Europa e mondo

Brexit, per l’Efpia necessario ridurre l’incertezza per pazienti e imprese

L’industria farmaceutica «è una parte vitale del Regno Unito e dell’economia europea: contribuisce con 75 miliardi di euro alla bilancia commerciale e impiega oltre 700mila persone. L’incertezza inevitabile generata dal voto sulla Brexit rende problematiche decisioni di investimento a lungo termine e pianificazione aziendale». Ebbene, proprio per questo «deve essere fatto ogni sforzo per ridurre l'incertezza per i pazienti e le imprese» del pharma. Lo sostiene l’Efpia, European Federation of Pharmaceutical Industries and Associations.

Il processo di uscita del Regno Unito dall'Unione europea probabilmente sarà «lungo e complesso». Per questo l’industria farmaceutica è pronta a lavorare a stretto contatto con i governi e le istituzioni dell'Ue per ridurre al minimo il suo impatto sui pazienti e garantire il futuro di innovazione medica in tutta Europa», assicura l'associazione europea industrie del farmaco. Analizzando le possibili conseguenze del risultato del referendum del Regno Unito, l'Efpia sottolinea l'importanza di garantire che il paziente sia al centro di tutte le decisioni successive: «Gli abitanti di tutta Europa stanno vivendo una vita più lunga, più sana e più produttiva a causa dei farmaci innovativi sviluppati dall'industria farmaceutica. I responsabili politici devono assicurare che il rapido accesso ai farmaci innovativi per i pazienti in tutta Europa, compreso il Regno Unito, sia al centro della politica sanitaria» dei prossimi mesi e dei prossimi anni.

Con «più di 7.000 farmaci in fase di sviluppo, la nuova entusiasmante ondata di innovazione farmaceutica giocherà un ruolo chiave nell'affrontare le sfide affrontate dai pazienti e dai sistemi sanitari» del Vecchio continente, prevede l'associazione industriali. «Garantire che la Brexit non influisca negativamente sulla capacità di regolamentazione, i processi e le tempistiche per l'introduzione di nuovi farmaci deve essere una priorità», insiste l'Efpia. E deve esserlo anche «l'integrazione dell'Agenzia del farmaco del Regno Unito nell'ecosistema dell'Ema». La ricerca e sviluppo di nuovi farmaci in Europa è stata a lungo un driver per i progressi nella cura. «La collaborazione, il finanziamento e un contesto normativo favorevole all'innovazione sono fondamentali per questo continuo successo» della ricerca «in tutta Europa» negli anni che verranno.


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