Dal governo
Osservasalute 2016/ Lorenzin: «Prevenzione cruciale. Primi target obesità, diabete, salute mentale e di genere». E «la spesa sanitaria deve crescere ai livelli Ue»
di Red.San.
Il rilancio della spesa sanitaria rispetto al Pil con l’obiettivo di arrivare alla media Ue, un nuovo modello di commissariamento, che incida sulle performance delle singole aziende sanitarie, la doppia priorità della prevenzione e della lotta alle liste d’attesa per contrastare i gap più evidenti. La ministra della Salute Beatrice Lorenzin, intervenuta alla presentazione del Report, torna sulle criticità sollevate da Osservasalute 2016 . E fa intravedere, almeno a parole, un potenziamento di risorse e di interventi.
È «fondamentale puntare sulla prevenzione e attuare grandi campagne preventive, dall’obesità al diabete agli stili di vita corretti, che non possono essere il fanalino di coda nell’ambito della spesa sanitaria». Ha sottolineato la ministra. Il 5% delle risorse da impegnare in prevenzione è un target ancora mancato, ma Lorenzin punta ancora più in alto e avvisa: «Sarebbero necessarie più risorse».
Oggi - ha affermato ancora la titolare della Salute commentando i dati sull’aumento del gap Nord-Sud nel Paese - «ci sono due Italie per la qualità dell’assistenza sanitaria: una è al top nel mondo e l’altra è in crisi, ma riportare l’Italia in crisi a livelli più alti è fattibile a patto di lavorare sulla prevenzione e la programmazione». Da qui anche il rilancio della proposta di inaugurare, «accanto al tavolo per la riforma dei ticket, un tavolo per un nuovo modello di commissariamento, delle singole aziende sanitarie e Asl laddove non siano garantiti servizi efficienti ai cittadini. Va aperto un confronto che richiederà del tempo, presupponendosi la necessità di una legge per una modifica in merito».
Poi, di nuovo il focus sul Report Osservasalute 2016: da cui - ha ricordato ancora Lorenzin - emerge un divario nell’assistenza tra le regioni del Nord e quelle del Sud, con una aspettativa di vita più bassa nel Mezzogiorno. Questo è inaccettabile». Il Patto della salute - ha sottolineato - ha messo dei paletti importanti: si sta reinvestendo nel Ssn, si stanno recuperando risorse e abbiamo istituito due fondi per i farmaci innovativi e gli oncologici; si è investito anche per il piano vaccini e il piano cronicità. Vedremo i dati del prossimo biennio. Tuttavia - ha concluso la ministra - c'è una chiamata alla responsabilità per le regioni del Centro-Sud, per attuare azioni di programmazione e prevenzione».
Lorenzin ha quindi sottolineato come la «battaglia primaria sia oggi la lotta all’obesità e al diabete, agendo sugli stili di vita corretti, e un’altra battaglia - ha aggiunto - è quella per la prevenzione delle infezioni ed il miglioramento della salute mentale». Altro importante capitolo è quello che riguarda le donne: «vivono di più ma peggio; bisogna lavorare di più, dunque, sulla medicina di genere. Così come è prioritario - ha proseguito il ministro - agire con azioni di prevenzione rivolte ai bambini: vedere bimbi che bevono alcol già a 11 anni, significa infatti avere degli adulti malati domani». Riferendosi sempre all’obiettivo di maggiori azioni rivolte alla popolazione femminile, il ministro ha anche sottolineato l’importanza di aderire ai programmi di screening previsti dalle Asl: «Alle donne dico di rispondere alle lettere che invitano, ad esempio, a fare le mammografie». Un'occasione per fare il punto sulla questione sarà anche la seconda Giornata nazionale sulla prevenzione per la salute della donna che, ha ricordato Lorenzin, si svolgerà il 22 aprile.
Liste d’attesa: rappresentano «un problema ed una priorità a livello nazionale. Ci arrivano delle mail di cittadini che denunciano, ad esempio, di non riuscire a fare una Pet pur avendo una diagnosi di cancro. Il modello attuato in merito dall'Emilia Romagna rappresenta una “best practice da esportare. È inaccettabile, il ministero è pronto ad aiutare, ma questo - ha precisato - è un tema che attiene all’organizzazione regionale». La prossima settimana, ha ricordato Lorenzin, «la Regione Lazio presenterà un proprio modello. Attualmente credo che il modello messo in campo dall’Emilia Romagna sia un modello virtuoso e possa - ha concluso - essere importato anche dalle altre Regioni».
© RIPRODUZIONE RISERVATA