Imprese e mercato

Payback farmaci, dopo lo stop del Tar non pagati (ancora) 600 mln

di Roberto Turno (da Il Sole 24 Ore di oggi)

Va in porto il decreto legge 113 col payback da 1,5 miliardi a carico delle industrie per il ripiano della metà del disavanzo totale della spesa farmaceutica pubblica realizzato nel triennio 2013-2016. Ma le Regioni, prime destinatarie di quelle somme (scontate del 10% per i primi due anni e del 20% per il 2015), con lo Stato che non fa da semplice spettatore, per il momento hanno poco da festeggiare: almeno 600 milioni dell'intera somma è infatti da considerare in bilico perché - dopo la sentenza del Tar del Lazio che ha accolto la sospensiva per i ricorsi presentati da numerose imprese - diverse decine di imprese per il momento hanno deciso di non pagare e di avvalersi della sospensiva decisa dallo stesso Tar. E di aspettare la sentenza di merito dei giudici amministrativi, prevista per la metà di settembre, che potrebbe essere ancora a loro favorevole.

La partita del payback
Se così fosse, è chiaro, l'intera partita del payback si complicherebbe notevolmente, proprio mentre il Governo ha annunciato con la prossima manovra per il 2017 la riforma della governance farmaceutica. Riforma che si troverebbe intanto con la zavorra dei conti 2013-2015 in sospeso, con quelle somme fin qui congelate che le Regioni avevano però già messo a bilancio. Una complicazione non da poco, considerato che Governo e Regioni devono ancora trovare l'intesa, fin qui rivelatasi molto complessa, proprio sui contenuti della governance di settore.

Il quadro dei conti
Le prime avvisaglie dei conti 2016 della farmaceutica pubblica, del resto, lasciano intravedere un rosso se possibile ancora più profondo. Nei primi tre mesi dell'anno è stato già accumulato un disavanzo di 686 milioni, con l'ospedaliera che da sola perde l'80% del totale, a quota 494 milioni oltre l'asticella del budget annuale nella media nazionale.Un trimestre gennaio-marzo più che mai sulle montagne russe, quello che emerge dalla rilevazione dell'Aifa (Agenzia del farmaco), secondo un trend annuale che, se confermato, a fine anno (ma in genere nei mesi si attesta un pochino al ribasso) significherebbe più di 2,7 mld di disavanzo complessivo. La farmaceutica ospedaliera intanto starebbe a livello nazionale al 6,1% dell'intera spesa sanitaria, contro un tetto che dovrebbe attestarsi al 3,5%: il 50% in più. Con la Toscana all'8,5%, seguita dalla Calabria al 5,9% e dalla Basilicata al 5,7. Soltanto Trento (al 3,2%) e il Molise (al 3,5%) stanno dentro il tetto di spesa. Tutte le altre Regioni lo superano, a partire appunto dalla Toscana che lo scavalca addirittura di due volte e mezza.

Sempre nel primo trimestre dell'anno, la spesa territoriale è risultata in rosso per 191,7 mln (al 12% medio nazionale contro un budget dell'11,35), mentre la convenzionata in farmacia ha fatto segnare un calo netto del 6,4% rispetto al 2015 e i pagamenti dei ticket-ricetta sono calati del 4,2%.


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