Dal governo

Costa, valutare ipotesi restrizioni in zona arancione per non vaccinati. Poi: verso accorciamento Green Pass in settimana

di Radiocor Plus

S
24 Esclusivo per Sanità24

Qualora ci fosse un passaggio in zona arancione si potrebbe valutare una differenziazione nelle restrizioni - in un'ottica di libertà - tra chi è vaccinato e chi non lo è: l'ipotesi va valutata anche a fronte del fatto che chi non si è vaccinato non può subire le stesse limitazioni per le scelte di chi non si è vaccinato». Lo ha detto il sottosegretario alla Salute Andrea Costa intervenuto a RaiNews24. Quanto alle proposte di mutuare il "modello austriaco", «il nostro Paese ha già un sistema di gestione della pandemia basato sul sistema dei colori - ha detto Costa - abbiamo già da molti mesi un percorso graduale, dalle chiusure al Green Pass. Dobbiamo continuare ad accelerare sulle terze dosi - ha aggiunto Costa - e a oggi oltre 3,2 milioni di cittadini hanno ricevuto la terza dose, bisogna continuare così. Le prossime settimana vanno affrontate con grande senso di responsabilità e con prudenza e nel rispetto delle regole che ci sono».
«È chiaro che sulla durata del green pass stiamo facendo una riflessione anche sulla base delle evidenze scientifiche che ci stanno rendendo chiaro come sostanzialmente vi è una riduzione graduale dell'immunità da parte di chi si è vaccinato, quindi è ragionevole pensare che ci sia una revisione della durata del certificato. L'ipotesi su cui si sta ragionando è di riportarla a 9 mesi e credo che anche questa scelta potrebbe arrivare già nei prossimi giorni», ha detto ancora Costa questa volta a Rtl 102.5. «Ad oggi - ha poi aggiunto - sul tavolo del ministero della Salute non vi è l'idea o l'intenzione di modificare ulteriori misure restrittive, procediamo con quelle che abbiamo adottato fino a oggi e che ci hanno permesso di avere un quadro migliore ad altri Paesi europei, questo grazie alle misure restrittive da un lato e grazie al grande senso di responsabilità che ha portato ormai oltre 45 milioni di italiani a vaccinarsi: ci hanno permesso di avere il quadro migliore rispetto ad altri Paesi europei dove vi è una percentuale di vaccinati molto inferiore».
Infine,il tema caldissimo della vaccinazione nella fascia 5-11 anni su cui Ema si esprimerà a fine mese. «Qualora un vaccino dovesse essere autorizzato per i più piccoli, significa che le evidenze scientifiche dicono che quel vaccino dà beneficio e protegge chi il vaccino lo riceve. Su questo la politica dovrà fare un grande sforzo di unità senza trasformare questo tema in un argomento tra tifoserie», ha affermato il sottosegretario alla Salute. «Siamo consapevoli della particolare e comprensibile sensibilità anche di genitori che si sono vaccinati e tanto più in questo caso i cittadini hanno bisogno di grande unità politica e di chiarezza, ha aggiunto. Quanto al prevedere un lasso di tempo più breve per la terza dose, come ha annunciato l'assessore alla Sanità del Lazio Alessio D'Amato, «non spetta alla politica decidere quando e a chi somministrare la terza dose - ha affermato Costa - ma bisognerà aspettare l'indicazione scientifica, abbiamo un team di esperti che lavora in ogni momento per noi. Se non distinguiamo i ruoli con estrema chiarezza c'è il rischio di creare confusione nell'opinione pubblica. Ad oggi c'è l'indicazione di procedere dopo sei mesi e per gli "over 40"».


© RIPRODUZIONE RISERVATA