Dal governo

Covid/Speranza: sui vaccini priorità legate all'età e alle fragilità

di Red. San.

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"Da un lato l'anagrafe, dall'altra la fragilità". Sono queste le priorità del piano strategico ribadite dal ministro della Salute, Roberto Speranza, nel corso del question time odierno alla Camera durante il quale è intervenuto anche sui ritardi delle somministrazioni in Calabria. "Ho condiviso con il ministro Carfagna - ha aggiunto - che un pezzo centrale della questione meridionale coinvolge la qualità dei servizi sanitari". Speranza ha poi annunciato che "il capo della Protezione civile, Curcio, e il commissario per l'emergenza Covid-19, Figliuolo, saranno venerdì in Calabria per testimoniare la presenza dello Stato e la volontà di un dialogo istituzionale". E ha ricordato che il governo "è pronto a dare il massimo supporto a tutte le Regioni" ma che queste "sono tenute ad attenersi al piano che abbiamo insieme condiviso".

Secondo Speranza, esistono le condizioni per una significativa accelerazione della campagna vaccinale "su tutti i territori in modo omogeneo grazie anche a una rete di vaccinatori molto più forte e con più dosi". Circa 4,5 mln di fiale "sono in arrivo entro fine marzo".

"La campagna di vaccinazione è l'arma più importante per chiudere questa stagione - ha sottolineato - . Abbiamo agito prioritariamente su tre categorie: personale sanitario, Rsa e persone con più di 80 anni. Soltanto quando le agenzie regolatorie hanno dato il limite anagrafico per la somministrazione del vaccino AstraZenca abbiamo deciso di usare le dosi per i servizi essenziali come il persone scolastico e le forse dell'ordine. Ora che AstraZeneca si può somministrare anche sopra i 65 anni la priorità è legata all'anagrafica e alle fragilità. Credo sia la strada giusta".

Il ministro, infine, ha ricordato che nel Recovery Plan sono previsti 7 miliardi di stanziamenti per invertire la tendenza ad un impoverimento dei servizi sul territorio. "Bisogna - ha concluso - rivedere il Dm 70 perche è stato un errorre riorganizzare la rete ospedaliera senza riorganizzare quella territoriale".


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