Dibattiti-e-Idee

Sostenibilità e salute, ecco la Carta di Bologna

di Jean-Louis Aillon (portavoce della Rete Sostenibilità e Salute)

In questi giorni ad Atene, nel corso della terza conferenza internazionale "Health Economics" si è parlato di come migliorare i sistemi sanitari, intervenendo sugli standard di qualità attraverso valutazioni economiche volte a promuovere una maggiore efficienza finalizzata al risparmio.
In controtendenza, riteniamo, che non sia possibile pensare al miglioramento della sanità senza prendere in considerazione la sostenibilità in un'ottica di lungo periodo. Non può esistere nessun Servizio Sanitario Nazionale economicamente sostenibile in un sistema di sviluppo che è di fatto ecologicamente insostenibile. E' dimostrato che una crescita economica illimitata ed indiscriminata non è sostenibile non solo dal punto di vista ambientale, ma anche per quanto riguarda la tutela della salute, in quanto questo processo va a minare la qualità dell'ambiente e quei fattori socio-culturali da cui la salute dipende. I cambiamenti climatici comportano rischi concreti per la salute umana, afferma Samuel Myers della Harvard Medical School, e i loro effetti indiretti metteranno a rischio la qualità della vita di centinaia di milioni di persone, generando costi enormi per i Sistemi Sanitari pubblici. Il New England Journal of Medicine indica con chiarezza il percorso da intraprendere: "il settore sanitario - afferma l'autorevole rivista - deve rimodellare il modo in cui le società umane pianificano, costruiscono, spostano, producono, consumano, condividono e generano energia."
Occorre quindi costruire una cultura e una società non basate sulla crescita economica fine a sé stessa, in grado di superare le disuguaglianze e favorire pienamente l'affermazione del diritto alla salute. Oggi più che mai, curare significa prendersi cura del pianeta su cui viviamo.
Su questi presupposti è stata sottoscritta la "Carta di Bologna per la Sostenibilità e la Salute" che formalizza la nascita della "Rete Sostenibilità e Salute" , composta inizialmente da ventuno associazioni attive nell'ambito della salute, unite per coordinare i propri sforzi su tutto il territorio nazionale.
La salute, secondo quanto delineato dalla Carta, viene intesa come bene comune di cui prendersi cura, attraverso una partecipazione responsabile. I modelli di salute, sanità e cura dovrebbero porre al centro la Persona, favorendo le sue capacità di far fronte alla malattia, privilegiando l'attenzione al paziente e alla salute piuttosto che la sola cura della malattia. L'integrazione dei saperi, dei professionisti e delle organizzazioni andrebbe incentivata, in particolare sviluppando dialogo e sinergie con le medicine tradizionali e non convenzionali. E' fondamentale, in quest'ottica, contrastare la diffusione di prestazioni sanitarie inappropriate, la medicalizzazione della salute e l'invenzione di false malattie a scopo di profitto, riconoscendo i limiti della scienza, ed evitando il luogo comune secondo il quale per migliorare la salute fare di più significa fare meglio. Recenti studi ci indicano che "su 2.500 prestazioni sanitarie supportate da buone evidenze scientifiche solo il 46% è sicuramente utile e il 4% è giudicato dannoso" e che "chi vive in regioni ad alta intensità prescrittiva sperimenta livelli di sopravvivenza peggiori di chi vive in regioni a bassa intensità prescrittiva".
Infine, è a nostro avviso indispensabile che il Servizio Sanitario Nazionale resti una risorsa per tutti, indipendente dalle influenze del mercato, e che sia basato sulla prevenzione, sull'assistenza primaria e su un sistema che valuti i risultati in termini di ‘produzione di salute' e non solo di numero di prestazioni sanitarie erogate.
La Carta di Bologna – nello spirito dei fondatori della Rete - è un nuovo strumento per favorire una riflessione della cittadinanza, dei decisori della politica e degli operatori della salute su questi temi. «Il cammino verso sistemi di salute equi e sostenibili - ci ricorda Eduardo Missoni, membro della rete e professore di Salute Globale presso le Università Bocconi e Milano Bicocca - passa necessariamente attraverso l'intervento sui determinanti distali della salute - sociali, economici, politici e ambientali. Nelle sue funzioni di sensibilizzazione delle istituzioni, la rete potrà contribuire ad alleanze transnazionali della società civile a sostegno di politiche globali per la salute che, anche sull'esempio della Convenzione per il controllo del tabacco, assicurino che la difesa della salute prevalga sugli interessi commerciali il cui impatto negativo sulla salute contribuisce all'aumento della domanda evitabile di servizi».