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Valore in Prevenzione: ecco come gestire e comunicare le politiche vaccinali in Italia

di Carlo Favaretti*, Claudio Jommi**, Andrea Silenzi*** e Cristina Cenci****

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24 Esclusivo per Sanità24

L’Italia presenta un’offerta di vaccinazioni attiva e gratuita tra le più ampie in Europa, che si è completata nel corso dell’ultimo biennio attraverso la Legge del 31 luglio 2017, n. 119, l’implementazione del Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (Pnpv) e la revisione dei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea). Tuttavia, permangono difformità nell’applicazione regionale nonché rilevanti margini di miglioramento nel raggiungere i risultati previsti in fase di definizione della cornice normativa del Pnpv che risulta tra le più evolute e complete nel panorama Europeo.

In primis, semplificando con un esercizio di stile il complesso processo di promozione vaccinale: le aree della prioritizzazione, programmazione, organizzazione, gestione e comunicazione sono quelle su cui le Istituzioni e i professionisti che rivestono incarichi di responsabilità nella prevenzione, dovrebbero fornire delle proposte risolutive “condivise”, finalizzate ad azioni efficaci da porre in atto nel breve/medio termine.

Per contribuire a tale obiettivo, Fondazione Smith Kline, in collaborazione con Vihtali, spin off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Cergas Sda Bocconi e il Center for Digital Health Humanities, ha sviluppato il progetto “Valore in Prevenzione” che, utilizzando un approccio multi-professionale e multidimensionale, ha correlato le prove di efficacia riportate in letteratura con le strategie e i progetti che le Istituzioni, nazionali e regionali, l’accademia e le società scientifiche hanno promosso nel nostro Paese.

Il report dei risultati, presentato durante l’evento “Value Based Prevention” e pubblicato sulla rivista “Tendenze Nuove”, prende in considerazione tutte le macro-aree sopra specificate, con lo scopo di proporre un quadro logico per la valutazione e il miglioramento continuo del sistema vaccinale secondo un’ottica “value-based”, improntata al superamento dei silos professionali e/o istituzionali, per favorire l’implementazione di reti valutabili continuamente secondo i principi del valore e dell’ottimizzazione dei processi a esse sottesi, fornendo un contributo allo sviluppo di strumenti, informatizzati e puntuali, per il monitoraggio delle coperture e per la verifica “real life” e “value-based” delle politiche vaccinali.

Prioritizzazione e programmazione
Strutturare un framework di valutazione delle nuove offerte vaccinali; valutare l’applicabilità ai vaccini di accordi di rimborso condizionato, particolarmente usati in ambito farmaceutico; capire gli effetti del nuovo Codice degli Appalti sulle politiche di acquisto dei vaccini. Questi sono i tre ambiti su cui il gruppo di lavoro di Cergas Sda Bocconi ha lavorato, guardando alla letteratura scientifica, a documenti di gruppi di lavoro nazionali e internazionali, alle pratiche, valutazioni e percezioni di alcuni referenti regionali. Si tratta di tre tematiche molto rilevanti, la prima e la seconda in termini prospettici, la terza di più immediata applicazione anche se in questo momento la maggiore priorità percepita è l’effettiva implementazione del nuovo Piano di Prevenzione Vaccinale 2017-2019.

Sul primo tema la letteratura e le pratiche istituzionali (internazionali, nazionali collegate al nuovo Pnpv e regionali) sintetizzate nel report di ricerca forniscono diversi elementi di supporto ad un approccio rigoroso nella produzione e raccolta di evidenze in ambito vaccinale, compresa una corretta valutazione dell’impatto economico dei vaccini e alcuni spunti per tradurre tali evidenze in scelte di priorità in modo più strutturato e oggettivo, con un coinvolgimento attivo degli stakeholder di riferimento, compresa la comunità scientifica.

Ne conseguono alcune indicazioni operative per le future modifiche dell’offerta vaccinale a livello nazionale: dall’importanza della definizione di un framework condiviso, all’utilità di alcuni modelli di riferimento che compongono i tipici criteri di valutazione; dall’opportunità di prevedere requisiti minimi per le evidenze a supporto delle analisi di tipo economico alla necessità di una revisione critica delle evidenze da parte di un gruppo di ricerca esperto e che non abbia conflitti di interesse specifici; dalla pubblicazione di una sintesi dei rapporti di valutazione, alla necessità di conciliare rigore con rapidità della valutazione e di integrare le diverse parti istituzionali, tra cui l’Agenzia Italiana del Farmaco, attiva nella negoziazione del prezzo.

Applicare ai vaccini accordi di rimborso da parte del Ssn condizionato alla loro efficacia è invece molto più ostico, in quanto tale efficacia può dipendere dal grado di copertura vaccinale e potrebbe essere sottostimato (si pensi al problema delle notifiche di episodi influenzali). Un po’ più praticabili sarebbero gli accordi finanziari, suggeriti anche dal Pnpv (riduzione dei costi dei vaccini al raggiungimento di livelli sufficienti di copertura), purché gestiti centralmente e di cui valutare attentamente l’effetto in confronto con approcci pro-competitivi negli acquisti a livello regionale.

