Imprese e mercato

Dr. Google &Co. Ecco il decalogo anti bufale sulla salute

di Daniela Poggio (direttore comunicazione Sanofi Italia)

La trasformazione digitale e l'esplosione dei media digitali stanno riportando le persone al centro. Sta cambiando profondamente il modo in cui ci relazioniamo con gli altri e il modo in cui prendiamo insieme decisioni o come discutiamo le decisioni che riguardano la nostra società. Nuove forme di partecipazione stanno emergendo e si sta diffondendo il concetto di skillful participation, cioè una partecipazione esperta, abile. Tutto questo ha un effetto nelle aree in cui da sempre socializziamo: educazione, politica, lavoro. E, ovviamente, anche nel mondo della salute.
Già tre anni fa in Sanofi, forse fra i primi, abbiamo iniziato a parlare di Social Health, a identificare non solo la salute che si avvale della tecnologia per migliorare l'accesso alla terapia, ma la salute intesa come sistema di relazioni online dove non ci sono più solo medico e paziente, ma un paziente esperto e la sua rete o community. Le persone desiderano partecipare al proprio percorso di prevenzione, benessere, diagnosi e cura. Cercano informazioni su Google, partecipano a forum di discussione o alle comunità di pazienti online. Naturalmente - e il caso dei vaccini è lì a dimostrarlo - questo processo di disintermediazione della comunicazione su salute e malattia presenta molti rischi: dalla attendibilità delle informazioni alla esasperazione dei sintomi, talvolta fino alla messa in discussione del rapporto col proprio medico. È comprensibile e del tutto naturale che si sia avviata una riflessione e un sano dibattito tra chi considera il racconto online come pura disinformazione e chi rivendica invece il diritto ad un percorso di salute partecipato della propria malattia.
Qualunque sia l'opinione che abbiamo, è un fenomeno sociale con il quale è necessario misurarsi. Occorre una nuova alleanza terapeutica che rinunci alla relazione gerarchica di saperi e coinvolga i diversi attori in un percorso collaborativo. I professionisti del mondo della salute hanno la straordinaria opportunità di offrire un determinante contributo per riportare al centro l'informazione scientifica, per fare parte di questa rete rendendola esperta. Una bella sfida a cui abbiamo risposto presentando il nostro decalogo per orientarsi in rete e informarsi correttamente sul tema della salute, dieci semplici regole d'oro per capire come muoversi tra web e social media, a quali interlocutori o fonti dare fiducia e sfruttare al meglio le informazioni che ci offre il world wide web. Un primo passo per fare parte di quella alleanza terapeutica che vede coinvolti tutti gli attori dell'ecosistema della salute, insieme in un'ottica di skillful participation.

Le dieci regole d'oro per orientarsi sulla salute tra web e social

1. Le fonti prima dei contenuti
Quando si cercano informazioni sulla salute in Rete è importante verificare le fonti, per capire chi sta offrendo quella specifica informazione. Meglio affidarsi a siti istituzionali o ufficiali, che garantiscono autorevolezza e rigore scientifico.

2. Il dottor Google non è laureato in medicina
La ricerca su Google spesso porta in primo piano contenuti personalizzati in base a ciò che Google sa di noi o siti che vantano molte visite per motivi non sempre legati alla loro autorevolezza. Meglio valutare più risultati e confrontarli fra loro.

3. Blog e forum: belle storie, poca scienza
Su blog e forum si possono trovare storie di pazienti e racconti di familiari che suscitano empatia e coinvolgono emotivamente. Tuttavia le storie non sempre raccontano i fatti in modo oggettivo, perciò meglio leggerle con occhio critico.

4. Mai chiedere l'età, sempre chiedere la data
La data di pubblicazione di un articolo è importante. A volte notizie vecchie di anni vengono nuovamente condivise da siti o blog per motivi spesso strumentali in modo da ottenere molte visite. Se possibile verificare sempre che una notizia sia recente.

5. Ho cercato i miei sintomi: sto per morire
Quando si cercano sintomi o condizioni patologiche sul web, spesso si innestano meccanismi psicologici che portano a porre più attenzione alle informazioni negative. Importante leggere con senso critico e affidarsi sempre al medico.

6. Più è facile, meno è affidabile
Se un sito propone soluzioni facili o rimedi universali, è probabile che sia poco affidabile. Ogni paziente è differente (in base a età, sesso e caratteristiche fisiche) e richiede un percorso di cura personalizzato e specifico, che solo il medico può indicare.

7. Lo dice Las_Tampa!
Anche per i contenuti con migliaia di condivisioni sui social vale la regola delle fonti. Spesso i siti che condividono notizie costruite ad hoc per raccogliere like e condivisioni usano nomi simili ai più importanti quotidiani (es. “Corriere della Serra” o “Fatto Quotidaino”).

8. Complottisti della salute: no grazie
Capita spesso di incorrere in siti e blog che pubblicano notizie catastrofiche relative a farmaci, patologie o inquinamento ambientale con effetti sulla salute. Queste notizie spesso sono create apposta per generare condivisioni e non hanno alcun fondamento scientifico.

9. Farmaci online: solo sui siti sicuri
Attenzione alla vendita dei farmaci online da parte di siti non ufficiali e non autorevoli. La vendita attraverso il canale digitale è riservata ai farmaci da banco e il sito deve essere autorizzato alla vendita dei farmaci online: si può verificare questo requisito grazie al bollino di sicurezza.

10. Basta: vado dal medico!
Medico e farmacista devono restare i principali punti di riferimento per decidere in materia di salute. Cercare informazioni può essere utile per saperne di più, ma sulla scelta di un percorso di cura solo il medico può fornire informazioni corrette e ponderate.


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