In parlamento

Covid/ Speranza alla Camera: «Ordinanza su "fasce" basata su criteri scientifici, nessun intento punitivo»

di Barbara Gobbi

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24 Esclusivo per Sanità24

«Da ministro della Salute mi assumo tutta la responsabilità delle scelte fatte, inclusa l'ultima Ordinanza, insieme al presidente del Consiglio. Mi guida la Costituzione a partire dall'articolo 32 all'insegna della difesa della salute. Come ha ricordato il presidente della Repubblica Mattarella, abbiamo un solo nemico comune che è il virus. L'unica priorità allora è lavorare insieme e garantire anche in questa tempesta la salute degli italiani». Così il ministro della Salute Roberto Speranza nell'informativa alla Camera sull'Ordinanza con sui il 4 novembre ha assegnato le Regioni a tre fasce di "gravità" rispetto al Covid-19.«Ci sono limiti che la battaglia politica non può superare, lasciamo fuori dalla battaglia contro il virus le questioni politiche. L'Italia è un grande Paese che non merita questo».
«Le Regioni - ha ricordato in risposta alla levata di scudi di parte dei Governatori contro l'ultimo provvedimento - partecipano da ben 24 settimane a questo monitoraggio e giornalmente inviano i loro dati, partecipano alla Cabina di regia, e inoltre la Conferenza Stato-Regioni ha approvato il documento sulla risposte alla ripresa della pandemia nella stagione autunnale. La mia ordinanza deriva automaticamente dalle valutazioni scientifiche sulle Regioni che mi sono trasmesse dalla Cabina di regia e non reca alcun intento punitivo - ha precisato il ministro - anzi c'è un'assunzione di responsabilità da parte del ministero. Ciascuna Regione viene classificata dalla Cabina di regia incrociando due fattori fondamentali: il coefficiente di rischio prodotto attraverso l'analisi dei 21 indicatori e gli scenari definiti attraverso l'indice di trasmissioneRt . Oggi nessuna Regione può dirsi in un porto sicuro e infatti nessuna è nella fascia verde. Chi è in fascia gialla non può dirsi al sicuro. E se un territorio ha un numero di casi bassi ma un Rt basso, siamo dinanzi a un alert serio. Sappiamo bene che le misure comportano sacrifici, ma non abbiamo alternative: se vogliamo superare questa fase è necessario appiattire la curva. Non facciamo illusioni: se continua ad alzarsi il numero dei contagiati, inevitabilmente aumenta anche il numero degli anziani e soggetti fragili che saranno colpiti e con essi i ricoveri in terapia intensiva e i decessi».
In questi mesi, ha detto ancora il ministro, l'Italia ha fatto diversi passi avanti: dalla produzione di mascherine ai 220mila tamponi fatti fino ai test antigenici che saranno fatti da medici di base e pediatri, fino all'assunzione di 37mila professionisti sanitari. «Ma non c'è dubbio - ha avvisato Speranza - che continuiamo a pagare il prezzo di 10 anni di tagli al Ssn che merita ancora molti più investimenti a cominciare dal territorio che in molte aree del Paese è invece un punto di debolezza. Se non freniamo in contagi il nostro personale non ce la farà a reggere l'onda d'urto. Un medico, un infermiere, non si comprano al mercato, ci vogliono anni di formazione. Oggi in più il virus è in tutto il Paese e ci sono zone più deboli che rischiano di non farcela».


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