Infine, piuttosto complessa, nella percezione delle regioni intervistate, è l’applicazione del Codice degli Appalti: adottare un criterio di aggiudicazione prezzo-qualità, con l’attribuzione alla qualità di un peso minimo del 70%, non è semplice. Se possibile verrà adottato il criterio del prezzo (beni ad alta standardizzazione); se non possibile, si andrà su approcci meno competitivi

Organizzazione e gestione delle reti e dei servizi
Nel panorama nazionale resta evidente la necessità di investire nel potenziamento delle competenze di leadership, di team building, di conoscenza e capacità applicativa degli strumenti di Health Technology Assessment da parte dei professionisti e degli attori coinvolti a tutti i livelli nell’applicazione di un Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale che deve essere adottato e implementato uniformemente da tutte le Regioni.

A tale livello, infatti, la non omogenea presenza di competenze e strumenti utili a valutare gli impatti organizzativi e gestionali del Pnpv rischia di generare un potenziale rischio di diseguaglianze e disomogeneità interregionali nell’offerta alla popolazione rispetto a quanto previsto dal piano stesso.

Da questo punto di vista il Piano Nazionale della Prevenzione Vaccinale 2017-2019 ha previsto un sistema di monitoraggio che non solo conferma molti degli indicatori già presenti nella programmazione precedente ma, recependo le sfide all’orizzonte nel contrasto alle malattie infettive, delinea ulteriori ambiti di interesse delle attività di monitoraggio:

- il monitoraggio delle percezioni, delle conoscenze, degli atteggiamenti e delle opinioni del pubblico, per basare la comunicazione sulle evidenze dei bisogni informativi;

- il monitoraggio costante del “sentimento anti-vaccinazione”, così da garantire tempestivamente risposte corrette alle informazioni inesatte o false;

- il monitoraggio nel tempo del livello di informatizzazione delle anagrafi e delle loro
operformance.

- l’identificazione di buone prassi per giungere a un’anagrafe nazionale omogenea e robusta, inseribile nei flussi informativi nazionali e accessibile sia ai medici curanti che alle persone registrate

- il ruolo dell’Health Technology Assessment nella valutazione del burden della malattia, nonché dei possibili benefici che potrebbero derivare dalla strategia vaccinale.

Abbiamo iniziato a mappare le buone pratiche presenti a livello regionale al fine di valutare la readiness delle singole Regioni alla sfida dell’implementazione del Pnpv la cui rapida ed equa adozione non potrà che essere favorita dalla comprensione del contesto di partenza e della condivisione delle esperienze maggiormente significative, da trasferire ed estendere geograficamente qualora positive e di successo.

D’altra parte, la letteratura suggerisce alcuni ambiti da presidiare, specialmente in quei paesi, come l’Italia, caratterizzati da coperture vaccinali complessivamente alte, ma con alcune criticità relative al mantenimento delle coperture e alla diffidenza di una parte della popolazione:

- raggiungimento degli obiettivi vaccinali a tutti i livelli amministrativi (es. municipio, distretto, scuola, etc.);

- offerta dedicata ai soggetti vulnerabili e/o difficili da raggiungere (immigrati, soggetti svantaggiati dal punto di vista socio-economico)

- sorveglianza specifica dei cosiddetti “super-spreading site” e contrasto proattivo del fenomeno “small worlds” (riferito alle sacche di resistenza alla vaccinazione in grado di facilitare il propagarsi delle epidemie);

- contributo dei professionisti sanitari alla corretta formazione e informazione in ambito vaccinale, da destinare sia agli operatori non complianti sia agli assistiti;

- sviluppo dell’innovazione digitale per il supporto all’informatizzazione dell’anagrafe vaccinale (includendo l’aggiornamento delle schede individuali e il linkage tra le varie banche dati sanitarie).

Il progressivo aumento dell’offerta così come l’ampliamento della popolazione target delle campagne vaccinali richiedono un parallelo incremento della quantità e qualità delle informazioni per massimizzarne l’efficacia e l’efficienza, sostenendo il valore gli investimenti sanitari in questo settore.

Comunicazione
Gemma e i Vaccini è un progetto di storytelling digitale che vuole comunicare emotivamente l’importanza del vaccino. La storia di Gemma viene narrata su un sito web (www.gemmaeivaccini.it ) e declinata in una serie di infografiche utilizzabili dai medici in supporto al loro ruolo strategico di comunicazione con il paziente. Si tratta di un moderno racconto epistolare che, attraverso il microcosmo della vita di Gemma, seguita dalla nascita fino alla maturità, mostra cosa significherebbe la fine dei vaccini.

Siamo partiti da un punto di partenza inedito. Abbiamo cercato di capire e comprendere i nodi emotivi che portano i genitori alla scelta di non vaccinare i propri figli. Abbiamo ascoltato queste voci, analizzato quantitativamente e qualitativamente le conversazioni in Rete, per arrivare a strutturare un progetto di comunicazione sui vaccini che ancora mancava, e offrire una chiave di lettura di natura emotiva, supportata tuttavia dalla solidità dei dati scientifici.

Sempre di più si diventa genitori in una fase avanzata del proprio percorso di vita e prevale il figlio unico, su cui si concentrano ansie e paure. Quando nasce un bambino il vaccino è il primo momento in cui i genitori si trovano a negoziare con la collettività le scelte sul proprio figlio, con molta incertezza e fragilità. Con Gemma e i Vaccini vogliamo dare rassicurazione emotiva, senza concentrarci su quanto sia sbagliato non vaccinare, ma mostrando quanto sia importante farlo.

*coordinatore scientifico del progetto Valore in Prevenzione e senior advisor di Vihtali

**coordinatore del gruppo di ricerca Cergas SDA Bocconi

***ricercatore di Vihtali e del Centro di Ricerca e Studi sulla Leadership in Medicina dell’Università Cattolica del Sacro Cuore

**** Direttrice del Center for Digital Health Humanities


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