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Corte dei conti: il bilancio della sanità è in attivo di 312 milioni. Ecco la requisitoria del procuratore Galtieri

di Ernesto Diffidenti

Prosegue lo sforzo di razionalizzazione della spesa pubblica sanitaria anche se restano le difficoltà ad aggredire le voci di spesa ad alta criticità, come quelle legate alla farmaceutica. Ma si tratta solo di singole «voci», che tra l’altro è possibile correggere con la revisione dei tetti di spesa e appropriatezza prescrittiva, che non fanno «sballare» il bilancio della Salute. Secondo il Rendiconto generale dello Stato 2016, infatti, «i risultati della gestione contabile si attestano su un sostanziale equilibrio che lasciano supporre una raggiunta, generale condizione di stabilità del sistema».

Secondo la Corte dei conti, infatti, è migliorato il trend delle Regioni in Piano di rientro (anche se peggiorano i conti delle Regioni non in Piano ) e si sono ridotti i costi legati al personale, nonché all’acquisto di beni e servizi determinando un “attivo” di 312 milioni.

In termini globali la spesa sanitaria si attesta a 115,835 miliardi di euro (116,147 il finanziamento totale del Ssn), in crescita dell’1,1% rispetto al 2015, con una spesa procapite di 1.907 euro (in leggero aumento rispetto a 1.887 del 2015 e 1.880 del 2014) ma ancora distante dalla media europea di 3mila, con punte di 4mila per la Germania.

L’ente territoriale che ha fatto registrare, ancora una volta, un significativo aumento della spesa è stata la Provincia autonoma di Bolzano (+2,6%), ma su valori superiori alla media nazionale si è attestata anche l’Emilia Romagna (+1,6%). La spesa è rimasta pressoché invariata nelle regioni Lombardia (-0,1%), Basilicata e Liguria (entrambe 0,1%), mentre nella media nazionale si sono sostanzialmente posizionata la Toscana (1%), il Lazio (0,9%) e il Veneto (0,7%).

Nel 2016 la spesa per il personale è stata di 34,387 miliardi di euro, il 29,4% della spesa totale (era del 30% nel 2014) con un’incidenza pro-capite di 566 euro. In controtendenza, invece, viaggiano gli acquisti di beni e servizi con aumenti in Campania (17,4%), Calabria (15,2%), Lombardia (13%), Sicilia (12%), Liguria (11,2%) e Valle d’Aosta (10,9%).

La farmaceutica, infine. Nel 2016 molte regioni hanno proseguito nell’opera di diminuzione della spesa, ad eccezione della Lombardia (+3,2%), di Bolzano (+0,1%), mentre le diminuzioni più evidenti si sono registrate in Valle d’Aosta (-8,7%), Puglia e Sicilia 8-8,2%), Liguria (-7,9%), Trento (-7,3%). Nelle altre si registrano decrementi inferiori tra lo 0,5% e il 3%. La spesa totale, comunque, è stata pari a 8,089 miliardi in calo dello 0,1%.

«I risultati emersi nell’ultimi quinquennio - spiega la Corte dei conti - dimostrano come la spesa farmaceutica rappresenti un elemento essenziale nell’opera di contenimento: se da un lato la diminuzione sembra potersi attribuire all’acquisto di medicinali nell’assistenza convenzionata, dall’altro si è assistito ad un incremento degli acquisti dei farmaci da parte delle strutture pubbliche. Contribuiscono a tale incremento, il costo dei farmaci innovativi e la non risolta questione dei payback farmaceutici.


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