Imprese e mercato

Automedicazione, le proposte di Assosalute per una co-gestione tra Mmg e farmacista

di Red. San.

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Un progetto che mira a proporre lo sviluppo di nuovi modelli organizzativi di collaborazione tra medico di medicina generale e farmacista per la gestione dei piccoli disturbi di salute, che possono risolversi grazie all’impiego responsabile e consapevole dei farmaci senza obbligo di ricetta da parte dei cittadini. È "Self care generation", promosso da Assosalute - Associazione nazionale farmaci di automedicazione (parte di Federchimica) - e presentato alle istituzioni e alle categorie interessate, cittadini ovviamente inclusi, in occasione del webinar "Il valore dei farmaci di automedicazione nella riqualificazione del Servizio sanitario nazionale" con l'Istitito italiano per la competitività I-Com.
«Self Care Generation vede l’Associazione, che quest'anno compie i 50 anni di vita, impegnata a fianco dei giovani rappresentati del comparto – ha detto Maurizio Chirieleison, presidente di Assosalute – con il fine di valorizzarne l’identità e definendo insieme a loro, come emerso dalla prima fase di lavoro, un nuovo modello di co-gestione sui territori, partendo proprio dall’automedicazione».
Secondo una ricerca condotta da IQVIA per Assosalute, infatti, oltre la metà dei medici di medicina generale e oltre l’80% dei farmacisti coinvolti ritiene che un modello di co-gestione dei piccoli disturbi sia applicabile e utile sia in termini di sostenibilità per il Ssn sia in termini di miglior impiego delle risorse e del tempo degli operatori.
«In un momento in cui il Sistema sanitario nazionale si trova ad affrontare molteplici criticità, tra cui carenze territoriali, di personale e di risorse, acuite dalla pandemia, – continua Chirieleison – il progetto assume una rilevanza ancora maggiore, perché offre proposte concrete e attuabili nel quadro della necessaria riqualificazione dell’assistenza territoriale in Italia».
Tesi sostenuta dallo stesso viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri: «In questo periodo di emergenza sanitaria e nel contingente distanziamento fisico dai luoghi di cura - ha affermato in un messaggio inviato ai partecipanti - poter offrire ai cittadini altre possibilità di prevenzione e trattamento di patologie lievi, grazie al ricorso ai medicinali di automedicazione, costituisce un sostegno notevole al Ssn, impegnato oltremodo a combattere una guerra in corsia che è possibile vincere solo con l’impegno quotidiano e collettivo di tutti gli attori coinvolti».
Sullo sfondo, il tema affrontato da tutti i parlamentari intervenuti della necessità di un potenziamento del territorio, di una semplificazione e riorganizzazione delle cure di prossimità e di una informatizzazione e digitalizzazione dei processi che consenta finalmente la messa in rete dei professionisti che vi operano. Per la senatrice Annamaria Parente (IV), Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, «è necessario rafforzare da subito la medicina del territorio, mandando delle task force di professionisti prossimi ai pazienti, di medici, farmacisti e assistenti sociali nelle case delle persone». La senatrice Paola Boldrini (PD), Vicepresidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, ha proseguito ribadendo la centralità del tema nei lavori parlamentari non solo per via dell’Affare assegnato in Commissione sul potenziamento della medicina territoriale in epoca post-Covid, ma anche per via delle iniziative parlamentari che saranno incardinate nei prossimi giorni. Per l'onorevole Nicola Stumpo (Leu), Presidente Commissione Bicamerale per la Semplificazione, su questi temi è necessario operare «Non scelte di parte ma scelte complessive fatte per il bene del Paese. Il rapporto dei cittadini con l’automedicazione va inserito all’interno di una modalità corretta, che passa per una corretta campagna di informazione che deve coinvolgere tutti i cittadini e le istituzioni». Su questo punto è tornata anche la senatrice Elisa Pirro, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Igiene e Sanità, ribadendo l’importanza della corretta educazione ai cittadini in tema di buone pratiche sanitarie.
Al centro deve comunque e sempre esserci l'interesse del cittadino, il cui empowerment va rafforzato a vantaggio della capacità di scelta nell'ottica di una piena consapevolezza dei diritti e sulle scelte di cura. E per Antonio Gaudioso, Segretario generale di Cittadinanzattiva, in questo contesto «l’automedicazione va vista come una scelta strategica».
Temi che riecheggiano nel Manifesto di proposte per la sanità territoriale del futuro presentato sempre da Assosalute in occasione dell'evento, che si articolano intorno a tre obiettivi:
• La definizione di nuovi modelli di collaborazione tra medici di medicina generale e farmacisti sui territori;
• La creazione di nuove sinergie per contribuire al processo di formazione del cittadino al corretto uso dei farmaci;
• L’allargamento dell’offerta di automedicazione per concentrare le risorse economiche del Ssn laddove servono di più.

Ma cosa ne pensano i diretti interessati, medici e farmacisti? Per Domenico Crisarà,
vicesegretario nazionale Fimmg, «è sempre opportuno partire dalla premessa del "chi dì fa cosa" nell'ambito di una piena chiarezza di ruoli che porta con sé anche precise assunzioni di responsabilità». In ogni caso «Noi medici di medici di medicina generale - ha detto - vogliamo approfittare del ricambio generazionale per aggiornare la nostra professione. E commentando la ricerca realizzata da IQVIA per Assosalute, ha aggiunto: «È importante creare maggiore collaborazione con le figure dei farmacisti, soprattutto nelle aree meno popolate e rurali, definendo chiaramente i ruoli per cui ogni figura è responsabile, in particolare nelle prime ore di comparsa dei sintomi».
Ha concluso Andrea Mandelli, Presidente Fofi (Federazione ordine dei farmacisti), secondo cui «è necessaria una riprogettazione a partire dal ruolo del medico di base e del farmacista, grandi risorse non del tutto valorizzate».


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