In parlamento

Rebus payback, le possibili soluzioni a firma Upb

di R. Tu.

Si scrive payback, si legge rompicapo per le industrie farmaceutiche e insieme per Governo e regioni. Il ripiano della spesa per pillole e sciroppi che supera il budget, principalmente a carico delle imprese del settore e in particlare per la farmaceutica ospedaliera, si sta rivelando un vero e proprio rebus. Anche perché incappato - per i conti 2013-15 che segnavano un rosso da 1,5 miliardi - nel Tar Lazio che ha bloccato 600 milioni di ripiani.

Ma proprio la delicatezza dell'argomento-payback e insieme quello della governance di settore rilanciata proprio oggi da Farmindustria, ha indotto l'Ufficio parlamentare del bilancio (Upb) a rendere pubblico in contemporanea con l'appello degli industriali un focus specifico con tanto di possibili soluzioni.

«Le difficoltà applicative del payback - spiega il rapporto curato da Stefania Gabriele - dipendono dalla complessità del disegno istituzionale e da «un quadro legislativo in continuo movimento», ma anche dalla scarsa qualità dei dati utilizzati e dalla scarsa trasparenza dei criteri adottati dall'Aifa. Problemi che la manovra 2017 ha in parte superato, anche alleviando il prelievo sulle imprese.

Ma «le distorsioni del mercato sanitario e il notevole potere di mercato dell'industria e della «distribuzione farmaceutica», scrive l'Upb, confermano la necessità di budget di spesa e meccanismi di rientro dai deficit. Di più: vanno rivisti i margini della distribuzione, va stimolato il consumo di farmaci fuori brevettto o a prezzo più basso, vanno riviste le competenze Stato-regioni sui Prontuari e rafforzati i criteri costo-efficacia e rischio-beneficio per farmaci innovativi e vaccini. Ricette gradite a pochi, non caso la governance farmaceutica è sul binario morto.


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