Imprese e mercato

Assosistema Confindustria: 1,1 miliardi per l'import di mascherine, il 90% dalla Cina

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Da febbraio a maggio sono state importate mascherine per un valore complessivo di circa 1,1 miliardi euro, con un aumento ad aprile del 3.129%. Lo rende noto Assosistema Confindustria che ha elaborato i dati Istat, secondo cui "il 90% degli articoli acquistati provengono dalla Cina". Per i guanti protettivi la spesa è stata di 120 milioni con un'impennata nel mese di maggio 2020 rispetto al 2019 (+39%) e per i camici 200 milioni di euro (+412% a maggio). "Questi dati - sottolinea Assosistema Confindustria - rivelano l'assenza di una programmazione strategica per l'approvvigionamento di presidi utili contro il Covid-19". Ciò ha comportato "un ricorso eccessivo a dispositivi di protezione (Dpi) monouso alimentando le problematiche connesse allo smaltimento degli stessi". Inoltre "è stato autorizzato l'utilizzo di Dpi non marcati CE privi di certificati che ne comprovino la reale efficacia". Per questo Assosistema-Confindustria sollecita "l'uso del tessile riutilizzabile per i camici ospedalieri e professionali", nonché la "valorizzazione delle aziende italiane ed europee produttrici di Dpi marcati CE". Requisiti fondamentali "per garantire sicurezza e rispetto dell'ambiente".

L'associazione ha quindi "appoggiato una serie di interpellanze parlamentari"in particolare su due temi: "Implementazione dell'uso del tessile riutilizzabile per i camici ospedalieri e professionali; valorizzazione delle aziende italiane ed europee produttrici di Dpi marcati CE, ed in particolare di quelle realtà che hanno investito sul territorio italiano nel potenziare la propria capacità produttiva". "Mentre il ministero dell'Ambiente - aggiunge Assositema - si è dimostrato sensibile alle tematiche del riutilizzabile come alternativa valida all'eccesso di smaltimento di rifiuti monouso e sta accogliendo le argomentazioni evidenziate dall'associazione confindustriale per nuove soluzioni di economia circolare".

Il ricorso ai camici in "tessuto tecnico riutilizzabile" è una soluzione che l'associazione promuove anche perchè "contribuirebbe, inoltre, a fornire un impulso al made in Italy, dato il carattere nazionale della filiera". Le imprese del settore, poi, "premono per la valorizzazione di una produzione nazionale ed europea di dispositivi di protezione marcati CE, a scapito di prodotti di qualità non controllata provenienti dall'estremo Oriente, che oltre a non soddisfare i requisiti normativi in termini di salute e sicurezza, destabilizzano il mercato con prodotti a basso costo, penalizzando le aziende che realizzano dispositivi certificati e sicuri".


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