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Pnrr/ Riordino del territorio: fumata nera in Conferenza Stato-Regioni ma il Dm 71 scatterà il 16 aprile

di B. Gob.

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24 Esclusivo per Sanità24

Era atteso per oggi il via libera in Conferenza Stato-Regioni al decreto ministeriale di riordino delle cure sul territorio che dà attuazione alla sfida principale della missione 6 del Pnrr e invece è arrivata una fumata nera, per l'opposizione guidata dalla Regione Campania. Il "Dm 71", da mesi oggetto di un ping-pong tra il ministero e i governatori, vede stringere i tempi proprio a fronte della roadmap di attuazione del Piano di ripresa e resilienza. In ogni caso il provvedimento vedrà comunque la luce il prossimo 16 aprile. Un mese dopo la seduta del 16 marzo, in cui le Regioni avevano espresso l'intesa, condizionata all'accoglimento delle proposte di modifica - condivise a livello tecnico con i rappresentanti del ministero della Salute - e all'impegno del Governo di riportare quei punti nell'accordo. Ma in sede di Conferenza Stato-Regioni il punto era stato rinviato su richiesta del Mef, convitato di pietra, e così si è arrivati al 30 marzo. Tre mesi prima della scadenza a giugno per la definizione del riordino.

Al centro, la revisione della medicina di base organizzata tra Case di comunità da una parte e Assistenza domiciliare integrata dall'altra, mentre con le strutture intermedie "ospedali di comunità" si darà risposta ai pazienti che non possono essere seguiti né a casa né, in modo appropriato, in ospedale. Cruciale il ruolo delle Centrali operative territoriali (Cot) per lo smistamento dei pazienti e la regia dell'assistenza, così come delle tecnologie informatiche e della telemedicina. Ma questo è solo lo "scheletro": restano tematiche fondamentali da riempire di contenuti, a cominciare dalla dotazione di risorse umane e dalla loro formazione.

La Commissione Salute aveva condizionato all'unanimità l'intesa a una serie di vincoli "sine qua non", impegnando il Governo:

1. ad assicurare che gli standard ed i modelli organizzativi di cui al presente decreto, verranno attuati con progressività, in relazione anche alla disponibilità delle risorse con l’obiettivo di renderli operativi ed a regime a partire dall’anno 2026;

2. la progressiva attuazione degli standard e dei modelli organizzativi di cui al presente decreto, sostenuta attraverso: a) un’adeguata implementazione e potenziamento del fabbisogno del personale necessario, dipendente e convenzionato; b) un’adeguata copertura finanziaria;

3. a garantire che la determinazione e la ripartizione delle risorse necessarie per finanziare gli standard ed i modelli organizzativi di cui al presente decreto sarà effettuata da uno specifico Tavolo di lavoro costituito, tra gli altri, da rappresentanti delle Regioni e delle Province autonome, del ministero della Salute e del ministero dell’Economia e delle Finanze;

4. a garantire una riforma delle disposizioni in materia di medici di medicina generale assicurando, nel contempo, un aggiornamento del percorso formativo specifico dei medici di medicina generale e dei medici di comunità e delle cure primarie finalizzato alla valorizzazione degli stessi in coerenza con gli standard previsti dalla riforma dell'assistenza territoriale;

5. ad integrare attraverso l’adozione di un successivo provvedimento la definizione degli standard e dei modelli organizzativi riferiti ad ulteriori setting territoriali, quali Salute Mentale, Dipendenze Patologiche, Neuropsichiatria infantile.


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