Europa e mondo

L'Indice globale della fame in un contesto di "policrisi"

di Valeria Emmi *

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24 Esclusivo per Sanità24

La combinazione senza precedenti tra la terribile situazione della fame nel mondo, la crisi climatica, gli effetti della pandemia e le guerre e i conflitti sempre più gravi e prolungati che abbiamo sotto gli occhi, sta aumentando le disuguaglianze, aggravando la povertà, spingendo i bisogni umanitari a livelli record e ampliando il divario nei finanziamenti per rispondere a questi crescenti bisogni. In questo contesto di “policrisi” i progressi globali nella riduzione della fame si sono in gran parte arenati dal 2015 e in alcuni casi sono stati fatti seri passi indietro. A poco meno di 7 anni dal raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile - tra cui Fame Zero - 58 Paesi non riusciranno a raggiungere neanche un livello basso di fame entro il 2030 e in 18 paesi la fame è aumentata negli ultimi anni, con Burundi, Lesotho, Madagascar, Niger, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Somalia, Sud Sudan e Yemen che registrano livelli allarmanti di fame.
Questo è il quadro preoccupante che emerge dall’Indice Globale della Fame 2023 (Global Hunger Index - GHI), uno dei principali rapporti internazionali sulla misurazione della fame nel mondo, il primo redatto da organizzazioni della società civile e di cui CESVI cura l’edizione italiana.
I quattro indicatori alla base dei punteggi GHI - denutrizione, arresto della crescita infantile, deperimento infantile e mortalità infantile - riflettono le carenze di apporto calorico (quantità di cibo) e di importanti micronutrienti (qualità del cibo). Combinando questi quattro indicatori, l'Indice non misura solo la disponibilità di calorie, ma tiene conto della qualità della dieta e dell'utilizzo degli alimenti. Inoltre, gli indicatori specifici per i bambini riflettono lo stato di nutrizione di un sottogruppo particolarmente vulnerabile della popolazione per la quale la carenza di energia, proteine e/o micronutrienti (vitamine e minerali essenziali) porta a un elevato rischio di malattie e dello sviluppo fisico e mentale, con una scarsa qualità della vita delle future generazioni di adulti.
L’Asia meridionale e l’Africa a Sud del Sahara sono le regioni del mondo con i più alti livelli di fame, con un punteggio di GHI di 27.0, che ci indica un livello grave di fame. E la popolazione giovanile globale, attualmente stimata in 1,2 miliardi, la più numerosa della storia, vive in grande maggioranza in paesi di queste due regioni.
I giovani si trovano ad ereditare sistemi alimentari che stanno fallendo su più fronti. In primo luogo, i sistemi alimentari non forniscono loro cibo sufficientemente nutriente in una fase di vita - il periodo dell'adolescenza e della prima età adulta – in cui una dieta e un'alimentazione adeguate sono fondamentali perché la crescita fisica e lo sviluppo sono più rapidi e quindi gravemente ostacolati dall'insicurezza alimentare e dalla fame. Gli attuali sistemi alimentari sono insostenibili, iniqui, vulnerabili al degrado ambientale e ai pericolosi effetti del cambiamento climatico. Promuovere e aumentare gli investimenti in sistemi alimentari diversificati, radicati nel territorio, facilitando l'accesso i produttori alimentari locali, è necessario per interrompere la dipendenza di molti paesi dalle importazioni di prodotti alimentari e diversificare le diete per garantire livelli nutrizionali adeguati. Come mostra l’Indice Globale della Fame 2023, attuare oggi una trasformazione dei sistemi alimentari e nutrizionali sostenuta e attenta ai giovani, avrebbe un impatto sostanziale e sostenibile per le generazioni future.
Le azioni che intraprendiamo ora determineranno i risultati per i decenni a venire. Intervenire in maniera urgente e con azioni durature è l’unico modo per affrontare le grandi crisi del nostro secolo per avere un mondo libero dalla fame in cui nessuno sia lasciato indietro; questo è un imperativo per tutti e che noi di Cesvi abbiamo messo al centro della nostra azione a fianco dei più vulnerabili nel mondo.

* Networking & Advocacy Senior Specialist, Fondazione Cesvi


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