In parlamento

Gelli (Pd) presidente commissione inchiesta sui Cie: «Riorganizzazione necessaria e non prorogabile»

«Porterò avanti l'ottimo lavoro finora svolto dal mio predecessore Gennaro Migliore e dai colleghi per garantire il massimo impegno nei confronti di chi arriva nel nostro Paese in cerca di un aiuto. Sono consapevole della complessità di questo incarico in un momento molto delicato a livello europeo. Farò il massimo per onorare la fiducia concessa dai membri della Commissione». Sono le parole di Federico Gelli, Pd, eletto oggi presidente della commissione d'inchiesta sui Cie.
«Resto convinto - spiega Gelli - che il nostro dovere sia quello di dare fattivamente credibilità alle nostre parole quando, come Europa, ci facciamo promotori di diritti civili e umani. In base agli ultimi dati, i migranti sbarcati in Italia dal 1 gennaio 2015 al 31 dicembre 2015 sono stati 153.842, rispetto ai 170.100 del 2014. Dunque, nonostante il boom di arrivi di dicembre 2015 (oltre 9 mila), quest'anno si assiste a un calo di sbarchi pari al 9%. La rete in Italia, gestita dal ministero dell'Interno, si articola in 13 centri di accoglienza (Cpsa, Cda, Cara), 6 centri di identificazione ed espulsione (Cie), 4.471 Cas Centri Accoglienza Straordinaria che accolgono 76.683 persone. Il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) al 31 dicembre ospita 19.862 rifugiati con 442 strutture. Un situazione dunque evidentemente molto complessa».
«Parafrasando quanto dichiarato dal regista Gianfranco Rosi, vincitore a Berlino dell'Orso d'Oro, il nostro pensiero più profondo deve essere sempre rivolto a tutti coloro che non sono riusciti ad arrivare nel nostro Paese trovando la morte in viaggi senza speranza. Il nostro lavoro possa essere ispirato da chi ogni giorno accoglie le persone che arrivano. Questo deve continuare a fare l'Italia con l'aiuto di tutti i Paesi dell'Unione Europea. Lavoreremo per rendere il nostro sistema di accoglienza migliore di quello che è oggi, attraverso una riorganizzazione necessaria e non più prorogabile, nel rispetto dei diritti fondamentali e della dignità umana offrendo la nostra solidarietà a chi arriva nel nostro Paese. Per questo motivo - conclude Gelli - per fronteggiare un'emergenza lontana dall'essere risolta, valuteremo le condizioni per prolungare l'attività della Commissione fino al termine della legislatura in modo da valorizzare al meglio quanto fatto fino ad oggi».


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