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Agenas: migliorano le liste d'attesa, nel 2023 in crescita le visite e gli esami erogati dal Ssn

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Nella maggioranza delle Regioni italiane salgono nel 2023 le prestazioni ambulatoriali, ovvero la quantità di visite ed esami diagnostici erogati nel Servizio sanitario nazionale. In generale si riscontra un trend in miglioramento rispetto al primo semestre 2022; viceversa il confronto con il primo semestre 2019 individua da parte di tutte le Regioni - tranne che per la Toscana nell'ambito delle visite di controllo - delle criticità nel ristabilire i volumi di prestazioni antecedenti la pandemia. Questo è quanto emerge dai dati messi a disposizione da Agenas in occasione dell'evento 'Monitoraggio dei tempi di attesa delle prestazioni ambulatoriali - anno 2023 - attività di sperimentazione'. L'evento è l'occasione per presentare i dati di una sperimentazione - avviata da Agenas in collaborazione con la Fondazione The Bridge - sul monitoraggio delle prenotazioni di prestazioni di specialistica ambulatoriale in modalità ex ante.

L'obiettivo generale del progetto pilota è quello far luce sulle liste di attesa rendendo disponibili dati omogenei e standardizzati a livello regionale. In totale sono state raccolte informazioni su 125.000 prenotazioni di visite specialistiche e 146.000 prenotazioni di esami di diagnostica strumentale. Tutte le Regioni sono state invitate a partecipare alla sperimentazione. Hanno inviato attualmente i dati 13 Regioni. Dai dati messi a disposizione emerge come, ad esempio, la prima visita cardiologica è garantita in classe B (entro 10 gg) nell'84% dei casi e in classe D (entro 30 gg per le visite e 60 gg per gli esami diagnostici) nell'80% dei casi. I valori mediani delle giornate di attesa in classe B che si osservano tra le Regioni passano da 13 giorni in Friuli V.G. ai 5 giorni dell'Emilia-Romagna. Per la prima visita ortopedica la garanzia, sempre in classe B, è pari al 74% dei casi e in classe D al 78% dei casi. In Toscana, in classe D, il valore mediano di attesa è pari a 18 giorni mentre in Piemonte tale valore raggiunge i 36 giorni.

Passando ai tempi di attesa delle prestazioni di diagnostica strumentale, la Tac è garantita in classe B nel 78% dei casi e in classe D nell'89% dei casi. I valori mediani delle giornate di attesa in classe D che si osservano tra le Regioni passano da 4 giorni in PA di Trento ai 21 giorni delle Marche. Per un'ecografia dell'addome, invece, la garanzia, in classe B, è pari al 78% dei casi e in classe D all'84% dei casi. In Abruzzo, in classe B, il valore mediano di attesa è pari a 4 giorni mentre in Regione Lazio tale valore raggiunge i 31 giorni. Dal monitoraggio emergono due elementi di possibile distorsione rispetto alla corretta gestione delle prestazioni: i giorni che intercorrono dalla data di prescrizione a quella di contatto con il CUP per ricevere l'appuntamento, nonché le scelte da parte dell'utente. In quest'ultimo caso, infatti, emerge come circa il 60% rifiuta l'opzione fornita dal sistema preferendo, seppur con un prolungamento dei tempi, di ricevere la prestazione presso una struttura/ospedale ritenuta di maggior gradimento rispetto a quella proposta.

“Le raccolte dati sulle liste d’attesa realizzate negli ultimi due anni dall’Osservatorio Healthcare Insights - ha detto Rosaria Iardino, presidente di Fondazione The Bridge - evidenziavano un quadro complessivo di scarsa confrontabilità dei dati tra le Regioni, ma anche tra quelli di una stessa Regione, se considerate diverse annualità. Inoltre, i dati forniti erano spesso incompleti. Alla luce di tutto ciò, il cittadino si trova oggi in una situazione di grave carenza informativa, non avendo accesso a tutte le informazioni necessarie per comprendere l’andamento della performance del Servizio Sanitario Nazionale, nonostante sia suo diritto. Da quest’anno, insieme ad Agenas, abbiamo intrapreso un percorso che ha l’obiettivo di individuare delle regole univoche per la raccolta dei dati sulle liste d’attesa da parte delle Regioni e consentirne la leggibilità, sia in termini di diritto di accesso da parte dei cittadini, sia per una corretta pianificazione da parte dei decisori. È evidente come Agenas stia già assolvendo al ruolo fondamentale della raccolta dei dati presso tutte le Regioni, auspichiamo che tale competenza sia istituzionalizzata e resa sistemica”.


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