Imprese e mercato

L'appello del biotech italiano: «Pnrr ultima chiamata per rendere l'Italia competitiva. La parola d'ordine è fare sistema e semplificare»

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Se si vuole rendere il settore biotech italiano competitivo in un’arena che è globale, serve urgentemente intervenire e modificare le regole di funzionamento di un sistema oggi evidentemente penalizzato in termini di velocità e semplicità. E per fare questo serve, adesso, mettersi insieme ognuno con la responsabilità del proprio ruolo, perché il Pnrr è l’ultima chiara occasione per scegliere la strada dell’innovazione e per consentire dunque al Paese di crescere e svilupparsi. Questo il messaggio che Assobiotec, l’Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie che fa parte di Federchimica, ha lanciato a Roma in occasione dell’evento "Fare rete adesso. Per un ecosistema dinamico dell’innovazione". «Un ecosistema vitale consente l’interazione dinamica e positiva tra le sue componenti. Nelle biotecnologie significa permettere che la ricerca, lo sviluppo, la produzione e l’accesso a soluzioni innovative possano, tutte, crescere e alimentarsi reciprocamente. Incertezza delle regole, lentezza e duplicazioni autorizzative, incoerenza nell’allocazione delle risorse e degli incentivi sono tra gli elementi che riducono l’attrattività del nostro Paese per gli investimenti, in particolare nel settore delle biotecnologie, dove prevedibilità e stabilità del contesto sono considerati aspetti imprescindibili – ha commentato Fabrizio Greco Presidente Assobiotec-Federchimica –. Il Pnrr, che insieme all’erogazione di risorse finanziarie prevede un ambizioso piano di riforme, rappresenta un’opportunità unica che il nostro Paese non può sprecare per diventare competitivo a livello internazionale».
Ad aprire le due tavole rotonde della giornata - "Lo scoglio della sperimentazione in campo delle nuove Tecniche di evoluzione Assistita (Tea)" e "Le strade da percorrere per attrarre produzione biofarmaceutica e competere" - da una parte la relazione del professor Fulvio Pastore, ordinario di Diritto costituzionale, Università Federico II di Napoli che ha parlato di come possono essere neutralizzate alcune dinamiche di ostacolo alla costituzione di un sistema efficiente ed efficace; dall’altra la presentazione di una nuova analisi comparativa EY con le case history di alcuni Paesi "best in class" in tema di investimenti, trasferimento tecnologico, agevolazioni fiscali e policy, in cui si sottolinea quanto favorire un ecosistema innovativo e sostenibile, in cui anche il settore biotech sia florido, comporti una maggiore attrattività degli investimenti esteri nel Paese e un più veloce accesso a servizi, prodotti, soluzioni di valore che diventano accessibili a cittadini o pazienti.
«Quello di oggi è stato un confronto molto costruttivo – ha aggiunto Elena Sgaravatti, vice presidente Assobiotec-Federchimica – abbiamo avuto la conferma che, fra tutti gli attori del sistema, esiste un’unità di intenti, che il linguaggio è comune, le priorità sono chiare e condivise. Ora è necessario che ognuno, nell’ambito delle proprie competenze e responsabilità, lavori per trasformare efficacemente le buone idee in progetti reali. Noi siamo pronti e desiderosi di dare il nostro contributo».
Il premio a Maria Rosaria Capobianchi. L’evento è stato anche l’occasione per l’assegnazione dell’Assobiotec Award a Maria Rosaria Capobianchi, componente del Consiglio superiore di Sanità, Irccs Sacro Cuore Don Calabria, Negrar di Valpolicella (Verona); Saint Camillus International University of Health Sciences di Roma. Il premio, che dal 2008 viene assegnato alle personalità e/o enti che si sono particolarmente distinti nella promozione dell’innovazione, della ricerca scientifica e del trasferimento tecnologico, è stato consegnato dal presidente Assobiotec-Federchimica, Fabrizio Greco e assegnato alla professoressa Capobianchi «per lo straordinario contributo che, con il suo team, è riuscita a dare alla lotta globale alla pandemia isolando e sequenziando, fra i primi ricercatori al mondo, il coronavirus Sars-CoV-2. Un traguardo chiave per la messa a punto di vaccini, diagnostici e cure. Una risposta concreta ed efficace per contrastare la diffusione del virus».


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