Imprese e mercato

Fatebenefratelli e Philips: con la partnership la terapia intensiva neonatale diventa multimediale

di Ernesto Diffidenti

Il legame tra madre e figli, si sa, è indissolubile. Ma è nei primi giorni di vita del neonato che assume un'intensità più profonda e intima. Per mantenere questo contatto la Terapia intensiva neonatale dell'ospedale Fatebenefratelli di Roma ha assunto una nuova fisionomia grazie alla partnership stretta con Philips, leader mondiale nel settore dell’Health-Technology . Il primo frutto di questa collaborazione è un sistema video «sicuro e protetto» che consente ai genitori di poter vedere il loro bambino ricoverato ovunque ed in qualsiasi momento con il supporto di un tablet o uno smartphone. Su ogni incubatrice, infatti, è applicata una piccola videocamera wireless alla quale i familiari potranno collegarsi dai loro dispositivi mobili, previa registrazione con codice personale. L’accesso, monitorato in ogni momento dagli operatori sanitari, potrà essere esteso anche a nonni e parenti, che, su invito dei genitori, potranno condividere il collegamento attraverso un “link” a scadenza temporale (massimo 20 minuti), sempre nell’ottica di garantire la sicurezza e la protezione della privacy dei pazienti in culla.

Il legame, dunque, non viene spezzato in caso di forzata indisponibilità dei genitori a recarsi presso l'ospedale dove l'accesso alla terapia intensiva è garantito comunque 24 ore su 24.

Per Stefano Folli (Ceo di Philips) «si tratta di un progetto innovativo e ambizioso in cui riusciamo a combinare con una partnership con il Fatebenefratelli, la valenza della tecnologia con il nostro modo di intendere le cure che mettono al centro il paziente, in questo caso le famiglie con i neonati, spianando la strada alla sanità senza confini». Insomma, per la prima volta in Italia si è concretizzato un vero e proprio modello di family-centered care, «una cura senza barriere che coinvolge in un unico processo bambini, familiari, medici e staff sanitario, e risponde allo steso tempo alle esigenze di efficienza e sostenibilità a cui oggi ogni struttura ospedaliera deve far fronte».

Presente all'inaugurazione anche lo showman Rosario Fiorello che ha contribuito alla realizzazione dell'opera con il ricavato di alcuni spettacoli. «Aiutare questo ospedale- ha detto - i bambini e le loro famiglie è per me una grande soddisfazione, superiore anche agli applausi ricevuti negli spettacoli».

La nuova area di 500 mq, ora rinnovata, con 16 culle per il ricovero intensivo e 13 per il non intensivo, si presenta come un unico grande spazio aperto, con un sistema di monitoraggio centralizzato che favorisce un costante controllo dei piccoli da parte degli operatori sanitari e allo stesso tempo crea un ambiente più confortevole per la permanenza delle mamme e dei papà nel reparto. La terapia intensiva dell'ospedale romano assiste ogni anno circa 600 bambini, di cui 400 prematuri (4000 i parti totali effettuati ogni anno).

«Il progetto della nuova Tin, studiata e costruita attorno alle molteplici esigenze dei piccoli pazienti e delle loro famiglie, si inserisce in quel percorso di rilancio e crescita intrapreso dal nostro ospedale già da qualche anno - ha detto Fra Pascal Ahodegnon, legale rappresentante e vice presidente operativo del Fatebenefratelli all'Isola Tiberina - all'insegna dell'eccellenza e dell'innovazione, per realizzare sempre più un modello assistenziale umanizzato, dove la persona è al centro delle cure nella sua totalità, in linea con quei valori di ospitalità e accoglienza che da oltre 500 anni caratterizzano l'opera portata avanti dall'Ordine ospedaliero di san Giovanni di Dio».


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