Dal governo

Il mancato aggiornamento dei Lea e quell'"ultima chiamata" della Corte costituzionale

di Ettore Jorio *

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24 Esclusivo per Sanità24

Quanto possa essere utile la giurisprudenza costituzionale per la Salute della collettività, non solo nazionale, lo si è evinto chiaramente dalla relazione svolta dalla presidente Silvana Sciarra in data 14 febbraio sull’attività resa dalla Consulta nell’anno 2022.
Tanto ed egregio il lavoro fatto dai giudici costituzionali, anche nell’anno passato, sul tema dei livelli essenziali delle prestazioni sociosanitarie, partendo dalla valutazione della loro griglia estesa, a partire dal gennaio 2017, anche a quelle afferenti all’assistenza sociale, precedentemente raccolti sotto l’acronimo di Liveas.
L’eguaglianza di diagnosi e cura, prima di tutto
Il tutto è stato fatto in funzione del conseguimento all’accesso egualitario all’assistenza, preteso dalla Costituzione (art. 117, comma terzo, lett. m), ma palesemente negato a una parte consistente della Nazione, specie a quella che risiede nel Mezzogiorno, cui non viene resa esigibile l’assistenza come invece avviene altrove. Da qui, la migrazione degli ammalati, soprattutto oncologici, che arricchisce le Regioni del nord del Paese con le povertà del sud. Che porta alla rovina le famiglie vittime del dramma umano, spesso disposte a vendere tutto per acquistare persino il diritto di morire dignitosamente.
Al riguardo, la presidente Sciarra ha stigmatizzato con forza la necessità di uniformare la diffusione degli accertamenti diagnostici, prioritariamente per immagini, sia in termini di specie che di tempi erogativi, non solo allo scopo di intervenire prontamente nel caso di malattia accertata ma anche di quelle in via di mero sospetto. Con questo, ha dato forza all’attività di screening, quale strumenti di tutela preventiva della salute della persona, e di esami genetici di diagnosi tempestiva delle malattie ereditarie. Entrambi funzionali a migliorare gli esiti degli interventi curativi derivati e finanche ad ottimizzare il decorso economico della finanza pubblica, nel senso di renderlo armonico con la tutela dei diritti e il soddisfacimento delle persone.
I Lea da aggiornare costantemente
Con questo, la presidente della magistratura del più alto rango ha sottolineato l’esigenza, non più trascurabile, di aggiornare tempestivamente i Lea, atteso che da essi dipende lo stato quali-quantitativo della salute della popolazione, francamente trascurato oltre ogni limite di sopportabilità.
Il Covid-19 ha fornito la prova della inadeguatezza del servizio sanitario nazionale, cui è stato posto in un certo senso rimedio attraverso misure normative emergenziali ritenute dalla Consulta “giustificate dall’urgenza di proteggere la salute nell’interesse della collettività, nel rispetto dei criteri di proporzionalità e di adeguatezza”.
Un sistema da ottimizzare
Una considerazione segnatamente giustificatoria che, messa in relazione con l’anzidetto dovere di aggiornare i Lea e con essi la loro modalità erogativa, lascia trasparire una insoddisfazione profonda sull’assetto organizzativo del sistema della salute, certamente da rivedere. Soprattutto da riconciliare, nel senso di realizzare una stretta e concreta connessione erogativa di insieme. Ciò nel senso di rivedere la programmazione dell’assistenza territoriale, alla luce della messa a terra delle strutture introdotte dal Dm 77, di quella ospedaliera e di quella integrata con l’assistenza sociale.
A ben vedere, analizzando bene quanto detto dalla presidente Sciarra nella conferenza stampa, c’è da parte della Consulta una raccomandazione forte a che venga correttamente attrezzata una medicina di prossimità, tale da assicurare i Lea, implementati ad hoc, alla popolazione più trascurata e più disagiata perché residente nelle periferie più abbandonate. La promozione della farmacia, quale presidio assistenziale durante il Covid, la dice lunga. Ciò nella logica di concepire una assistenza territoriale unitaria alle famiglie da assicurare attraverso presidi fissi, garanti di presenze assistenziali continuative, quanto più possibile di diretta conoscenza delle anamnesi assistiti.
I Lea nel processo di ridefinizione dei Lep, di cui alla legge n. 197/2022
La rilettura della relazione in una chiave al forte richiamo alla corretta ridefinizione dei Lea, sotto un certo aspetto, pone una esigenza primaria pari al lavoro del legislatore ordinario ritenuto necessariamente propedeutico a offrire la facultas alle Regioni di realizzare il federalismo a geometria variabile. Il riferimento è a quanto sancito nella legge di bilancio per il 2023, più esattamente al percorso in essa scandito per definire i Lep – e dunque di rideterminare i Lea – e per valorizzare i costi e i fabbisogni standard utile a renderli ovunque sostenibili. Il tutto nel lasso di tempo di dodici mesi, scadenti il 31 dicembre prossimo, pena l’attribuzione del compito a un commissario ad acta di adempiere nei trenta giorni successivi.

* Università degli studi della Calabria


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