Dal governo

Donne, tumore al seno e tossicità finanziaria: è tempo di un nuovo Welfare

di Rosaria Mustari*

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24 Esclusivo per Sanità24

L’emergenza Covid e il post Covid, la carenza di risorse finanziarie e di personale medico e l’incremento dei costi di tutte le attività sanitarie stanno determinando, secondo le analisi più recenti, un progressivo indebolimento del SSN, con conseguenze allarmanti per i cittadini, per l’incidenza sempre maggiore delle spese mediche sul bilancio delle famiglie.
Il problema è ancor più grave allorchè va a incidere su categorie sociali poco favorite, basti pensare alle donne affette da tumore al seno e alla cosiddetta “tossicità finanziaria”. Si tratta delle ricadute economiche che conseguono per la paziente alla diagnosi della malattia, non tanto per i costi delle cure, che restano per la più gran parte a carico del SSN, bensì per le ripercussioni sulla vita sociale, familiare e lavorativa che si traducono in un aggravio di spese: ad es. i costi degli spostamenti per le visite, per baby-sitter o per le pulizie, per la parrucca, per prodotti cosmetici, per reggiseni e dispositivi post-operatori, la dieta, la fisioterapia o la riabilitazione, senza considerare poi l’aspetto più drammatico della incapacità di produrre reddito.
È emerso da alcuni studi che la tossicità finanziaria aumenta la percentuale di insuccesso delle cure, ovvero il peggioramento della situazione economica riduce le probabilità di guarigione.
La gravità e la diffusione del fenomeno rendono indifferibili norme e misure di sostegno ad hoc, tuttavia, taluni rimedi sono già disponibili. In primis il microcredito sociale, un finanziamento entro i 10 mila euro che l’articolo 111, co. 3, del Testo Unico Bancario prevede “a favore di persone fisiche in condizioni di particolare vulnerabilità economica o sociale”.
La concessione di credito a un malato oncologico può apparire un tabù, tuttavia, nel caso dei tumori della mammella, i dati sono molto favorevoli per l’altissima percentuale di guarigioni e quindi si può pensare a misure agevolative anche per le ammalate che svolgano attività autonome, che ancor più necessitano di adeguato sostegno.
Ebbene, il microcredito imprenditoriale è un finanziamento di importo massimo di 75 mila euro finalizzato all’avvio o sviluppo di iniziative imprenditoriali, garantito dal Fondo di garanzia per le PMI, con servizi di assistenza - “tutoraggio” - dei soggetti finanziati (V. articolo 111 T. U.B.). L’ausilio attivo del tutor che accompagna la paziente-beneficiaria per tutta la durata dell’operazione, dalla domanda di prestito fino alla restituzione, conferisce a tale strumento finanziario un valore aggiunto, in termini di sviluppo delle capacità personali, delle abilità gestionali e competenze economiche della sovvenuta.
Fornire assistenza quindi non come graziosa concessione una tantum, ma in modo da favorire la piena e inclusiva partecipazione economica e sociale e la promozione della dignità personale, in attuazione della Costituzione, in un’ottica di welfare moderno e innovativo: non più politiche sociali passive di mero trasferimento pecuniario, bensì politiche attive, incentrate sulla promozione della dignità e sull’inclusione sociale delle persone, alle quali si chiede un “corrispettivo”, ovvero l’esercizio delle loro capacità a beneficio della comunità.
La crescente attenzione nei confronti delle tematiche sanitarie e delle patologie tumorali sta dando buoni frutti, vista la recente approvazione della legge sull’oblio oncologico, per cui l’attuale temperie può favorire l’avvio di un dibattito anche su questi profili finora trascurati. L’obiettivo è quello di sensibilizzare tutti i soggetti, pubblici e privati, potenzialmente capaci di un apporto sinergico sul tema, dalle banche alle istituzioni di governo centrale e locale, sollecitandone nuove e virtuose interazioni. Così è accaduto con il ‘Microcredito di libertà’ per le donne vittime di violenza, germinato dall’intesa tra Ministero per le pari opportunità, Abi, Federcasse, Caritas italiana, Ente Nazionale per il Microcredito.
Con l’auspicio ovviamente che la questione sortisca anche l’interesse del legislatore, in modo da rafforzare gli strumenti normativi già disponibili e introdurne di nuovi e ancor più efficaci.

*Consigliere di Amministrazione Ente Nazionale per il Microcredito


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