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Scienze della vita/ Il Report Deloitte delinea i principali trend del settore da 2,83 trilioni di dollari. Portafogli in evoluzione grazie alle operazioni di consolidamento

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24 Esclusivo per Sanità24

Il settore delle scienze della vita - farmaceutico, biotech e medtech - negli ultimi anni ha registrato una forte crescita, principalmente dovuta a un aumento della domanda e alla risposta alla pandemia. Nonostante la grande incertezza che caratterizza l’attuale contesto sociopolitico ed economico, la sfida per i player del settore nei prossimi anni è quella di confermare questo andamento attraverso leve come acquisizioni strategiche, dismissioni di asset ritenuti non necessari alla crescita, investimenti in R&D e potenziamento nell’adozione del digitale. In un mercato sempre più competitivo e un panorama normativo in continua evoluzione, le aziende del settore si stanno concentrando sull’innovazione e sulla collaborazione con altri attori dell’ecosistema sanitario, con l’obiettivo di continuare a crescere e intercettare le esigenze di operatori sanitari e pazienti alla ricerca di terapie personalizzate. Un ruolo importante è rivestito dalle tecnologie digitali capaci di rendere i processi di R&D e le catene di fornitura meno costosi e più agili.
È quanto emerge dal report di Deloitte "Life Sciences Global Outlook 2023", che esplora i trend caratterizzanti del settore delle scienze della vita e le principali aree di investimento che potrebbero consentire alle aziende di cogliere le opportunità e consolidare una crescita complessiva che per tutti i suoi comparti nel 2022– farmaceutico, biotecnologico e medtech – si stima valga 2,83 trilioni di dollari.
Tra le principali tendenze rintracciate spicca una evoluzione dei portafogli, frutto di operazioni di consolidamento nel settore. Dopo la flessione registrata in particolare nell’ultimo anno, con il valore delle transazioni passato da 306 miliardi di dollari nel 2021 a 135 miliardi di dollari nel 2022, nel 2023 si prevede un aumento del valore delle transazioni di fusione e acquisizione nel settore del Life Sciences grazie a una maggiore concorrenza e domanda di prodotti multi-indicazione. In un settore che sta investendo maggiormente in R&D (91%), innovazione digitale (87%) e prodotti innovativi (95%), i vaccini e i trattamenti di nuova generazione, come la terapia genica e cellulare, possono rappresentare nuovi flussi di entrate per i player del settore.
Le sfide per l’ambito R&D, invece, riguarderanno l’accelerazione dei programmi di trasformazione digitale, nonché i cambiamenti strategici e la riorganizzazione commerciale, elementi imprescindibili per adattarsi alle mutate condizioni di contesto. Infatti, nonostante la rilevanza dell’innovazione nella R&D, il successo dell’attuale modello di R&D, che è ad alto rischio e costo, viene ostacolato da significative sfide finanziarie. Si pensi, ad esempio, alla decrescita dei tassi interni di rendimento per le attività in fase avanzata (dal 6,8% nel 2021 all'1,2% nel 2022), all’aumentare dei costi medi di sviluppo (+298 milioni di dollari nel 2022 rispetto al 2021), e al diminuire del picco di vendite medie previsto (da 500 milioni di dollari nel 2021 a 389 milioni di dollari nel 2022).
Le aziende del settore stanno inoltre adottando soluzioni trasformative per una pianificazione proattiva degli scenari e una mitigazione dei rischi. Questo si traduce, in termini di supply chain, in catene di approvvigionamento più flessibili e processi produttivi più snelli. Infatti, secondo un sondaggio Fortune/Deloitte, l’88% dei leader del settore ritiene che i problemi legati a produzione e capacità logistica siano le principali sfide da affrontare.
Resta, tuttavia - rilevano da Deloitte - l’esigenza di far fronte alle politiche di rimborso farmaceutico e alle pressioni della concorrenza sul fronte prezzi e rimborsi, che portano le aziende del settore ad adottare tecniche di pricing dinamico. In tal senso, però, si mira anche a una iper-targetizzazione delle popolazioni di pazienti, specie per le malattie di nicchia, in modo da garantire un accesso equo ai trattamenti.
L’attenzione al paziente, inoltre, permette lo sviluppo di un ecosistema digitale incentrato sul cliente, alimentato da diagnostica decentralizzata, canali e soluzioni direct-to-consumer e raccolta di informazioni reali dai dispositivi "indossabili".
La pandemia, però, ha anche aperto la strada a nuove sfide e opportunità, come la digitalizzazione. Se da una parte questo aspetto espone le società del settore a rischi come quelli connessi alla gestione dei dati, dall’altra costituisce uno dei maggiori stimoli al perseguimento di un efficientamento digitale, guidato dall’adozione di soluzioni come Software-as-a-Service, AI, Internet of Things, automazione, Blockchain, Data lake, Wearable, AR/VR e terapie digitali.
Infine, le organizzazioni del settore delle scienze della vita guardano con estrema attenzione a tematiche critiche come la disuguaglianza sanitaria e le iniziative ambientali, sociali e di governance. Le disuguaglianze sanitarie – che nell’Unione Europea si stima costino ogni anno circa l’1,4% del Pil – mettono a dura prova la forza lavoro e la produttività, creano problemi alla catena di approvvigionamento, influenzano le decisioni di acquisto dei consumatori e costano alle aziende del settore Life Sciences una notevole perdita di produttività all’anno. Affrontare con successo tali sfide potrebbe generare ritorni positivi in termini di produttività, crescita e vantaggio competitivo, è la sintesi.


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