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Malattia e tutela del lavoro/ Le proposte di Favo per le Pdl sui lavoratori subordinati e autonomi

di Red.San.

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"Lo strumento della Proposta di legge delega al Governo per la revisione e il riordino della disciplina della tutela del lavoro per i malati oncologici o di altre patologie invalidanti appare il più indicato per una materia che richiede un esame approfondito e complessivo che si concluda con la definizione di forme innovative e coordinate di soluzioni normative adeguate all’evoluzione medico scientifica in materia di disabilità derivante da malattie gravi croniche o ingravescenti". Lo affermano per la Favo (Federazione delle associazioni di volontariato in oncologia) la segretaria generale Elisabetta Iannelli e il presidente Francesco De Lorenzo, nella Memoria presentata in occasione dell'audizione davanti alla XI Commissione Lavoro della Camera sulle quattro Proposte di legge relative ai lavoratori con patologie oncologiche, invalidanti e croniche. Sono, lo ricordiamo, le Pdl C. 153 Serracchiani, C. 202 Comaroli, C. 844 Gatta e C. 1128 Rizzetto e Lucaselli.
Secondo Iannelli e De Lorenzo, gli strumenti di tutela indicati nei diversi Pdl "sono certamente idonei a garantire in concreto la piena ed effettiva inclusione dei lavoratori subordinati pubblici e privati malati di cancro". Ed è "apprezzabile l’intento di introdurre e rinforzare forme di sostegno per i lavoratori con P. Iva per i quali la diagnosi e i trattamenti oncologici rappresenta un evento che pone a forte rischio la prosecuzione dell’attività lavorativa e che può essere causa di impoverimento e marginalizzazione sociale". Ma a beneficiare di una maggiore e adeguata tutela per lavoratori che in determinati periodi della propria vita possano manifestare fragilità anche gravi, secondo i vertici della Favo è l'economia del Paese, che al contrario risulta indebolita senza provvedimenti opportuni a riguardo, innanzitutto, degli oltre 3,5 milioni di pazienti che vivono con una diagnosi di tumore, di cui circa un terzo in età lavorativa. Secondo Iannelli e De Lorenzo «è urgente e necessario che sanità, assistenza e previdenza collaborino, non solo per restituire ai malati oncologici la serenità che ha un impatto sulla qualità della vita e sulla prognosi, ma anche per il benessere sociale ed economico del paese. Ciò per ragioni di politica sanitaria e non solo perché, se una parte così numerosa della popolazione attiva viene ad essere esclusa dal lavoro a seguito della malattia, si verifica un effetto negativo direttamente correlato al Pil».

Ciò premesso, dall'audizione della Favo arrivano una serie di osservazioni e proposte sulla materia, che riassumiamo di seguito:

- semplificazione burocratica della certificazione della patologia oncologica per la fruizione dei benefici economici e giuridici e di tutela del lavoro, utilizzando la esenzione per patologia 048 o il certificato specialistico oncologico telematico che dà avvio alla procedura Inps di accertamento della disabilità oncologica (invalidità ed handicap)
- rendere omogeneo il periodo di comporto per tutti i lavoratori dipendenti ed equiparare lavoratori privati e pubblici
- obbligo per il datore di lavoro di comunicare al lavoratore, con almeno trenta giorni di anticipo sulla scadenza, che il periodo di comporto sta per scadere
- previsione di un periodo di "comporto lungo" indennizzato e coperto da contribuzione previdenziale (aggiuntivo rispetto al periodo di comporto ordinario) per tutti i lavoratori subordinati pubblici e privati affetti da patologie oncologiche, croniche oingravescenti, sottoposti a terapie salvavita
- previsione di forme di contribuzione figurativa nei periodi di aspettativa non retribuita finalizzata alla mera conservazione del posto di lavoro
- esclusione, per tutti i lavoratori pubblici e privati, dal computo del periodo di comporto dei giorni di ricovero ospedaliero o di day hospital per terapie salvavita e dei giorni di assenza dovuti agli effetti collaterali di dette terapie
- previsione esplicita del divieto di lavoro in orario notturno per i lavoratori malati (in analogia a quanto attualmente previsto peri caregiver di persone con handicap grave (Art. 53, D. lgs. 151/2001 e D. lgs. 66/2003)
- revisione del congedo retribuito di 30 (o 45 come indicato nei Pdl in esame) giorni lavorativi all’anno per cure agli invalidi (con invalidità superiore al 50%) regolato dall'art. 7 del dlgs 119/2011 (attualmente a carico del datore di lavoro e riconosciuto per le cure mediche connesse con lo stato di invalidità): l'onere andrebbe tolto alla parte datoriale e posto a carico dell'Assicurazione generale obbligatoria (Ago) e il congedo dovrebbe essere reso fruibile anche per visite, esami e terapie di tipo riabilitativo.
- previsione dell’equiparazione dei giorni di assenza per visite specialistiche, per esami diagnostici anche di sorveglianza attiva e di follow up, e per trattamenti riabilitativi ai giorni di assenza per malattia
- aumento del periodo previsto per il riconoscimento dell’indennità di malattia per i lavoratori autonomi affetti da patologie oncologiche e iscritti alla Gestione separata Inps
- previsione di un atto di indirizzo alle casse di previdenza ordinistiche delle libere professioni affinché garantiscano in modo omogeneo interventi minimi a sostegno del reddito professionale (indennità di malattia, bonus straordinari ai liberi professionisti malati o caregiver, decontribuzioni previdenziali temporanee e contributi figurativi a carico dello Stato in analogia ai dipendenti) in caso di malattia oncologica o di altra grave patologia
- coordinamento delle norme di tutela dei lavoratori caregiver di malati oncologici o di altri gravi patologie (congedi e permessi retribuiti, scelta sede di lavoro e divieto di trasferimento, divieto di lavoro notturno, ferie e permessi solidali, priorità nella trasformazione in part-time)
- esplicita previsione del coinvolgimento delle associazioni dei pazienti e di volontariato oncologico nelle attività di approfondimento e istruttoria governativa e/o parlamentare al fine di individuare le soluzioni più idonee e valorizzazione del ruolo delle associazioni nell’informazione ai malati e caregiver sui rispettivi diritti sul lavoro, in analogia a quanto già previsto e utilmente sperimentato in altri contesti e in particolare in sanità già da tempo come sancito dall’art. 14, d.lgs. 502/1992 e confermato dalla Riforma operata dal d.lgs. 19 giugno 1999, n. 229 fino ad arrivare più di recente, ad esempio, nel contesto del governo delle Reti oncologiche all’Accordo Stato-Regioni del 17 aprile 2019 con cui è stato approvato il documento "Revisione delle Linee Guida organizzative e delle raccomandazioni per la Rete Oncologica che integra l’attività ospedaliera per acuti e post acuti con l’attività territoriale" che ha ulteriormente valorizzato il contributo del non profit.


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