi come le migliori antenne sul territorio per l'attività di verifica e di monitoraggio dei consumi farmaceutici, per lo sviluppo delle reti attraverso scelte di modernizzazione come la consegna a domicilio, l'attivazione della tessera sanitaria e il contributo che si può dare per la prenotazione di prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale. Si deve poi proseguire sulla strada della farmacovigilanza attiva, della partecipazione dei programmi di screening e alle campagne vaccinali e per una migliore educazione sanitaria. All'orizzonte le scelte imprescindibili per la sanità digitale - a partire dal contributo che le farmacie stanno dando per la ricetta dematerializzata – e quelle relative ad una più stretta collaborazione con i medici per favorire il più corretto utilizzo dei medicinali».

«Infine – ha concluso Garavaglia – c'è il tema della ridefinizione dei compensi delle farmacie convenzionate. Su questo fronte c'è un impegno concreto per arrivare in tempi rapidi ad una armonizzazione delle tariffe applicate sul territorio nazionale per superare l'attuale variabilità».

Dispensazione dei farmaci e di altri prodotti sanitari come attività «core». Ma non solo. In farmacia il cittadino dovrà anche ricevere informazioni sul corretto uso e conservazione del farmaco. Il tutto in una collaborazione sempre più stretta e coordinata con le nuove forme di aggregazione dei medici di famiglia. Monitorando l'andamento della terapia e l’aderenza terapeutica. Supportando campagne di informazione di carattere sanitario e partecipando a campagne vaccinali e a iniziative orientate al miglioramento dell'educazione sanitaria

Fondamentale anche il contributo alle attività di farmacovigilanza, verificando l'applicazione della normativa legata al farmaco dispensato (piano terapeutico, note Aifa, rispetto delle indicazioni registrate) e rilevando i consumi farmaceutici di farmaci non concedibili Ssn.

Priorità allo sviluppo delle reti, in collaborazione con le strutture socio-sanitarie deputate all'assistenza domiciliare per garantire la continuità assistenziale per i pazienti in terapia cronica. Fari puntati in particolare su servizi aggiuntivi come consegna a domicilio, attivazione tessera sanitaria, prenotazione di prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale e consegna dei referti.

Assistenza farmaceutica più omogenea
L'erogazione dell'assistenza farmaceutica territoriale avviene oggi in modo diversificato sul territorio, con differenze spesso anche rilevanti non solo tra Regione e Regione, ma anche tra Asl e Asl.

Tra le varie modalità adottate - regime convenzionale, distribuzione diretta da parte delle strutture pubbliche di medicinali acquistati dalle Asl, distribuzione da parte delle farmacie di medicinali acquistati dalle Asl sulla base di condizioni definite da accordi regionali - la distribuzione per conto (Dpc) in particolare presenta grande disomogeneità.

Per superare il gap «appare necessaria una riflessione complessiva sul sistema di erogazione dei medicinali da parte del Ssn - si legge nel testo - con l'obiettivo di individuare, per quanto possibile, criteri uniformi sull'intero territorio nazionale (tenendo conto che l'assistenza farmaceutica rientra nei Lea). Ciò presuppone che la Dpc diventi un servizio essenziale e come tale obbligatorio, garantito da tutte Farmacie oltre alla distribuzione convenzionale».

E per rendere effettiva la «circolarità della ricetta», con la possibilità per il cittadino di rivolgersi in ogni farmacia del territorio nazionale, sarà definito «un elenco unico nazionale dei farmaci da erogare in Dpc che dovrà contenere anche farmaci non ricompresi nel Pht (Prontuario della distribuzione diretta per la continuità assistenziale ospedale-territorio), purché rientrino nei criteri definiti dalla Legge 405, ovvero siano comunemente oggetto di distribuzione in caso di dimissione da ricovero o visita specialistica».

Tariffe armonizzate
Auspicabile anche un’armonizzazione delle tariffe, oggi estremamente variabili. Anche per l’assistenza integrativa e i dispositivi medici monouso, che possono però essere distribuiti anche dai negozi di articoli sanitari, parafarmacie e grande distribuzione (prodotti per celiachia).

Per quanto riguarda i nuovi servizi, la remunerazione deve tenere conto del parere della Ragioneria generale dello Stato che ritiene indispensabile una modifica della normativa esistente. Nell'ambito del tavolo sulla farmaceutica convocato dal Ministero dello Sviluppo Economico è già stata elaborata una proposta di modifica normativa, ritenuta essenziale e propedeutica alla definizione della remunerazione dei nuovi servizi di indicati nel D.Lgs 153/2009.

Per poter essere presi in considerazione ai fini di una possibile remunerazione, i nuovi servizi devono soddisfare almeno due requisiti: esser di reale utilità per le Regioni e poter essere misurati. Il secondo requisito risulta indispensabile nel momento in cui la Asl debba procedere alla liquidazione dei compensi dovuti.

