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Alcol, seconda Conferenza nazionale. Allarme tra i giovani con il binge drinking e tra gli over 65. Speranza e Costa: pandemia volàno, ora intervenire

di B. Gob.

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Sono 3 milioni i decessi per alcol nel mondo ogni anno secondo l'Oms, mentre l'abuso di sostanze alcoliche contribuisce per il 5% ai decessi per tutte le malattie, dai tumori alla cirrosi epatica, dal cardiovascolare ai disturbi psichici fino agli incidenti stradali. In Italia, sono oltre 1.250 i morti per malattie totalmente attribuibili all'alcol mentre dal punto di vista dell'assistenza si registrano in un anno quasi 30mila accessi al Pronto soccorso, oltre 43mila i ricoveri per malattie correlate all'alcol e sono oltre 64mila le persone in carico ai servizi. Intanto, secondo l'Istat tra 2010 e 2020 si assiste a un calo del consumo giornaliero ai pasti ma a un aumento del consumo fuori pasto e all'incremento della quota di donne consumatrici. Giovani e anziani sono le fasce più a rischio: i primi con 800mila tra i 16-17 anni e oltre 2,6 milioni sono gli over 65. Critico il fenomeno del binge drinking tra i ragazzi: dai 18 ai 24 anni sono cresciuti dal 16% del 2019 al 18,2% del 2020. Chi ha ridotto il consumo alcolico durante la pandemia? I moderati, non i consumatori moderati. Mentre 4,1 mln di italiani si ubriacano ogni anno e solo 64mila consumatori dannosi fanno ricorso ai servizi del Ssn.
Si è aperta con questi dati il 15 marzo la seconda Conferenza conferenza nazionale sull'alcol organizzata per il ministero della Salute dal sottosegretario Andrea Costa: un evento che arriva a 14 anni dal primo, del 2008, e a 21 anni dalla legge-quadro 125 del 2001. La "tre giorni" è dedicata ai temi "Informare, educare, curare" e fino al 17 marzo farà il punto sulla diffusione del fenomeno, sugli obiettivi da porsi anche in un'ottica europea e internazionale e sulla Relazione inviata al Parlamento l'8 marzo scorso dal ministero della Salute.
«È particolarmente importante un lavoro interministeriale su questo tema - ha affermato il ministro Roberto Speranza - ed è sui giovani che dobbiamo concentrare le nostre iniziative nella costruzione di una cultura della prevenzione che deve partire dagli ambienti che frequentano come la scuola. Serve mettere a confronto non solo le istituzioni ma i tanti soggetti sociali che sono fondamentali per aiutare le istituzioni e valutare eventuali interventi normativi di aggiornamento della materia. La stessa Oms sta lavorando sul Piano 2022-2030, quindi la nostra iniziativa terrà conto del punto di vista internazionale. Nei giorni scorsi - ha ricordato Speranza - ho inviato la relazione annuale alle Camere e la fotografia che emerge risente del tempo che viviamo: consumo significativo di bevande alcoliche tra i giovani e aumento del consumo fuori dai pasti come segnalato dall'Istat. Dinamiche accelerate a mio avviso dagli ultimi due anni che abbiamo vissuto, segnati dalla pandemia e dalle misure che abbiamo dovuto a lungo adottare e che hanno costretto le persone a cambi spesso radicali di abitudini e comportamenti».
Speranza ha indicato gli obiettivi della Conferenza: fare il punto sullo stato dell'arte valorizzando l'esperienza cumulata; far emergere modalità nuove per la costruzione e gestione dei processi assistenziali anche grazie alle associazioni impegnate, promuovere lo sviluppo di una rete in cui tutti i nodi siano interconnessi. L'idea di fondo è di "cucire gli ambiti" sia istituzionali come Comuni e Regioni ma anche delle associazioni.
«Proviamo a tracciare dei percorsi condivisi - ha aggiunto Costa -: era doveroso promuovere un nuovo incontro mentre con la pandemia il fenomeno è in aumento e va capito come affrontarlo. Il fronte critico è nella fascia d'età 18-24 dove ci sono comportamenti a rischio anche in momenti di aggregazione temporanea, mentre la poliassunzione di più sostanze sfocia in episodi di violenza agita o subita. Occorre lavorare sui corretti stili di vita in tutti gli ambiti, non solo nella scuola ma anche in occasione dell'attività sportiva dove si impara a crescere rispettando le regole e sapendo condividere momenti di aggregazione. Diventa essenziale impegnarsi nella prevenzione della salute e infatti il Pnv 2020-2025 sollecita l'intercettazione precoce e la conseguente presa in carico quanto più anticipata possibile». Non solo giovani, come detto, ma solo 1/3 dei portatori di problemi legati all'alcol sono presi in carico dai servizi. «Cruciale - ha aggiunto Costa - è il ruolo dei Mmg, stiamo ridisegnando il nostro Ssn e nell'ottica di avvicinare i servizi possiamo costruire quella rete che ci aiuta a intercettare il bisogno. Importante anche il ruolo dei medici del lavoro e delle Forze di polizia ma è cruciale quello delle famiglie e qui la politica è chiamata a una grande assunzione di responsabilità: va recuperato qualche aspetto valoriale che potrebbe aiutarci. Lo stigma è un altro tema da affrontare ma se si crea una rete di servizi complessivi anche lo stigma può essere superato e il sommerso può emergere. Potenziare le rete di comunità, implementare le reti formali per persone con cronicità e disagio, fare sistema tra Regioni, Comuni e Terzo settore. Tra gli insegnamenti della pandemia c'è la necessità di fare lavoro di squadra, dando le risposte per provare a costruire insieme una comunità migliore».


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