In parlamento

Biotestamento: Camera, ok all’articolo 1, passa il divieto di accanimento terapeutico. Nessuna eccezione per gli ospedali cattolici

di L.Va.

Via libera dell'Aula della Camera all’articolo 1 della proposta di legge sul Biotestamento. L'articolo, passato con 326 voti a favore, è il “cuore” del provvedimento perché regola il consenso informato del fine vita.
Il testo potrebbe essere licenziato a Montecitorio nella giornata di domani per poi passare al Senato.

Hanno votato contro Forza Italia e Alternativa popolare, a favore il Pd, M5S e Mdp. L'esame del provvedimento è ora sospeso: riprenderà dopo il question time.

No all’accanimento terapeutico
Nel testo entra il principio del divieto dell'accanimento terapeutico e il conseguente riconoscimento del diritto del paziente di abbandonare totalmente la terapia. La modifica è contenuta in un emendamento del presidente della commissione Affari sociali della Camera Mario Marazziti,che ha ottenuto parere favorevole dalla commissione e andrà votato dall'Aula.

In base al testo, «Il medico, avvalendosi di mezzi appropriati allo stato del paziente deve adoperarsi per alleviarne le sofferenze, anche in caso di rifiuto o di revoca del consenso al trattamento sanitario indicato dal medico. A tal fine, è sempre garantita un’appropriata terapia del dolore con il coinvolgimento del medico di medicina generale e l'erogazione delle cure palliative».

Il medico potrà rifiutarsi di staccare la spina
A fronte del rifiuto di un trattamento sanitario da parte del paziente «il medico non ha obblighi professionali». È un altro passaggio fondamentale della proposta di legge, contenuto in un emendamento, fortemente voluto dai deputati cattolici di Alternativa popolare e approvato oggi.

In pratica se il paziente chiede di sospendere i trattamenti, il singolo medico potrà rifiutarsi di staccare la spina. Il paziente potrà comunque rivolgersi a un altro medico nell'ambito della stessa struttura sanitaria.

Regole valide anche per strutture cattoliche convenzionate
Le cliniche private, e in particolare quelle cattoliche, convenzionate con il Sistema sanitario nazionale, non potranno chiedere alle Regioni di essere esonerate dall'applicazione delle norme sul biotestamento «non rispondenti alla carta di valori su cui fondano i propri servizi»: l'Aula della Camera ha respinto a scrutinio segreto l'emendamento di cui era primo firmatario Gian Luigi Gigli che mirava ad evitare penalizzazioni «nei rapporti che legano» quelle strutture al Sistema sanitario nazionale. L'emendamento è stato bocciato con 335 no e 82 sì.

Lenzi (Pd): nessun abbandono terapeutico
«La legge sul fine vita in discussione a Montecitorio non prevede nessun abbandono
terapeutico del paziente», precisa Donata Lenzi, capogruppo Pd in commissione Affari
sociali e relatrice della proposta di legge. «Oggi è stato approvato l’ emendamento del collega Marazziti che prevedeva una correzione tecnica, per cui il tema delle cure palliative e quello del fine vita sono stati spostati in un articolo a sé; con lo stesso emendamento si stabilisce che il medico si deve astenere dall'accanimento terapeutico, ora definito “ostinazione irragionevole nella somministrazione delle cure nella fase finale della vita”».

Si prevede esplicitamente il ricorso alla sedazione palliativa profonda continua quando necessaria per controllare dolori insopportabili. Continua Lenzi: «Credo che il dibattito di oggi abbia chiarito anche che non si vuole imporre al medico comportamenti contrari alla sua competenza professionale o alla deontologia. Mi auguro che questo tranquillizzi chi temeva una riduzione del proprio ruolo a quello di mero esecutore. Abbiamo cercato un equilibrio dove si tenga conto del diritto del paziente a veder rispettata la sua volontà»


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