Dal governo
Ddl Bilancio: parere positivo delle Regioni. Rebus risorse per il Contratto
di Lucilla Vazza
Parere positivo oggi dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome alla legge di bilancio. Le Regioni hanno ottenuto minori tagli per 375 milioni, rimangono tuttavia preoccupazioni sul fronte della sanità innanzitutto per il rinnovo del contratto del settore. È l’allarme lanciato dal presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini e il coordinatore al Bilancio Massimo Garavaglia (in foto).
Quali risorse per il rinnovo Ccnl?
«I 300 milioni tra indebitamento netto e riduzione del taglio che ci verrebbe concesso, èla risposta a quello che chiedevamo: è la misura necessaria per andare alla chiusura dei bilanci regionali con più tranquillità. Siamo poi soddisfatti per l'acquisizione di oltre 70 milioni per il trasporto dei disabili, una cifra doverosa. Tutto questo ci dà dell'ossigeno», così Stefano Bonaccini, al termine della seduta odierna sul parere favorevole delle Regioni alla legge di bilancio. «Però abbiamo la preoccupazione riguardante il tema sanità: governo e parlamento dovrebbero riflettere sul contratto che si è iniziato a discutere; è curioso non riuscire a trovare una cifra anche per i lavoratori in sanità».
Le 6 richieste al Governo
Le Regioni chiedono al Governo di focalizzare la propria attenzione anche su altre politiche prioritarie che hanno una diretta ricaduta sui cittadini stante la necessità di un adeguato e coerente finanziamento:
• mantenimento del livello di finanziamento pubblico del Servizio Sanitario Nazionale al di sopra del 6,5% del PIL;
• rinnovo contratto dei dipendenti settore sanità: si stimano risorse necessarie per circa 1,400 miliardi di cassa che a regime implicano un costo ulteriore a decorrere rispetto la legislazione vigente di circa 700 mln che dovrebbe allineare il FSN alla dinamica delle risorse che il Bilancio dello Stato effettua per i dipendenti delle Amministrazioni centrali in quanto, fra l'altro, il fabbisogno sanitario previsto in 113,4 miliardi circa per il 2018 (così rideterminato a seguito della riduzione di 604 milioni dal decreto MEF 5 giugno 2017) non risulta coerente con l'obiettivo del rinnovo contrattuale né con l'erogazione dei nuovi LEA in assenza di ulteriori determinazioni;
• flessibilità del costo del personale sanità rispetto al limite “spesa dell'anno 2004 diminuita dell'1,4 per cento”: il limite non è più coerente e attuale rispetto alle evoluzioni organizzative e di erogazione dei servizi sanitari, soprattutto se si prevede che ciò avvenga nel rispetto degli equilibri di bilancio così non necessitando di copertura finanziaria;
• riattivazione del Tavolo di confronto per la definizione di una nuova governance della spesa farmaceutica;
• finanziamento del Fondo funzioni relative all'assistenza per l'autonomia e la comunicazione personale degli alunni con disabilità fisiche o sensoriali;
• finanziamento strutturale degli indennizzi emotrasfusi (legge n. 210/1992).
Le Regioni esprimono «parere favorevole al disegno di legge bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020 condizionato all'impegno assunto dal Governo alla soluzione delle criticità esposte». Ma con la legislatura agli sgoccioli, questa precisazione delle Regioni sembra più una formula di rito che un aut aut.
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