In parlamento
Nuovi Lea, le “pulci” del Servizio bilancio del Senato sui costi. Vaccini, cure d’ambulatorio e risparmi H sotto la lente
di B.Gob.
La Relazione tecnica a corredo del Dpcm sui Nuovi Lea pecca d’eccessivo ottimismo, almeno in quattro punti: vaccini, dispositivi medici monouso, specialistica ambulatoriale e cure ospedaliere. A fare le pulci su costi e risparmi attesi è la nota di lettura del Servizio bilancio del Senato. Che in generale non manca di rilevare la buona (eccessiva?) dose di approssimazione della Rt: la quale, come per i vaccini, «individua risparmi senza esplicitare il procedimento e gli elementi sottostanti la relativa stima», oppure - è il caso dei dispositivi medici monouso - non fornisce indicazioni più puntuali sugli importi indicati. Oppure si concede stime “allegre”, nei preventivi sull’assistenza specialistica ambulatoriale, quando considera l’impatto delle nuove prestazioni o i risparmi attesi dalle prestazioni reflex. Quelle cioè composte da due accertamenti diagnostici o clinici, dei quali il secondo viene eseguito solo se l’esito del primo lo richiede. Infine, c’è lo switch di un ampio range di cure dall’ospedale al territorio - con risparmi attesi sui 50 milioni complessivi - e il peso delle novità introdotte dai Lea, per un totale di 30,3 milioni di euro in più. E in quest’ultimo caso i dubbi del Servizio bilancio si concentrano soprattutto su screening della cataratta congenita e dell’analgesia epidurale (per cui la Relazione tecnica non ipotizza una maggiore spesa) e sugli screening neonatali: onere stimato nei nuovi Lea per 15 milioni di euro, a fronte dei 15,7 mln preventivati dalla legge 167/2016.
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