Europa e mondo

Pagamenti Pa: Italia maglia nera nel mirino Ue, avanti con l’infrazione

di Lucilla Vazza

I passi avanti pur significativi non bastano, l’Italia continua a essere maglia nera per i pagamenti della Pubblica amministrazione. Una situazione intollerabile per l’Ue che ha fatto scattare la fase b della procedura d'infrazione che la Commissione europea aveva avviato nel 2014, ma poi messo in naftalina fiduciosa di un miglioramento della situazione. Il commissario di allora era Antonio Tajani, da un mese eletto presidente del Parlamento europeo. La seconda fase della procedura prevede l’invio (imminente) di un parere motivato a cui l’Italia dovrà rispondere entro due mesi. Altrimenti il rischio sarà il deferimento alla Corte di giustizia Ue.

«Chiedendo agli Stati membri di rispettare le regole sul ritardo dei pagamenti, proteggiamo le imprese e aiutiamo la competitività dell'Ue», ha dichiarato la commissaria al mercato interno Elzbieta Bienkowska.

Insomma, nonostante piccoli passi avanti, l’Italia resta ultima dei 28 Paesi dell’Unione per i ritardi nei pagamenti da parte dello Stato.

A fine agosto 2016 un rapporto di Bruxelles, che faceva riferimento ai dati 2011-2014 di Intrum Justitia, mostrava che l'Italia era il Paese con il miglioramento più significativo dei tempi avendoli ridotti di 15 giorni, ma nonostante questo restava maglia nera tra i 28 con pagamenti a 144 giorni (dato 2015), ben al di sopra dei 30-60 previsti dalla direttiva entrata in vigore nel marzo 2013. La Commissione Ue, oltre all'Italia, ha chiesto di agire anche a Grecia (lettera complementare di messa in mora), Spagna e Slovacchia (lettera di messa in mora) per ragioni diverse, mentre ha chiuso l'infrazione nei confronti del Portogallo.


© RIPRODUZIONE RISERVATA