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Covid: nel post pandemia tecnologia e prossimità al paziente senza distinzioni

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24 Esclusivo per Sanità24

Tra il primo e il secondo lockdown si è registrata una contrazione del ricorso alla prevenzione e alla cura: un'indagine realizzata dal provider globale di dati e analisi sanitarie Iqvia indica che rispetto a un anno fa sono slittate una diagnosi su dieci, un terzo delle visite specialistiche e un quarto delle richieste di esami diagnostici. Ma in un paese in cui l'aspettativa di vita è tra le più alte d'Europa (83,1 anni secondo Eurostat), fare prevenzione significa non solo investire nella qualità della vita, ma anche razionalizzare la spesa sanitaria: si stima che ogni euro investito in prevenzione generi 2,9 euro di risparmio nella spesa per prestazioni terapeutiche e riabilitative nel 2050.

Una volta lasciata alle spalle, l'esperienza della pandemia imporrà dunque un nuovo paradigma della sanità, basato su due pilastri: maggiore vicinanza al paziente e un suo più agevole e puntuale accesso alla diagnosi e alle cure, ovunque si trovi senza distinzioni geografiche, e maggiore investimento nella cosiddetta smart healthcare, ovvero soluzioni tecnologiche all'avanguardia per percorsi diagnostici e di cura efficienti e di qualità.
Lo scenario che si viene a delineare è quello di una rete di servizi integrati, omogenea sul territorio per qualità e offerta, componente tecnologica e innovazione, che metta sempre il paziente al centro di percorsi terapeutici e diagnostici all'avanguardia e caratterizzati da elevati standard di competenza e professionalità e contrasti il fenomeno della migrazione sanitaria.

"Secondo i dati dell'Osservatorio della fondazione Gimbe, un milione di persone si spostano dal Sud al Nord per le cure sanitarie, una migrazione che si quantifica in 4,6 miliardi", spiega Ettore Sansavini, presidente GVM Care & Research, gruppo ospedaliero italiano presente in 10 regioni con 28 strutture di Alta Specialità e Polispecialistiche, "In questo periodo storico, in particolare, questo significa che buona parte di questi pazienti rinunceranno alle cure, per l'impossibilità di spostarsi in altre regioni o di accedere alle strutture ospedaliere. Questo fenomeno si può e si deve contrastare mettendo a disposizione di tutti i pazienti, indipendentemente dalla regione di appartenenza, percorsi assistenziali personalizzati, integrati e multidisciplinari omogenei per organizzazione e qualità".
GVM investe ogni anno dai 12 ai 14 milioni di euro in tecnologia diagnostica e chirurgica, oltre a 2 milioni di euro all'anno in IT.

"In un'ottica di sempre maggiore personalizzazione delle cure, a fare la differenza è la combinazione tra competenze mediche e strumenti diagnostici all'avanguardia, che consentono risultati di imaging ad alta definizione e diagnosi rapide, con minori margini di errore - dichiara Ettore Sansavini -. A questo si affianca una chirurgia robotica di ultima generazione, che trova spazio in diversi ambiti, tra cui quello neurochirurgico, ortopedico, urologico e anche cardiovascolare che apporta benefici non solo per il paziente in termini di minor invasività e tempi di recupero post operatori più brevi, ma anche per il chirurgo che può così operare in condizioni di ancora maggiore precisione".

Un ulteriore capitolo dell'evoluzione post-pandemica della sanità riguarda la telemedicina, diventata strumento prezioso per offrire continuità di cura, verificare l'aderenza ai piani terapeutici e monitorare gli effetti delle terapie anche su pazienti cronici o che vivono lontani dal centro di cura, di trasmettere e visualizzare i risultati diagnostici con una qualità di immagine inalterata e di eseguire semplici esami comodamente da casa.
In un contesto attuale, in cui i temi della prevenzione e del miglioramento del percorso di cura sono destinati a diventare sempre più centrali, tecnica ed esperienza medica unite all'estrema precisione della tecnologia si traducono in una prevenzione sempre più accurata e in percorsi terapeutici quanto più possibile personalizzati, a beneficio non solo del paziente ma del sistema sanitario nel suo complesso.


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