Tra i servizi remunerabili rientrano senza dubbio: la dispensazione e la consegna domiciliare di farmaci e dispositivi medici, la Dpc, la prenotazione di prestazioni di assistenza sanitaria con la consegna dei relativi referti e la partecipazione ai programmi di screening. Anche le attività quali la partecipazione alle iniziative di farmacovigilanza e l'aderenza alle terapie mediche possono essere prese in considerazione, purché vengano definiti gli indicatori di processo (numero e tipo di interventi effettuati, incremento delle segnalazioni di farmacovigilanza) e\o di risultato (benefici per il paziente).

Più collaborazione con i medici
E infine la collaborazione con i medici e gli interventi volti a favorire il corretto utilizzo dei medicinali non possono essere considerati aggiuntivi e opzionali, ma sono parte integrante della attività di dispensazione dei medicinali che, proprio in virtù di queste funzioni, viene riservata a professionisti sanitari laureati in Farmacia. L'erogazione di questi servizi sia in regime convenzionale sia in regime privatistico, come le prestazioni di automonitoraggio o la messa a disposizione di infermieri, fisioterapisti in farmacia, può essere effettuata unicamente previa autorizzazione degli organismi competenti, ciò al fine di garantire l'idoneità degli ambienti, la qualità e la sicurezza dei pazienti.

Spazio alla Sanità digitale
Sarà prioritario sostenere un significativo cambiamento dei processi di gestione della spesa farmaceutica orientato a valorizzare gli sforzi che la Pa sostiene per i processi di dematerializzazione, in primis per quanto riguarda il controllo puntuale delle ricette e dei farmaci erogati, che può avvalersi di soluzioni e servizi forniti dagli enti centrali (ricetta dematerializzata; servizi per il controllo della targa dei farmaci).

Per la revisione dei processi di gestione della spesa farmaceutica, è elemento abilitante, essenziale e imprescindibile la piena diffusione della ricetta dematerializzata, che garantisce la qualità dei dati di erogazione in quanto pre validati dai sistemi centrali del Mef.

«In definitiva, la dematerializzazione - si legge nell’atto di indirizzo - deve interessare oltre che il rapporto Regioni-Mef per il monitoraggio della spesa e per la semplificazione dei processi burocratici per i cittadini, anche per tutti gli iter amministrativi legati a fatturazione e liquidazione delle farmacie».

Il percorso evolutivo è particolarmente importante perché apre a importanti semplificazioni per tutti gli stakeholder con la garanzia di piena trasparenza del sistema e consente significativi risparmi economici.

Acconto da rivedere e tempi di pagamento
Rimane valido quanto riportato dalla vigente convenzione per i tempi di liquidazione. Andrà invece riconsiderata la corresponsione dell'acconto. Si ritiene infatti che la remunerazione delle farmacie debba essere uniformata alla regolamentazione sulla fatturazione elettronica, inclusi i tempi di pagamento. Anticipi e acconti sono quindi non coerenti con le regole oggi applicate a tutti gli altri fornitori del servizio sanitario nazionale. Si ritiene necessario quindi eliminare la corresponsione dell'acconto e ridefinire i tempi di pagamento in accordo alla normativa europea.

Contributo Enpaf
Si ritiene necessario finalizzare il versamento all'Enpaf che le Aziende Usl devono, a titolo di contributo a favore dei titolari di farmacie private, nella misura dello 0,15% della spesa sostenuta nell'anno 1986 dal Ssn per l'erogazione delle prestazioni farmaceutiche in regime convenzionale alle attività di nuovi servizi, con modalità di computo da definire così come previsto dall'art. 17 comma 4 della vigente convenzione - Decreto del Presidente della Repubblica 8 luglio 1998, n. 371.

Nuova struttura del compenso alle farmacie convenzionate
La definizione della nuova remunerazione è affidata ad Aifa e dovrà essere recepita tramite decreto ministeriale, previa intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni e non dovrà comportare oneri aggiuntivi a carico della finanza pubblica. Sarà individuato un meccanismo che consenta alle Regioni il rispetto dei tetti di spesa definiti a livello nazionale o regionale anche attraverso il coinvolgimento della distribuzione intermedia e finale, individuando meccanismi di remunerazione dell'attività svolta dal farmacista scollegati dal prezzo dei medicinali.

Ridefinizione del concetto di Ruralità
Previa verifica delle normative regionali, è necessario rivedere la definizione del concetto di farmacie rurali sussidiate in quanto ad oggi il concetto di ruralità deve essere sostituito dal concetto di farmacia disagiata ed eventuali benefici devono essere ancorati al fatturato della farmacia determinato ai fini della dichiarazione Iva.


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