Imprese e mercato

Dispositivi medici: bene l'Osservatorio prezzi ma risolvere il sottofinanziamento del Ssn

di Massimiliano Boggetti*

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24 Esclusivo per Sanità24

L’Osservatorio nazionale dei prezzi dei dispositivi medici, istituito nei giorni scorsi, può rappresentare uno strumento utile di gestione della spesa in grado di garantire l’efficacia e la verifica delle forniture solo se associato a una rivalorizzazione del ciclo di acquisto e una sua valutazione secondo i principi dell’appropriatezza. Questo significa che il prezzo e il valore del prodotto non vanno considerati in un’ottica di clusterizzazione delle oltre 1,5 milioni di tecnologie mediche e dei servizi ad esse associati altrimenti si rischia di comparare servizi disomogenei e difficili da uniformare. Tutto ciò, se ben fatto, dimostra che, al contrario, il sistema dei tetti di spesa, che oggi ha generato notevoli storture, in primis con il payback sui dispositivi medici, non funziona, oltre ad essere profondamente iniquo.
Ci auguriamo che questo Osservatorio sia il primo passo verso un sistema di governo del settore, insieme al piano nazionale HTA e alla revisione dei LEA, in una logica che superi l’attuale impostazione a silos. Ciò a riprova che payback e tetti di spesa sono strumenti inutili al governo della spesa, ma fortemente dannosi per le imprese, per i cittadini e per tutto il Servizio sanitario nazionale.
Le funzioni di monitoraggio della spesa e raccolta delle informazioni sul mondo dei dispositivi medici dimostrano che il settore è pienamente regolamentato. In Italia, infatti, non c’è un problema di spesa in dispositivi medici fuori controllo, ma di sottofinanziamento del SSN. Oggi la spesa media pro-capite in dispositivi medici nel nostro Paese è tra le più basse d’Europa: 123 euro contro i 284 di media europea. E mantenere i tetti vuol dire decidere di abbassare la qualità di strumenti diagnostici, di cura e riabilitazione indispensabili per la salute dei cittadini. Governo e regioni devono decidere se continuare a sottofinanziare il SSN gettando sulle aziende l’onere di ripianare i conti o investire in salute facendo una programmazione più attenta e aderente ai bisogni di cura dei cittadini.
L’Italia aveva uno dei migliori sistemi sanitari al mondo, ma è anche un paese tra più longevi e se oggi non viene rinnovato, rifinanziato e riorganizzato ci ritroveremo nel 2030 con il 60% degli italiani over 60. Questo definanziamento del SSN è pericoloso, ci vuole una scelta politica e questo è un tema fondamentale che va risolto.
Sicuramente l’Osservatorio dei prezzi dei dispositivi medici è orientato a una governance del sistema che potrebbe risultare virtuosa, ma solo se parallelamente si interviene con riforme strutturali che colmino le disuguaglianze regionali, svecchino gli ospedali e spostino l’assistenza più vicino al domicilio del paziente. Le nostre tecnologie hanno tutte le potenzialità per supportare questo cambio di paradigma, bisogna adesso mettere il sistema salute nelle condizioni di realizzarlo.
Il PNRR può rappresentare una importante occasione, ma se non mettiamo al centro i bisogni di salute delle persone per rinnovare il SSN, rischiamo di farlo diventare una occasione sprecata. Quello che ci auguriamo come imprese è che si punti a creare un ecosistema che consenta alle nostre tecnologie innovative di funzionare al meglio, negli ospedali come al domicilio. E al tempo stesso che si attivino strategie volte a valorizzare il tessuto produttivo locale e a stimolare la ricerca e l’innovazione sul territorio.

* Presidente di Confindustria dispositivi medici


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