In parlamento

Vaccini, il Cdm autorizza la fiducia. Riprende la corsa per il sì del Senato

di Barbara Gobbi

Il Ddl 2856 di conversione del decreto 73 “Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale” dovrebbe concludere questa settimana il primo giro di boa.
intanto stasera, il Consiglio dei ministri ha autorizzato la fiducia sul decreto vaccini all'esame del Parlamento. Ma la fiducia sul decreto vaccini, sebbene autorizzata, non dovrebbe essere posta.

In commissione Igiene e Sanità già da stasera e domani mattina riprendono le votazioni degli emendamenti: si parte dall’articolo 4 “Ulteriori adempimenti delle istituzioni scolastiche e educative”, e in particolare dalla proposta di modifica che introduce l’anagrafe vaccinale nazionale. Che - ha commentato la relatrice Manassero - «consentirà a tutti gli italiani, dalla prima infanzia, di avere una propria storia vaccinale ma soprattutto consentirà di verificare lo stato delle vaccinazione nel nostro Paese».
C’è attesa per il parere della commissione Bilancio sull’emendamento, accantonato la scorsa settimana, che introduce l’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari.

L’aula del Senato potrebbe esprimersi già domani - l’esame è in calendario a partire dalle 16 - ma non è escluso il voto di fiducia. Superato il primo giro di boa, con il via libera di Palazzo Madama, il Ddl di conversione (con deadline il 6 agosto) dovrebbe trovare strada spianata alla Camera. Il presidente della commissione Affari sociali Mario Marazziti ha già espresso un’apertura in tal senso.

Intanto, le modifiche finora apportate stanno restituendo un testo quasi invariato nell’impianto, anche se il numero dei vaccini obbligatori è sceso da 12 a 10, mentre per altre quattro profilassi si è scelta la formula «ad offerta attiva e gratuita». Tra le novità che hanno destato polemiche tra le categorie, c’è la possibilità per i medici di vaccinare anche nelle farmacie, coadiuvati dagli infermieri. Una modifica frutto dell’accordo Pd-Forza Italia, contro la quale però si sono espressi sia la Fnomceo sia i pediatri Fimp. Lo svolgimento di attività mediche presso le farmacie è vietato, affermano dalla Federazione dei medici e degli odontoiatri. Mentre dalla Fimp ricordano che con la profilassi in farmacia, ad opera di medici non formati e non a conoscenza della storia del singolo assistito, si rischia di snaturare il senso del decreto.

Le modifiche apportate fino a oggi. Prima tappa, è stata l’approvazione dell’emendamento 1.1000 (testo 2) della relatrice Patrizia Manassero (Pd), che riduce da 12 a 10 le profilassi imposte ai genitori di bambini e ragazzi tra 0 e 16 anni. L’obbligo resta quindi per: anti poliomielitica; anti difterica; anti tetanica; anti epatite B; anti pertosse; anti Haemophilus influenzae tipo b; anti morbillo; anti rosolia; anti-parotite; anti varicella. Per la stessa fascia d’età il nuovo articolo 1 prevede che altre quattro vaccinazioni - anti meningococco B e C, anti pneumococco e anti rotavirus - siano ad offerta «attiva e gratuita», in base alle specifiche indicazioni del Calendario vaccinale relativo a ciascuna coorte di nascita.

Spetterà al ministero della Salute, sentito l’Iss, dare indicazioni operative su quest’ultima previsione, entro dieci giorni dalla conversione in legge del decreto e sulla base, anche, della verifica dei dati epidemiologici e delle coperture vaccinali ottenute, realizzata dalla Commissione nazionale per il monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza. L’intesa, raggiunta sul filo di lana grazie all’asse Pd-Forza Italia che ha portato a 11 voti favorevoli e a dieci contrari, non si limita al minor numero di vaccini obbligatori (nel testo del decreto legge la coercizione riguardava 12 profilassi e l’Iss aveva auspicato che ne fosse introdotta una tredicesima, cioè l’antipneumococco).

L’altra doppia novità importante è il quasi dimezzamento delle multe massime per i genitori che, pur contattati e sensibilizzati dalla Asl, continuino a rifiutare di vaccinare i propri figli: da 7.500 euro la sanzione amministrativa scende a un massimo di 3.500 euro. Il minimo è fissato a 500 euro e l’entità della sanzione varierà in base al numero di vaccinazioni su cui si registrerà il “no” della famiglia. Non solo: dal testo scompare la possibile segnalazione della Azienda sanitaria locale al Tribunale dei minori in caso di reiterato diniego dei genitori.

Stretta in arrivo, infine, sui prezzi: un emendamento al comma 6 dell’articolo 1 prevede che i vaccini indicati nel Calendario vaccinale nazionale siano sottoposti alla negoziazione obbligatoria dell’Aifa.

La Igiene e Sanità ha votato poi - come detto - l’emendamento che consente la somministrazione dei vaccini da parte dei medici, con la collaborazione degli infermieri, anche in farmacia. Sarà un Dm della Salute a stabilire le modalità, in attuazione del capitolo del Patto salute sulla farmacia dei servizi. «La possibilità di somministrare i vaccini in farmacia è un’ottima novità e ne potranno beneficiare in particolare le persone che si trovano in aree isolate o disagiate», ha commentato Lorenzin.


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