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Ricciardi (Iss): l’Europa e l’Italia sono in ritardo sulla ricerca

«Il modo migliore per predire il futuro è crearlo». Cita Alan Kay il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Walter Ricciardi, intervenendo alla Fondazione Santa Lucia Irccs in apertura del convegno dedicato al tema «Nuovi orizzonti per la ricerca biomedica». Ma accanto allo slancio progettuale Ricciardi non lesina i dati di una situazione critica della ricerca non solo per l’Italia, ma per tutta l’Europa. «Più dell’ottanta per cento dei finanziamenti pubblici mondiali alla ricerca vengono dagli Stati Uniti. Grande spolvero anche da parte dei Paesi asiatici. L’Europa è in grande difficoltà in questa competizione internazionale».

E tuttavia Horizon 2020 resta un impegno serio e importante dei Paesi Ue per rispondere nei limiti dei mezzi disponibili alla sfida dell’innovazione e fare sistema attraverso la costruzione di reti di competenza tra centri dei diversi Paesi membri. Ma per accedere in modo più efficace ai finanziamenti di Bruxelles Ricciardi ha sottolineato la necessità di un cambio di mentalità da parte dei ricercatori italiani. «Molti progetti presentati, ma al confronto pochi finanziati – ha osservato Ricciardi -. L’Europa è stata chiara: vengono finanziati progetti che portano risultati concreti per la gente e crescita economica. Non basta quindi essere bravi ricercatori, e il nostro Paese ha molti bravi ricercatori».

Nel ripercorrere i risultati ottenuti dall'Istituto superiore di sanità dall’inizio della sua presidenza, Ricciardi ha sottolineato in particolare le misure prese per potenziare la massa critica della ricerca biomedica italiana in Europa attraverso la creazione di “reti di competenza” per mettere a fattore comune le attività di ricerca dei singoli soggetti presenti nel Paese e di “reti di servizi” per supportare la loro attività sul piano internazionale.
Con riferimento ai Servizi Sanitari Nazionali, non solo italiano, Ricciardi ha sottolineato: «Così non sono sostenibili. Lo aveva detto Mario Monti e lo possiamo confermare. Non perché lo vogliamo affossare, ma anzi perché lo vogliamo salvare. C'è una tempesta perfetta tra invecchiamento della popolazione e malattie croniche. Una combinazione devastante che l'Italia deve affrontare senza avere a disposizione il surplus di bilancio di 50 miliardi che ha la Germania».

E proprio con riferimento alle criticità della sanità pubblica, Ricciardi ha tenuto a ricordare il Programma europeo To-Reach, che sarà guidato nel triennio 2017-2019 dal nostro Paese. La prima volta che l’Unione europea finanzia un programma di ricerca rivolto non all’ambito biomedico, ma allo sviluppo di nuovi modelli organizzativi sanitari. Un programma a guida italiana, che ha coinvolto anche Paesi come Giappone e Stati Uniti.

Nel proprio saluto di apertura, il direttore generale della Fondazione Santa Lucia Irccs, Edoardo Alesse ha sottolineato che «la collaborazione da anni con l’Istituto superiore di sanità è importante e strategica e auspichiamo che possa proseguire nella linea di crescita programmatica degli ultimi anni». Con riferimento all'attività di assistenza sanitaria, ricerca e formazione svolte dalla Fondazione Santa Lucia in qualità di Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, Alesse ha sottolineato: «La Fondazione Santa Lucia, con la propria attività sanitaria, di ricerca e di formazione restituisce valore al territorio. È importante che in questi ambiti ci sia possibilità di programmazione. È la programmazione che permette di costruire il futuro».


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